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Da Marcinelle a Soma, le stragi del sottosuolo

Le miniere continuano a uccidere: l'incidente minerario avvenuto a Soma, in Turchia, che registra finora un bilancio provvisorio di oltre 200 morti, è solo l'ultimo di una lunga lista di tragedie sottoterra.


Da Marcinelle a Soma, le stragi del sottosuolo

 

Le miniere continuano a uccidere: l'incidente minerario avvenuto a Soma, in Turchia, che registra finora un bilancio provvisorio di oltre 200 morti, è solo l'ultimo di una lunga lista di tragedie sottoterra. L'ecatombe turca, che dalle prime indagini sarebbe stata causata da un corto circuito che avrebbe innescato un'esplosione, ricorda un'altra strage rimasta ancora oggi nella memoria dell'Italia: il disastro della miniera di MARCINELLE, in Belgio, nel 1956. In quell'occasione furono quasi 300 le vittime, la maggior parte minatori emigranti italiani. Solo 13 minatori riuscirono a salvarsi dalla tragedia divenuta simbolo della sofferenza dei migranti del nostro paese. Dopo 60 anni i sistemi di sicurezza, soprattutto in Occidente, sono migliorati, ma esistono situazioni in cui la salvaguardia dei lavoratori non è ancora la priorità.

 

 

In CINA, dove il carbone è una risorsa preziosa per il Paese, sono state decine di migliaia le vittime degli incidenti negli ultimi 20 anni. Il peggiore è datato 2005, quando morirono 213 persone a causa di un'esplosione di gas in una miniera nel nord del Paese. Una delle tante sciagure delle miniere della Cina, i cui numeri delle vittime sarebbero molte di più di quelle ufficiali, secondo le organizzazioni umanitarie, a causa della censura da parte di Pechino.

 

 

In SUDAMERICA, un incidente che ha tenuto col fiato sospeso il mondo per più di due mesi è stato quello avvenuto nel 2010 in CILE, nella miniera di San José. Un crollo bloccò 33 minatori a circa 700 metri di profondità, fortunatamente in un rifugio con ossigeno e viveri. In quell'occasione, dopo 69 interminabili giorni, tutti i lavoratori furono portati in salvo. Sono state tante le tragedie che hanno coinvolto anche i Paesi africani, soprattutto a causa delle miniere d'oro illegali, carenti in sicurezza e abbandonate al degrado, dove spesso lavorano anche bambini.

 

 

Nel maggio 2013, in DARFUR (Sudan) un crollo causò la morte di un centinaio di minatori e di nove soccorritori.

 

 

A febbraio di quest'anno l'ultimo incidente alle porte di JOHANNESBURG, in Sudafrica, che ha causato due vittime tra le centinaia di persone intrappolate in una miniera d'oro clandestina. Molti di loro, una volta aperta la strada per la superficie, si sarebbero rifiutati di uscire per paura di essere arrestati.

 

Redazione Avvenire

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