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C'è qualche differenza tra anima e spirito?

C'è differenza tra anima e spirito e va colta non nella natura, perché entrambi sono realtà spirituali e quindi in questo convengono, ma nella capacità di aprire l'uomo alla dimensione che va oltre la materia: lo spirito è un di più, è la capacità di arrivare a Dio e di comunicare con Lui. Ogni uomo ha un'anima spirituale, ma solo chi favorisce lo spirito ascolta la voce di Dio


C'è qualche differenza tra anima e spirito?

 

          C’è differenza tra anima e spirito e va colta non nella natura, perché entrambi sono realtà spirituali e quindi in questo convengono, ma nella capacità di aprire l’uomo alla dimensione che va oltre la materia: lo spirito è un di più, è la capacità di arrivare a Dio e di comunicare con Lui. Ogni uomo ha un’anima spirituale, ma solo chi favorisce lo spirito ascolta la voce di Dio.      1. La distinzione viene sottolineata da S. Paolo, che nella prima lettera ai Tessalonicesi (5,23) – uno dei più antichi scritti neotestamentari, risalente agli anni cinquanta dell’era cristiana – rivolgendosi ai cristiani di quella comunità dice: «Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo». «Tutto quello che è vostro» indica ciò che appartiene propriamente all’uomo, ciò che lo costituisce come tale. Quello che ci appartiene è il nostro corpo e la nostra anima insieme allo spirito. In che senso però anima e spirito si distinguono? Dicevamo che la loro differenza non va vista nell’essenza: sono la stessa dimensione spirituale dell’uomo, ma nella diversa finalità che hanno. L’anima è la forma del corpo, il principio vitale dell’uomo, lo spirito, invece, la parte più nobile dell’anima, la sua capacità di elevarsi al di sopra del finito e spingersi fino a Dio. Lo spirito fa sì che l’anima si protenda verso le realtà spirituali.           2. S. Agostino, nella Lettera 238 a Pascenzio (un seguace dell’eresia di Ario), spiega che «nelle Sacre Scritture si chiama spirito anche una parte distinta dell'unica anima d’una stessa persona. Ecco perché l’Apostolo dice: Tutto il vostro essere, spirito, anima e corpo, sia conservato per il giorno della venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Così in un altro passo sta scritto: Se pregherò con la lingua, il mio spirito prega ma la mia intelligenza resta priva di frutto. Che farò allora? Pregherò con lo spirito, ma pregherò anche con l'intelligenza (1Cor 14, 14-15). Quando al contrario diciamo Spirito Santo in un modo tutto proprio, usiamo questo termine in relazione al Padre e al Figlio poiché è lo Spirito di essi» (n. 2.15). Così si comprende, ancora una volta, che lo spirito è una parte distinta della stessa anima. Mentre lo Spirito (Santo) è la terza persona della SS. Trinità, uno con il Padre e il Figlio.  Nelle lettere paoline, in modo più ricorrente, abbiamo un parallelismo oppositivo tra carne e Spirito, tra una vita vissuta in modo materialistico e la vita nuova, a cui il cristiano è chiamato, corroborata dal soffio vitale dello Spirito di Dio (cf. ad esempio Rm 8,4; Gal 5,16). Qui Spirito sta per la Persona divina che muove con la sua grazia il nostro spirito; ci dona non uno spirito da schiavi ma da figli adottivi, e ci fa rivolgere a Dio chiamandolo Padre (cf. Rm 8,14-17). Si diventa figli di Dio per mezzo dello Spirito di Dio che agisce nel nostro spirito e ci rende conformi a Cristo.           3. Abbiamo parlato dello spirito. Ora chiediamoci anche: che cos’è l’anima? Potremo cogliere più in profondità il nostro essere persone spirituali se vediamo che in noi c’è l’anima. Lo spirito nobilita l’anima ma la presuppone. Potremmo dire in modo molto semplice così: l’anima è la mia identità umana di persona razionale e libera, cosciente e riflessiva. Essa si manifesta in noi – non si vede o si tocca perché è spirito – mediante le sue funzioni spirituali: quando penso, amo, scelgo, decido, ahimè odio, ho rancore. La mia anima specifica e contraddistingue il mio essere. Mi fa veramente essere perché solo con la mia anima posso raggiungere le dimensioni più grandi della vita. Pensiamo all’amore, alla capacità di amare e di essere amati, al perdono: un’esperienza singolare della mia anima. Per questo Gesù ci dice: «A che serve guadagnare il mondo intero se poi perdi la tua anima?» (cf. Mc 8,36).  Se salvo l’anima faccio vivere lo spirito. E solo allora vivo veramente.

 

 

Padre Serafino M. Lanzetta

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