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SOS: giovani in cerca di maestri

Passione e speranza: l'altra faccia (vera) dell'adolescenza. Diversamente da quanto fanno credere i media, i ragazzi oggi sono pronti a impegnarsi. Ma necessitano di profeti e maestri. «Cose che nessuno sa», il libro di Alessandro D'Avenia, affronta il tema della maturazione della co¬≠scienza di una quattordicen¬≠ne...


SOS: giovani in cerca di maestri

da Quaderni Cannibali

del 13 gennaio 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

          Sarà perché è un tempo sempre più lungo, sarà perché si tratta di una stagione labile ed esposta a rischi e a condizionamenti, ma l’adolescenza è uno dei temi caldi della pubblica opinione. «Cose che nessuno sa», il libro di Alessandro D’Avenia, affronta il tema della maturazione della co­scienza di una quattordicen­ne in cerca del padre scap­pato da casa. Bernardo Ber­tolucci ritorna sul set con «Io e te», dando spazio al tormentato rapporto di un quattordicenne con la sua fa­miglia e il mondo esterno.

          Francesco Bruni fa buoni incassi con «Scialla-stai sere­no », un film che riflette sul­l’esigenza degli adolescenti di trovare una guida per sco­prire se stessi. Dal canto loro i giornali ci consegnano una realtà più gretta della finzio­ne. Titoli come «Ucciso a 16 anni da un coetaneo per una sigaretta», «Dopo il rogo an­ti rom la sedicenne del finto stupro si scusa», «Costretta a prostituirsi a 13 anni» offro­no uno spaccato dell’insicurezza in cui si dibatte il mon­do dell’adolescenza. Ma il quadro non è completo se al­la cronaca nera non si af­fiancano immagini di senso opposto, quelle per esempio dei ragazzi accorsi a dare u­na mano ai colpiti dall’allu­vione in Liguria e dalla frana nel messinese. L’adolescen­za sana è l’altra faccia della medaglia, anche più consi­stente della prima, ma di cui poco si parla nei media.

          Oscillanti tra entusiasmi e scoraggiamenti gli stati d’a­nimo degli adolescenti non differiscono di molto da quelli di epoche passate. Per­fino nella Bibbia troviamo in­teressanti profili di adole­scenti la cui esistenza mostra le inquietudini di quest’età. Episodi toccanti sono quelli di Isacco, di Giuseppe, dei fratelli Maccabei e di Gesù stesso. San Luca riferisce la preoccupazione di Maria e Giuseppe seguita dal ritrova­mento del figlio adolescen­te, che a loro insaputa discu­teva con i dottori nel Tempio di Gerusalemme.

          Oggi però sono da considerare specifi­cità di carattere psicologico, biologico ed emotivo assai diverse di altre epoche. Basti pensare che l’adolescenza i­nizia prima di quando co­minciava in passato e dura almeno un decennio, e poi c’è la crisi economica che smonta non po­chi archetipi. Non era mai suc­cesso che una generazione di adolescenti si sentisse depres­sa pensando di dovere passare un’esistenza peggiore dei propri genitori. A livello di educazione sta anche venendo meno qual­cosa di profetico nell’aiutare gli adolescenti a riordinare il loro mondo interiore secon­do una scelta di libertà e di responsabilità. Come è pos­sibile educarli alla giustizia e alla pace, di cui parla Bene­detto XVI nel messaggio per la Giornata mondiale della pace, se le agenzie educative, a cominciare dalla famiglia, si sottraggono facilmente al compito di seguire le incli­nazioni dei ragazzi e trasfor­marle in vocazioni autenti­che? Inoltre gli educatori si trovano a disagio di fronte a un mondo che rende caoti­che e confuse le scelte degli adolescenti, propensi più a seguire le inclinazioni del momento che le proposte di vita a lungo termine. Già so­lo abilitarli all’attitudine cri­tica verso modelli di vita che non portano felicità, aiutan­doli a liberarsi dai condizio­namenti culturali e dall’aggressione dei «lupi travestiti da agnelli», significa aiutarli a fare un passo importante nella vita. Se tuttavia sono ben guidati diventano a loro volta guida e testimonianza per tanti, non solo per i coetanei.

          Emblematiche le vite di non pochi santi adolescenti, da Tarcisio a Domenico Savio, ai recenti servi di Dio Silvio Dissegna e Maria Orsola Bus­sone, avviati prestissimo dai loro genitori all’incontro per­sonale con Cristo e a un rap­porto sereno con la Chiesa. Nell’accompagnare gli ado­lescenti nelle loro scelte en­tra in gioco anche l’ipotesi di una vocazione al sacerdozio e alla vita religiosa, ma anche qui i problemi da superare sono molti. La società non aiuta la «vocazione sacra» perché è quanto di più anti­consumistico esista: è il do­no, è la vita per l’altro, è il pas­so indietro dell’Io per far po­sto all’Altro. Un’esperienza significativa in questo cam­po la svolgono i Seminari mi­nori, spesso ingiustamente criticati. Ce n’è uno a Verona, dove 89 ragazzi formano una comunità vivace che coin­volge anche le famiglie dei seminaristi. Nessun lavaggio di cervello. A leggere i dati de­gli anni precedenti solo il 10% proseguirà verso il sa­cerdozio, molti diventeran­no bravi mariti e punti di ri­ferimento nelle parrocchie, ma per tutti il Seminario re­sterà una scuola di vita e di li­bertà.

Vito Magno

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