“Israele può continuare questa occupazione, ‚Äòbut not in my name', non nel mio nome”. Ha le idee molto chiare Udi Segal, 19 anni, quando racconta la sua storia personale. Ma non è l'unico. Finora sono almeno 50 i soldati dell'Israel Defense Force che si sono rifiutati di partecipare all'operazione militare
“Israele può continuare questa occupazione, ‘but not in my name’, non nel mio nome”. Ha le idee molto chiare Udi Segal, 19 anni, quando racconta la sua storia personale a ilFattoQuotidiano.it. Il giovane è considerato a tutti gli effetti disertore dal suo stato, lo stato di Israele. Oggi, specialmente dalla rete, è visto come un grande testimone nel processo di pace.
Udi, dopo la sua presa di posizione, sta aspettando di essere preso e incarcerato nella prigione militare Prison Six dalle autorità del suo paese. L’accusa è proprio quella di aver rifiutato di arruolarsi nell’esercito.
L'opposizione dei soldati
Ma non è l’unico. Finora sono almeno 50 i soldati dell’Israel Defense Force che si sono rifiutati di partecipare all'operazione militare. Il perché lo hanno scritto in una lettera al Washington Post: “Ci opponiamo – scrivono – all’esercito israeliano e alla legge sulla leva obbligatoria perché ripudiamo questa operazione militare”.
Udi la pensa come loro. “L’appoggio del paese alla politica del primo ministro, Benjamin Netanyahu, è ancora forte – spiega sempre al FattoQuotidiano. Ci sono molte persone, però, che sono stanche di questa guerra. Solo tra i miei coetanei, conosco almeno 120 o 130 ragazzi che hanno preso la mia stessa decisione”.
Non cambierò mai idea
“Quando mi sono avvicinato all’età della leva obbligatoria – racconta ancora il giovane – ho iniziato a leggere, studiare e documentarmi sul conflitto tra Israele e Palestina. È più di un anno che mi informo sui giornali e studio la storia, e ho deciso che non posso prendere parte a questa occupazione”.
“Non so ancora di preciso quanto rimarrò in carcere – continua Segal - anche se la pena prevista in questi casi è di circa 6 mesi. Non basterà questo a farmi cambiare idea in futuro”.
Intanto migliaia di rappresentanti delle comunità ebraiche di tutto il mondo, guidate dal movimento di ebrei ortodossi antisionisti Neturei Karta, stanno manifestando nelle piazze contro l’attacco israeliano a Gaza.
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