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DOCAT, il catechismo voluto dal Papa

Un singolare “riassunto corale” della dottrina sociale della Chiesa...


DOCAT, il catechismo voluto dal Papa
 

Papa Francesco l’ha presentato come «un manuale di strada, la parola di Cristo, della Chiesa e di tanta gente». DOCAT, pubblicato in questi giorni in Italia come in altre 31 nazioni del mondo, è veramente un singolare “riassunto corale” della dottrina sociale della Chiesa. Una Chiesa che utilizza una “voce plurale” per parlare con i giovani. E che, prima ancora di stimolarli con la propria dottrina sociale, li ascolta per farsi dire se quello che vuole comunicare si capisce bene.

 

COMUNICARE ALLA GIOVENTÙ

Come racconta il professor Markus Krienke, uno degli autori che hanno collaborato alla stesura di DOCAT, «già noi esperti, chiamati a scrivere a due a due i singoli capitoli, eravamo un gruppo di circa trenta persone. E noi, prima di arrivare alla stesura definitiva, abbiamo inviato i testi che avevamo preparato a una trentina di giovani, perché ci aiutassero a capire se il linguaggio era efficace. È stato un confronto serio e decisivo. Già nella nostra stesura avevamo volutamente cercato la strada della semplicità, scrivendo i testi con domande e risposte per noi immediate. I giovani, però, ci hanno rivelato che il nostro linguaggio sembrava troppo dogmatico, definitorio, scientifico, astratto. Ci hanno aiutato e quasi costretto a trovare espressioni più vicine alla realtà e soprattutto comprensibili da ogni giovane, adulto o anziano».  Il professor Krienke ricorda ancora, visivamente, la pagina piena di rosso, il colore utilizzato dai giovani per inserire tutte le loro revisioni e i commenti alla prima bozza. «Per quel che riguarda il nostro capitolo, abbiamo scoperto che in una domanda eravamo stati “imprecisi”, mentre altre frasi erano “superflue”. I nostri giovani revisori avrebbero utilizzato poco il termine “autorità”, perché a volte crea distanza. E per ogni volta in cui abbiamo usato una terminologia tecnica, scrivendo per esempio di “sussidiarietà” o di “libero mercato”, ci hanno raccomandato di utilizzare concetti semplici, di immediata comprensione».

 

A PARTIRE DALLE CHIESE LOCALI

DOCAT è la seconda puntata di YouCat, il catechismo della Chiesa cattolica spiegato ai giovani. E se YouCat era stato voluto da Benedetto XVI, DOCAT nasce dal forte desiderio di papa Francesco, che ha raccolto e rilanciato un progetto della Conferenza episcopale tedesca. «In origine», racconta ancora Krienke, «i vescovi tedeschi avevano un gruppo di docenti, alcuni anche giovani, che avevano già tradotto in tedesco i testi della dottrina sociale della Chiesa per realizzarne un compendio destinato ai giovani. Anche i trenta giovani “revisori” sono tedeschi. Poi il Papa ha voluto farne un regalo al mondo intero, facendolo pubblicare in 32 lingue. Ha sorpreso anche noi. Ma è proprio lo stile del suo pontificato, che lo porta con costanza a valorizzare le singole Chiese locali. Nelle sue encicliche scrive spesso “come dice la Conferenza episcopale delle Filippine, della Spagna...”, “come hanno ricordato i vescovi del Giappone, della Francia, del Cile...”. Anche DOCAT è uno splendido esempio di questa ispirazione che porta a inserire nel tessuto della Chiesa mondiale un progetto interessante sviluppato da una Chiesa nazionale. È un processo semplice: invece che andare dal vertice alla base, si parte dal basso e si arriva in alto».  Il “dietro le quinte” di DOCAT, insomma, è l’antica e sempre nuova storia evangelica del granello di senapa che, seminato in un angolo di campo, cresce e diventa un albero immenso, rifugio per tutti.

 

UN CATECHISMO PRAGMATICO

Ma, soprattutto, come spiega il professor Krienke, «DOCAT è un catechismo “da fare”, come vuole la parola inglese “to do” che compone il titolo. Il Papa stesso ne riassume il senso dicendo che “un cristiano che in questi tempi non è un rivoluzionario, non è un cristiano”. Secondo la dottrina sociale della Chiesa noi tutti dobbiamo cambiare noi stessi per impegnarci con forza a cambiare le strutture sociali, i sistemi economici e politici, i concreti programmi dei diversi partiti, dei vari organismi internazionali».  Per questo papa Francesco vuole che DOCAT raggiunga un milione di lettori in tutto il mondo: la dottrina sociale della Chiesa funziona veramente se diventa un movimento globale. Per questo, anche nella applicazione online del documento, che si poteva scaricare sul proprio telefono nel periodo della Giornata mondiale della gioventù, il secondo dei dodici capitoli si intitolava in inglese “Together we are strong”. Vuol dire che “insieme siamo forti” e può essere la cifra riassuntiva di questa pubblicazione, come conferma infine il professor Krienke: «La parola “insieme” è la giusta fotografia dell’antropologia cristiana, per cui l’uomo è contemporaneamente un essere individuale e sociale. Nessuno si realizza come individuo, se non insieme agli altri. Allo stesso tempo, ogni autentica struttura sociale si realizza a partire dall’individuo, non è mai un collettivismo, una realtà pianificata da qualcuno al posto di tutti gli altri. Non è autenticamente cristiana neppure una organizzazione in cui fazioni e dogmi distruggono la creatività dell’individuo. Il mondo autentico è costituito da tanti singoli uomini e donne che non possono realizzarsi se non insieme agli altri».  Questo movimento di trasformazione è già in corso, è partito proprio da quei trenta giovani che hanno riletto e, in qualche modo, riscritto DOCAT, e che certamente hanno compagni di strada in molti Paesi del mondo: «Ho incontrato giovani attenti e appassionati», conclude Krienke. «Non è sempre vero che sono indifferenti alla cosa pubblica, che pensano solo a divertirsi senza volere avere a che fare col mondo della politica o dell’economia. Scrivendo insieme DOCAT abbiamo capito che ci sono giovani con un forte desiderio di partecipare alla costruzione di una società migliore per tutti».

 

 

MARKUS KRIENKE  

Markus Krienke è professore ordinario di Filosofia moderna ed etica sociale presso la Facoltà di teologia di Lugano e direttore della Cattedra Rosmini; professore incaricato di Antropologia filosofica presso la Pontificia università lateranense di Roma; professore invitato di Etica del diritto presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale a Milano. È anche Direttore del Rosmini Institute a Varese, membro dell’Accademia europea delle scienze e delle arti, collaboratore della Fondazione Adenauer. Ha contribuito alla stesura dell’ottavo capitolo di DOCAT.

 

CHE COSA FARE

La versione italiana di DOCAT, uscita a inizio settembre, è pubblicata dalle edizioni San Paolo (euro 9,90). Si sviluppa con una struttura a domande e risposte ed è arricchita da citazioni e sezioni antologiche, indici tematici, approfondimenti, illustrazioni e immagini. I capitoli si concentrano sul ruolo dell’individuo nella Chiesa e nella società, sulle tematiche economiche, politiche e ambientali, sulla questione delle migrazioni e della povertà, sul ruolo della famiglia, sul senso dell’impegno civile in favore della pace e della giustizia. Per saperne di più: www.sanpaolostore.it.

 

 

Giuseppe Gazzola

http://www.famigliacristiana.it

 

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