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SYM DON BOSCO 2015: non fermiamoci qui!

A due settimane dalla fine del SYM diamo il via ad una rubrica per non dimenticare...


SYM DON BOSCO 2015: non fermiamoci qui!

 

SYM DON BOSCO 2015, l'evento che ha chiuso il Bicentenario della nascita del santo dei giovani, ha segnato profondamente chiunque vi abbia partecipato.

 

I giovani di tutto il mondo hanno festeggiato i 200 anni di don Bosco vivendo una settimana davvero intensa e significativa, che ha cambiato la vita di molti di loro. Sono tante le testimonianze che ci arrivano e che raccontano le meraviglie operate dal Signore nei cuori.

 

"NON FERMIAMOCI QUI!", diceva don Fabio Attard nell'omelia della Santa Messa conclusiva dei Volontari, il 17 agosto a Valdocco.

Proprio perchè il SYM non rimanga un grande evento senza continuità, abbiamo deciso di pubblicare periodicamente gli interventi dei testimoni, gli spunti formativi, i testi e i racconti di chi voglia condividere con noi (e con tutti!) la propria esperienza.

 

Vogliamo quindi iniziare in grande, riportando la testimonianza di don Luca Barone, direttore dell'Istituto Agnelli di Torino, che ha parlato della direzione spirituale durante la seconda giornata che sviluppava il tema WITH THE YOUNG, sull'accompagnamento dei giovani nella vita quotidiana.

 

Se desideri dare la tua testimonianza inviala a chiara.s@donboscoland.it

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Buona giornata a ciascuno di voi.

Mi chiamo don Luca Barone, ho 36 anni, appartengo a questa ispettoria di Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania e mi trovo da un anno come direttore nella casa di Torino-Agnelli nella zona di Mirafiori.

Prima di questo incarico sono stato nel coordinamento di pastorale giovanile della mia ispettoria come incaricato missionario, vocazionale e di prenoviziato.

Non so dire nulla di particolare sulla direzione spirituale ma come ogni salesiano e salesiana potrebbe fare so dirvi cosa ho imparato nella mia personale esperienza di contatto, relazione e accompagnamento dei giovani che ho avuto la grazia di incontrare prima a servizio della mia ispettoria ed ora nella casa in cui vivo.

La tradizione salesiana consegna due polmoni per far respirare un giovane: uno è l’accompagnamento di ambiente e l’altro è l’accompagnamento  personale.

Ho imparato che don Bosco è geniale perché non divide questi due polmoni. Non credo possano esserci dei buoni direttori spirituali dei giovani, fuori da un ambiente che con il suo stile, le sue relazioni, le sue regole e l’esplicitazione delle sue proposte indichi con chiarezza la meta verso cui camminare: una vita realizzata in pienezza nel tempo e nell’eternità…(traduzione salesiana di santità!).

Ho imparato che non ci si può accontentare di un ambiente che indichi una direzione generica. Ci sono anime che hanno bisogno di capire come la stoffa che vedono nel loro ambiente possa essere cucita su di loro. Dunque ci vogliono sarti e sarte che prendano questa stoffa e con pazienza e maestria provino a vedere come si cuce su una singola anima.

Ho imparato che un giovane che vuole camminare seriamente nella vita spirituale non ha bisogno di una guida che lo coccoli e gli dia sempre ragione. Il dono più grande che una guida spirituale può fare è quello della Verità, cioè condurre un giovane alla Verità che è Dio e alla verità di se stesso anche in quelle pieghe della vita in cui tu non andresti da solo, anzi fuggiresti lontano, ed invece preso per mano riesci a guardare dentro e attraverso.

Ho imparato che i giovani non chiedono sconti sulla qualità del vivere e che la più terribile delle verità che scopriamo di noi stessi è meglio della migliore delle bugie che inventiamo, perché ci permette di vivere una vita reale e non finta.

Ho imparato che aveva ragione don Bosco perché la direzione spirituale è viva e quindi si cammina insieme: accompagnatore e accompagnato. Come è stato per don Bosco e Domenico Savio: uno è diventato un santo educatore mentre l’altro diventava un santo educando e viceversa.

Ho imparato che la direzione spirituale è una esperienza di straordinaria libertà, una esperienza di figliolanza e genitorialità. Uno dei segnali più chiari di quando la direzione spirituale non è più quella che deve essere è quando il direttore o il diretto non sono più liberi, cioè non vivono una relazione di distanza e prossimità equilibrata, non ci si dice più le cose come stanno, ci si cerca ma non si cerca e se lo si fa non è per trovare!!!

Ho imparato che il discernimento è l’arte autentica della direzione spirituale, è disponibilità a camminare e fare delle scelte e lasciare che le scelte facciano noi, è disponibilità ad una ricerca autentica della volontà di Dio disposti a seguirla dove sarà.

Il direttore spirituale non decide per te e non ti toglie la responsabilità di farlo. Se una direzione spirituale non ti porta a metterti in moto e prendere decisioni concrete per la tua vita, cambia modo o cambia persona!

Ho imparato che la direzione spirituale non è per chi pensa di diventare prete o suora e non è una medicina da prendere tutte le settimane, che non vale di più se è fatta in un ufficio o in un cortile o in un’aula o in una officina ma vale se si ha la convinzione profonda che Dio non mi abbandona nel cammino e che mette sulla mia strada degli angeli custodi che mi insegnano che da soli sa va più veloci forse, ma insieme si va più lontano.

Ho imparato che nessuno può fare direzione spirituale ad altri se non è diretto lei o lui stesso e se non si vive in Grazia di Dio.

Ho imparato che a volte alla direzione spirituale credono più i giovani che noi salesiani, ma ho anche visto vite di giovani fiorire nei nostri ambienti grazie a uomini e donne, consacrati e laici che si sono presi cura non solo dei giovani ma di ciascun giovane e sono arrivati a spendersi quotidianamente perché ciascuno progredisse nella via del bene.

Si diventa santi solo avendo una guida spirituale? Non credo. Ma di certo l’esperienza personale del nostro padre don Bosco ci parla chiaro, ricordate cosa diceva di don Cafasso sua guida spirituale: “se io ho fatto qualche cosa di bene, lo debbo a questo degno ecclesiastico, nelle cui mani rimisi ogni mia deliberazione, ogni studio, ogni azione della mia vita”.

Vi saluto con due desideri. Primo, spero che mentre stavo parlando vi siate distratti perché vi venivano in mente figure di salesiani, suore, educatori, animatori e animatrici che vi hanno voluto bene così, e il secondo che ad alcuni di voi sia suonato nel cuore con chiarezza la possibilità che il Signore vi chiami a diventare guide sicure di giovani come lo sono stati don Bosco  e  Madre Mazzarello, a fare per altri quello che un giorno altri hanno fatto per voi.

 

Grazie e buon cammino.

 

Redazione Donboscoland

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