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Un anno di Servizio Civile, Elisa si racconta

Ho iniziato questo cammino con il desiderio di dare tutto quello che era nelle mie possibilità e capacità, giorno per giorno


Un anno di Servizio Civile, Elisa si racconta

di Elisa Ghirardon

 

Da anni ho l’enorme desiderio di affacciarmi al mondo dell’insegnamento per poter trasmettere a giovani e ragazzi una mia grande passione, diventata poi oggetto di studio e professione: la grafica pubblicitaria. In seguito al fallimento dell’ultimo esame del mio percorso di studi, ho messo in dubbio diversi aspetti della mia vita, tra cui questo mio sogno.  

 

Con questa prospettiva ho sentito dentro di me sempre più forte la necessità di ridefinire le mie ambizioni per comprendere se quanto desiderato fosse realmente la mia vocazione. Per far ciò ho deciso di intraprendere l’anno di servizio civile, consapevole che per molti questo è un periodo caratterizzato da grandi cambiamenti interiori.  

 

Cercavo un ambiente che mi potesse aiutare a crescere mettendomi a contatto con persone che già svolgono la professione che desidero e sogno intraprendere. La scelta è ricaduta nell’ambiente salesiano, che già conoscevo e che sento molto affine ai miei valori, per la precisione nell’Istituto Salesiano San Marco. 

 

Ho iniziato questo cammino con il desiderio di dare tutto quello che era nelle mie possibilità e capacità, giorno per giorno. Ovviamente non tutto è stato “rose e fiori”: spesso mi sono trovata a lottare con difficoltà e limiti, a livello professionale, personale e caratteriale. Essere l’ultima arrivata e non conoscere i ragazzi per me sono stati due elementi di fatica. Fin dal primo giorno però, sono stata accolta e affiancata da salesiani, docenti e personale che mi hanno accolta e supportata nel mio percorso a contatto con questi ragazzi, talvolta irruenti e/o problematici.

 

Tutte queste persone sono state una risorsa molto importate, dalla quale attingere saperi ed esperienza. Per me sono state d’esempio, figure da imitare, soprattutto nel loro stare in mezzo ai ragazzi in modi differenti a seconda delle tempistiche e delle caratteristiche caratteriali, ma accomunati da un unico desiderio: il bene dei giovani. In ognuno di loro, sento di aver riconosciuto la figura di don Bosco viva e presente. Ogni persona che ho incontrato in questo anno, e che non smetterò mai di ricordare e ringraziare, ha fatto vibrare in me corde che non volevo toccare o che pensavo non fossero presenti in me. In quest’anno sono cresciuta sia sotto il profilo professionale che umano, ho riscoperto talenti e desideri che avevo nascosto, sono rifioriti sogni che avevo messo in dubbio. Le persone incontrate sono diventate per me preziose, le sento parte della mia vita e della mia storia.  

 

Nel mio ultimo giorno di servizio mi è stato proposto di salutare i ragazzi dando loro un pensiero di buonanotte. Nel mio pensiero, tra le varie cose, mi sono rifatta ad una canzone di Jovanotti che nel ritornello recita “considerando che l’amore non ha prezzo, lo pagherò offrendo tutto l’amore che ho”.   In questa realtà ho ricevuto (e continuo a ricevere) tanto amore, dimostrato da piccoli e grandi gesti quotidiani, che ho cercato di ricambiare donando tutta me stessa, anche e soprattutto nei momenti di difficoltà. Il San Marco ormai è parte del mio cuore, come una famiglia e una casa nella quale tornare e nella quale è possibile comprendere, respirare e vivere quanto il carisma di don Bosco e il vangelo insegnano.

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