Strada verso il nulla

La macchina ci passa accanto. Il loro aspetto è di quattordicenni, ma se guidano allora di anni ne devono avere almeno diciotto. Il maschio pilota concentrato: cappello in testa, guarda dritto davanti a sè. La ragazza ha una faccia da bambolina...

Strada verso il nulla

da Quaderni Cannibali

del 29 aprile 2006

Strada verso il nulla

Giorno di festa. Mio figlio - quasi sette anni - è cresciuto di cinque centimetri negli ultimi sei mesi ed adesso riesce ad andare sulla bicicletta nuova senza fracassarsi. Lo scorto mentre prende confidenza con i pedali, guidandolo verso stradine di campagna che non abbiano pericolosi bolidi sfreccianti.

Il sole è caldo, d'altra parte è primavera. Le gemme sugli alberi cominciano ad aprirsi. Tutt'intorno i campi. L'asfalto finisce, comincia lo sterrato. Ci fermiamo. Non è ancora abbastanza sicuro sulla sella per affrontare le buche fangose della stradicciola. Giriamo le bici, ci accingiamo al ritorno. Inaspettatamente, arriva un'automobile. So che alle mie spalle ci sono ancora un paio di chilometri di nulla prima che la pista si perda nella terra arata. Chi può essere?

La macchina ci passa accanto. Il loro aspetto è di quattordicenni, ma se guidano allora di anni ne devono avere almeno diciotto. Il maschio pilota concentrato: cappello in testa, guarda dritto davanti a sè. La ragazza ha una faccia da bambolina, forse un filo troppo truccata. Anche lei ha uno sguardo fisso in avanti, non mi guarda, forse pensa ad altro, forse non osa. C'è qualcosa in quegli occhi. Rassegnazione? Vergogna? Paura? Vuoto?

L'automobile prosegue sobbalzando sulla stradina, diretta verso la sua destinazione, un posto discreto e nascosto in mezzo al nulla. Mio figlio non capisce, mio figlio non sa: è già ripartito, impaziente. Forse tra qualche anno cercherà anche lui campagne solitarie, quando gli ormoni cominceranno a cantare la loro canzone possente nel suo corpo adolescente.

Io spero da parte mia cercherò di spiegargli che l'amore non è solo possesso, fargli comprendere il rispetto, fargli capire cosa vuol dire volere bene.

 

Insegnare che si possiede veramente solo ciò che si rispetta, che il valore di un amore non si misura a prestazioni, che quasi mai amare significa concedersi, che ciò che è desiderato perde di valore se è facilmente ottenuto, che l'istintività è degli animali e non degli uomini: 'Più amò chi il fiore non colse'...

Non so se ci riuscirò. Certe lezioni si imparano spesso solo per la via più dura, e come combattere contro un mondo che ti urla il contrario di ciò che è bene? E se anche desideriamo per i nostri figli che la vita risparmi loro le sofferenze di chi sbaglia, non possiamo negare loro la libertà che da Altro è data.

Possiamo solo affidarli.

Clive Staples Lewis

http://berlicche.splinder.com

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