È ora di riprendere la strada che porta a Dio

Le grandi sfide che abbiamo di fronte non si risolvono con una formula, importante o meno che sia...

È ora di riprendere la strada che porta a Dio

 

Dinnanzi ad un uomo che si è seduto sulle sue certezze sociali ed economiche, dove esse ancora permangano, bisogna intervenire con fede e voglia di gettare nel mondo un nuovo seme. Una semenza capace di far germogliare la moralità perduta e la stabilità economica. Valori trascendentali e terreni da condividere in una visione più alta della comunità che superi la conoscenza empirica delle cose.

 

L’uomo però, per non smarrirsi, deve partire dalla sua fede in Cristo. Si legge al n° 577 del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa:“La fede in Dio e in Gesù Cristo illumina i principi morali che sono l’unico e insostituibile fondamento di quella stabilità e tranquillità, di quell’ordine interno ed esterno, privato e pubblico, che solo può generare e salvaguardare la prosperità degli Stati”.

Tutto questo può avvenire se l’uomo non perde la propria personale verità, fondamento di ogni altra verità. La vita di tutti i giorni va ancorata al disegno divino, altrimenti rischia solo di apparire, ma non di essere. Ogni individuo deve saper leggere la storia e il perché nella sua vita accadano certe cose, brutte o belle che siano. C’è bisogno che si chieda cosa il Signore voglia insegnargli nella sofferenza o nella gioia. Scrive il teologo mons. Di  Bruno:

Le cose che accadano e la loro vera comprensione non sono identificabili. Si vede, ma non si comprende. Si assiste, ma non si conosce. Il Signore vuole che ognuno di noi sempre chieda a Lui, il Solo che possiede la scienza delle cose, luce perfetta per poter comprendere. È perciò stolto ogni uomo che interpreti la storia dal suo cuore.

 

È necessario piuttosto leggerla con gli occhi di Dio e interpretarla con la sua eterna sapienza. In questa direzione, c’è il sentiero giusto da percorrere per inaugurare una nuova stagione di concordia, di pace, di benessere comune. Le grandi sfide che abbiamo di fronte, dall’immigrazione alle guerre in atto; dalla cattiva nutrizione di milioni di bambini alle innumerevoli violenze infondate sulle donne; dal nuovo edonismo alla religione fai da te, ecc., non si risolvono con una formula, importante o meno che sia.

No, non una formula ci salverà, ma una Persona, e la certezza che essa ci infonde: Io sono con voi!”. 

Tutti vanno infatti a caccia di nuovi programmi – denuncia la Dottrina Sociale nelle conclusioni del suo Compendio – senza sapere che il programma c’è già. È quello di sempre, che nel Vangelo trova la sua linfa vitale. L’insegnamento di Gesù apre a quella speranza che tutti reclamano, ma che vorrebbero trovare magari in una nuova invenzione scientifica. Il cristianesimo, nonostante il peccato presente nella nostra vita, è capace di accendere la speranza e innalzare nuove grandi prospettive.

 

La cattedra di Pietro, nonostante le sue ferite, è l’unica struttura terrena in grado di rivoluzionare la vita di ognuno. Così recita il n° 578 del Compendio: “La Chiesa insegna all’uomo che Dio gli offre la reale possibilità di superare il male e di raggiungere il bene”.Solo il bene cambia le cose e rivitalizza il mondo. Fuori di esso non c’è via da seguire. Ma il bene non è un calcolo solidale, ma uno slancio totale in un modello esistenziale che da oltre duemila anni indica la strada giusta per salvarsi e redimersi.

Rafforza questo pensiero, ancora una volta, mons. Di Bruno: “Dio e luomo devono camminare insieme. Se luomo si separa da Lui, non solo dal Vangelo, ma anche dalla sapienza, precipita nelle tenebre. Senza Dio, nulla si comprende di quanto avviene, non c’è conoscenza né della storia e né di se stesso. Dio è la sola luce di ogni evento”. Come si può costruire la civiltà dell’amore, a cui si tende in ogni angolo del pianeta? Al punto 581 della DSC si legge che “L’amore deve essere presente e penetrare tutti i rapporti sociali”.  

 

Ma come può avvenire un miracolo così grande se si è tolto dalla storia il Dio Creatore e Signore dell’uomo e dell’universo. Quale verità possiamo perciò avere sull’uomo e le cose? Di Bruno non ha dubbi sul comportamento di una larga parte della presenza umana sulla terra: “Si sta combattendo una battaglia satanica, infernale con Cristo, il Redentore e il Salvatore delluomo e delluniverso. Così non c’è salvezza. Dello Spirito Santo sta scomparendo anche lidea che possa esistere. Luomo è condannato ai suoi istinti peggiori senza alcun controllo”.

Tutto l’opposto di quanto richiede un futuro proiettato all’amore vero. Purtroppo molti credenti, oggi, si vergognano di affermare che la Vergine Maria è Madre vera di Gesù, il Figlio Eterno del Padre. Le nostre case mancano della benedizione che scaturisce da uno stile di vita connesso con il cielo. Non è forse vero che disprezziamo spesso la stessa Chiesa? È pericoloso per il bene dell’uomo svenderla o svuotarla dei suoi ministeri e dei suoi carismi che sono la sua vita.

 

Chi volge oggi lo sguardo alle sacre scritture? Può il progresso annullare la sapienza divina? Si rischia di perdere il contatto con la trascendenza. Una azione destabilizzante che porta l’uomo a perdere la sua verità, annullando di fatto la sua fonte sapienziale e consegnandosi ad un modello sociale privo di ogni tutela evangelica. Forse si avranno mille comodità in più, ma con l’animo atrofizzato prima o poi si cadrà nel burrone “scintillante” di una comunità senza Dio. L’uomo è nel mondo per essere, all’opposto, strumento vivo del cielo.

 

 

Egidio Chiarella

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