Estate strana, estate stravagante, insolita e... estate che ha visto nascere molte esperienze diverse dalle solite: così anche per l'Animazione Missionaria ispettoriale e per i nostri amici dell'IPM di Treviso. Si prospettava un'estate lunga e priva di possibilità di creare attività e momenti di incontro e invece MISSION POSSIBLE!!
Estate strana, estate stravagante, insolita e... estate che ha visto nascere molte esperienze diverse dalle solite: così anche per l'Animazione Missionaria ispettoriale e per i nostri amici dell'IPM di Treviso. Si prospettava un'estate lunga e priva di possibilità di creare attività e momenti di incontro e invece MISSION POSSIBLE!!
Non immaginate nemmeno quanta burocrazia, quanti tempi di attesa, quante telefonate, passaggi e cambiamenti, ma anche quanta bella e pronta disponibilità da parte di tanti giovani delle nostre case!
Così a due a due ogni venerdì e sabato Giulia, Massimo, Rachele, Erika e Nicola hanno potuto entrare in carcere minorile e prestare il loro servizio. Eleonora e Giulia hanno anche portato avanti un laboratorio di italiano al sabato mattina, esigenza che don Otello ha condiviso con noi all'inizio dei mesi estivi e che ci ha ci ha interpellato: "ci stiamo?" Due ragazze han detto "Vado io!" ed è iniziata una collaborazione con la Caritas di Treviso.
Insomma, guardate a che bel movimento di carità tra giovani! È proprio vero che se si accendono non li ferma più nessuno!!
Lascio la parola proprio a Giulia Baldissera, che ha vissuto sia l'esperienza in carcere che il laboratorio di italiano in Caritas e che anche quest'anno sarà dei nostri all'Animazione Missionaria.
Sr Jessica Soardo
"L'educazione è cosa del cuore" diceva Don Bosco.
In un tempo in cui ci viene chiesto di essere distanti, come si può essere prossimi? Come si può non cadere nell'errore di distanziarsi socialmente in termini di prossimità del cuore verso l'altro, rinunciando così a servire?
È proprio questa la sfida che noi giovani salesiani abbiamo cercato di superare quest'estate: essere prossimi a chi soffre quando ci viene chiesto di allontanarci.
Due sono in particolare le esperienze che ho affrontato con mascherina e cuore in esplorazione: il corso di italiano per tre ragazzi stranieri presso la Caritas di Treviso e l'animazione presso l'Istituto Penale per i Minorenni di Treviso.
Il sabato per me era il giorno del servizio, sveglia presto e in partenza per Treviso, da qui sempre ogni giorno, ogni sabato, molteplici emozioni: sarei riuscita ad aiutare? Come potevo mettermi in gioco?
I dubbi che mi assillavano scomparvero quasi subito, sostituiti dalla gioia, dalla gratitudine e dall'entusiasmo.
Molteplici sono gli episodi che potrei raccontare, alcuni però credo siano significativi per capire quanto siano importanti anche le piccole attività che possiamo fare verso l'altro.
Nel corso di italiano c'è stato un momento in cui uno dei ragazzi mi ha detto semplicemente: Grazie! Quella semplice parola mi ha aperto gli occhi, grazie di cosa? Ho pensato sul momento.
Esserci era la risposta, semplicemente il nostro essere lì, mettersi a disposizione, insegnare la nostra lingua le nostre tradizioni e allo stesso tempo impararne delle altre, senza giudicare era importante per loro. Era importante essere lì ad accogliere.
Ogni sabato nella conversazione di italiano cercavamo di scoprire la nostra quotidianità, allora si apriva un mondo: chi lavorava, chi avrebbe voluto vedere la propria famiglia e poi si sognava immaginando di vedere le bellezze artistiche italiane e noi imparando la vastità della cultura, che io per prima ignoravo, dei loro Paesi.
Gratitudine il primo punto fermo.
Poi il pomeriggio entravo in un luogo chiuso quale può essere il carcere, ancora più isolato e distante in un momento storico come questo. Qui non c'erano programmi, tutto poteva cambiare di ora in ora con i ragazzi, che avevano mille curiosità e potenzialità. In particolare mi ha colpito il gruppo che si è creato fin da subito, la fiducia, altra parola che caratterizza questa esperienza. Fiducia verso l'altro e imparare a conoscersi. Alcune volte sembrava che le ore passassero troppo in fretta, si passava da un momento di gioco, fare rap con la musica a parlare di amicizia, amore e giustizia. In particolare ricordo con molta gratitudine la curiosità verso quello che studiavo ovvero “la legge” da parte dei ragazzi, affrontare il tema della legalità, del carcere con loro da chi forse se riuscirà in un futuro starà “dall’altra parte” credo sia uno dei primi passi per mostrare le istituzioni e la legalità come elementi di vita sociale “belli” ed indispensabili per il rispetto non solo degli altri ma anche di sè stessi.
Infine devo ringraziare i miei due "compagni di viaggio" Eleonora e Massimo che con me hanno condiviso queste esperienze, perché se la gioia è condivisa vale il doppio!
Giulia Baldissera
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