Ricorre oggi 17 gennaio l'anniversario di morte del venerabile Ignazio Stuchly. Fu un grande promotore delle vocazioni salesiane nell'ex Cecoslovacchia.
Ignazio Stuchly nacque ad Olomouc, in Moravia, il 14 dicembre 1869.Ebbe la fortuna di crescere in un ambiente familiare e scolastico ricco di valori cristiani, nonostante le persecuzioni. Terminò gli studi ginnasiali nella Slesia austriaca. Poiché sentiva la chiamata del Signore, gli suggerirono di andare a Torino da don Bosco.
Don Rua lo mandò a Valsalice, dove fu accolto come vocazione adulta. Dopo il noviziato, fece la filosofia a Ivrea e studiò agronomia, conseguendo il diploma. Viene mandato a Gorizia dove insegna e studia la teologia. Svolge con amore ed esattezza numerosi incarichi, tanto che ci si dimentica della sua ordinazione sacerdotale. Ignazio aspetta e obbedisce, come farà per tutta la vita, fino all’età di 32 anni.
Il suo confessionale è subito affollato perché si dice che sia un prete saggio e prudente. Chiese di andare nelle Missioni, ma don Rua gli rispose: "La tua missione è al Nord!". Nel 1921 don Stuchly fu mandato a Ljubljana a dirigere i lavori di costruzione del santuario di Maria Ausiliatrice. In una terra impoverita dalle guerre, cerca con umiltà le offerte per sostenere i confratelli e completare il santuario, che verrà terminato e consacrato nel 1924.
Nella casa di Perosa Argentina, vicino a Torino, da alcuni anni si raccoglievano i giovani cecoslovacchiche si preparavano a trapiantare l'opera salesiana in patria. Ignazio è chiamato a dirigerla, anche perché era uno dei pochi salesiani “cechi” in congregazione.
Nel 1927 fu mandato in Cecoslovacchia ad aprire la prima casa a Frystak, di cui fu direttore dal 1928 al 1934. Passò poi direttore della nuova casa di Moravska Ostrava. Ignazio ha 66 anni, ed è ormai il padre dei salesiani “cechi”.Viene dunque nominato ispettore della Cecoslovacchia, e come sempre obbedisce.
Grazie al suo carisma di governo, la regione assiste a una vasta fioritura vocazionale. Sotto di lui sorsero in Cecoslovacchia 12 case salesiane con 270 religiosi, tutti boemi e moravi, più 20 altri salesiani che lavoravano nelle Missioni. Il suo spirito di lavoro, la pietà semplice, tanto raccomandata da don Bosco, e la sua amorevolezza verso tuttifecondarono quella terra.
Affrontò la seconda guerra mondiale rafforzando nei confratelli la fede e la speranza, e operando con carità verso i più deboli. Nel 1948 terminò il suo mandato e tornò nella casa di Frystak come confessore. La bufera della persecuzione russa si scatenava sulla Cecoslovacchia, e don Stuchly vide dolorosamente la fine dell'opera salesianada lui creata. Fu colpito dalla malattia: la affrontò cristianamente, e anche allora la sua fede non vacillò. Si spense il 17 gennaio del 1953 a 83 anni di vita.
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