Il mese scorso abbiamo ricominciato a proporre la preghiera missionaria dell'11 del mese. Con la seconda ci siamo trovati di fronte a tante esperienze e contenuti nuovi...
Il mese scorso abbiamo ricominciato a proporre la preghiera missionaria dell’11 del mese. Con la seconda ci siamo trovati di fronte a tante esperienze e contenuti nuovi. Il passaggio dell’urna di Don Bosco nel nostro territorio, le parole di Papa Francesco nella sua Evangelii Gaudium e l’8 Dicembre come Immacolata Concezione ma anche nel ricordo dell’inizio dell’esperienza di Don Bosco con l’oratorio e di quel famoso “sai fischiare?” chiesto a Bartolomeo Garelli.
Cerchiamo di fare tesoro delle loro indicazioni e ricordiamo anche questo mese le missioni salesiane e tutti i ragazzi che giocano negli oratori di Don Bosco nel mondo.
La preghiera
Apri i nostri occhi
Apri i nostri occhi, Signore, perché possiamo vedere Te nei nostri fratelli e sorelle.
Apri le nostre orecchie, Signore, perché possiamo udire le invocazioni
di chi ha fame, freddo, paura, e di chi è oppresso.
Apri il nostro cuore, Signore, perché impariamo ad amarci gli uni gli altri come tu ci ami.
Donaci di nuovo il tuo Spirito, Signore, perché diventiamo un cuore solo ed un’anima sola, nel tuo nome.
Amen.
Madre Teresa
Una madre dal cuore aperto
La Chiesa “in uscita” è una Chiesa con le porte aperte. Uscire verso gli altri per giungere alle periferie umane non vuol dire correre verso il mondo senza una direzione e senza senso. Molte volte è meglio rallentare il passo, mettere da parte l’ansietà per guardare negli occhi e ascoltare, o rinunciare alle urgenze per accompagnare chi è rimasto al bordo della strada. A volte è come il padre del figlio prodigo, che rimane con le porte aperte perché quando ritornerà possa entrare senza difficoltà.
Se la Chiesa intera assume questo dinamismo missionario deve arrivare a tutti, senza eccezioni. Però chi dovrebbe privilegiare? Quando uno legge il Vangelo incontra un orientamento molto chiaro: non tanto gli amici e vicini ricchi bensì soprattutto i poveri e gli infermi, coloro che spesso sono disprezzati e dimenticati, «coloro che non hanno da ricambiarti» (Lc 14,14). Non devono restare dubbi né sussistono spiegazioni che indeboliscano questo messaggio tanto chiaro. Oggi e sempre, «i poveri sono i destinatari privilegiati del Vangelo», e l ’ e v a n g e l i z z a z i o n e rivolta gratuitamente ad essi è segno del Regno che Gesù è venuto a portare. Occorre affermare senza giri di parole che esiste un vincolo inseparabile tra la nostra fede e i poveri. Non lasciamoli mai soli.
Papa Francesco “Evangeli gaudium”
Sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale
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