Il racconto dell'esperienza missionaria in Etiopia vissuta da un gruppo di giovani grazie alla partecipazione alla Scuola di Mondialità!
Grazie don Filippo! Grazie amici etiopi!
Queste le parole con cui iniziare il racconto dell’esperienza vissuta dal 2 al 31 agosto in Etiopia, esperienza di animazione svolta prevalentemente nei villaggi di Nyinenyang e Matar, a pochi kilometri dal confine con il Sudan, tra la popolazione Nuer.
La mattina del 3 agosto, un anonimo sabato estivo, questo gruppo variegato composto dal sottoscritto e da Chiara, Elisa, Marta, Michela e Stefania (persone con età diverse e provenienti da percorsi diversi), accompagnati dal grande Don David, arrivava ad Addis Abeba; ad accoglierlo trovava un caloroso Don Filippo, perfetto direttore d’orchestra del mese trascorso, il quale, con l’entusiasmo e la disponibilità che lo contraddistinguono, ha fatto sì che questa esperienza sia diventata unica e indimenticabile.
Per poter comprendere l’esperienza riporto come si svolgeva la giornata “tipo”, dal lunedì al venerdì.
Partenza con un momento di preghiera, in cui in ogni giorno erano presentate persone che hanno consacrato la propria vita al servizio agli altri, scrupolosamente preparato da Don David (tra l’altro sempre impeccabile, nel mese trascorso assieme, nel gestire il gruppo ottimizzando capacità e talenti di ciascuno); a seguire una buona colazione.
Già uscendo di casa si vedevano e si sentivano festanti i circa 300 bambini/ragazzi dell’oratorio di Nyinenyang e, quindi, via con le danze di accoglienza e i bans, i corsi di inglese diversificati per età, e le attività manuali come la preparazione di braccialetti, costruzioni di carta con i più piccoli, aquiloni, i balli “oratorio”, e, new entry……..corso di salsa per le ragazze più grandi! A seguire un’ora di tornei di calcio e pallavolo, gestiti dagli animatori locali; poi la chiusura con le danze di arrivederci al giorno dopo.
Il pomeriggio spostamento al villaggio di Matar, a circa 30 km di distanza, dove venivano riproposte le attività del mattino. Ritorno a casa con doccia, S. Messa, cena e “serata” libera fino al decreto di Don David: “fra 10 minuti spengo il generatore” (di corrente) e, quindi, tutti a letto.
Durante il mese abbiamo fatto qualche visita, con relativa animazione composta da balli e giochi, anche ai villaggi “vicini” di Bareluar, Moon e Biromitul, dove le minor dimensioni amplificavano a dismisura l’entusiasmo con cui venivamo accolti.
Tutto questo programma è stato a volte condizionato dal meteo in quanto, essendo la stagione delle piogge, qualche mezza giornata abbiamo dovuto rinunciare a svolgere attività, soprattutto per l’impossibilità di raggiungere soprattutto i villaggi più lontani.
Tante cose ci sarebbero da raccontare di quest’esperienza, con la convinzione però che parole e foto, pur rappresentative, sono del tutto insufficienti a trasmettere quanto abbiamo vissuto in questo mese: quanti ricordi e quante persone incontrate e salutate sapendo che forse non ci si vedrà mai più. La cosa che forse ha colpito di più è stato vedere e percepire che ragazzi giovanissimi, ma che per forza di cose devono crescere in fretta, con uno stile del fare semplice e senza protagonismo, si sono adoperati a favore di ragazzi più giovani e di bambini, per far trascorrere loro dei momenti di gioia e allegria, quasi volti ad irridere un destino che li ha abbandonati ai margini del mondo.
Descrivere un mese in poche righe è quindi ardua impresa…m,a per ulteriori informazioni, per sapere di episodi, incontri, aneddoti, considerazioni personali dei singoli partecipanti, basterà iscriversi alla Scuola di Mondialità e presenziare, in attesa dell’incontro con l’Ethiopian Group!
Per il gruppo Etiopia, Michele.
Michele
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