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Un Anno con Don Bosco: 25 Marzo

Domenica 25 Marzo 2012, secondo appuntamento del nuovo ciclo di incontri (Anno II) di “Un Anno con Don bosco”, il cammino di approfondimento del carisma salesiano. La relatrice, Suor Anna Rita Cristaino, ci ha introdotto agli “Scritti pedagogici e spirituali di Don Bosco”.


Un Anno con Don Bosco: 25 Marzo

da MGS News

del 27 marzo 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

           Domenica 25 Marzo 2012, secondo appuntamento del nuovo ciclo di incontri (Anno II) di “Un Anno con Don bosco”, il cammino di approfondimento del carisma salesiano proposto dalla Ispettoria Salesiana San Marco, l’Ispettoria Triveneta Madre Mazzarello e l’Associazione Salesiani Cooperatori Nord Est.

La relatrice, Suor Anna Rita Cristaino, ci ha introdotto agli “Scritti pedagogici e spirituali di Don Bosco”.

          Negli ultimi anni di vita don Bosco comincia a scrivere alcuni testi che si riveleranno preziosi per tramandare il pensiero e la dottrina del Santo. La sua volontà è di trasmettere ai posteri il suo messaggio e il suo progetto educativo rivolto ai giovani. I cosiddetti “scritti pedagogici” includono, tra gli altri, le “Memorie” (dal 1841 al 1886), alcune lettere ai Salesiani d’America e, in particolare, la nota “Lettera da Roma” del 10 Maggio 1884. Quest’ultimo documento in particolare può essere considerato il commento più autentico e prezioso del Sistema Preventivo: il suo contenuto è uno dei più efficaci e ricchi documenti pedagogici di don Bosco e si configura inoltre come una sorta di suo personale testamento spirituale ai Salesiani e ai giovani.

          Se agli inizi, attorno al 1860, la Congregazione salesiana era composta da 17 Salesiani, educati personalmente da Don Bosco, quando scrive questa lettera la Congregazione si era ingrandita contava già 554 Salesiani e 210 novizi e diventava più difficile garantire una adeguata formazione a tutti. Don Bosco si preoccupa di non perdere lo spirito degli inizi e scrive questa lettera per farsi sentire sia ai giovani, sia ai salesiani, sia agli educatori.

          Don Bosco scrive questa lettera alla comunità salesiana di Valdocco a Torino, dove tutto cominciò, ma in realtà è come se scrivesse ai giovani di tutto il mondo e, ancora oggi, a ciascuno di noi.

          “Vicino o lontano io penso sempre a voi. Un solo è il mio desiderio, quello di vedervi felici nel tempo e nell’eternità”: già con l’apertura e il saluto iniziale di questa lettera, don Bosco si presenta come uno che “vi ama teneramente in Gesù Cristo ed ha il dovere di parlarvi con la libertà d’un padre”.

          Con l’efficace tecnica narrativa del sogno don Bosco mette a confronto l’immagine dell’Oratorio di Valdocco delle origini con l’immagine dello stesso oratorio ai tempi in cui scrive la lettera, quando era venuto in parte meno il clima di familiarità e lo stile educativo che a lui stavano tanto a cuore. Don Bosco intendeva rimettere al centro dell’attenzione dei suoi Salesiani il momento fondamentale della ricreazione, momento di incontro tra giovani, tra Salesiani e giovani, momento in cui si può conoscere meglio il ragazzo ed entrare in un clima di familiarità e confidenza con lui.

          La Lettera da Roma di don Bosco ruota attorno alle nozioni di “amore” e “confidenza”. L’importanza di una continua “disponibilità”, di uno stile educativo improntato alla famiglia, è per don Bosco essenziale e per questo la sua parola d’ordine era “assistenza”, cioè un attivo “esserci”.

          Un’ulteriore nozione che don Bosco fa risaltare nella Lettera da Roma verte sul tipo delle relazioni che devono regnare tra educatori e allievi. Don Bosco intende gli educatori non soltanto come dei “superiori” ma anche innanzitutto come “padri, fratelli e amici”, presupposto fondamentale affinché si crei quella “allegria e pace”, ovvero quel clima benevolo e di famiglia che deve regnare nelle istituzioni educative, clima indispensabile per la crescita e la maturazione dei giovani. In particolare, l’immagine per eccellenza cui don Bosco ricorre a riguardo del rapporto educatore-giovane è quella dell’amico.

          Ed è proprio così che don Bosco si firma in calce alla lettera: “Vostro aff.mo amico in Gesù Cristi, Sac. Gio. Bosco”.

          Prossimo appuntamento con “Un Anno con Don Bosco” Domenica 13 Maggio 2012. E’ possibile scaricare il volantino ufficiale con il programma completo degli incontri.

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