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Solo e sempre ritagli (Lc 21, 1-4) SERIE: D'amore si muore, di speranza si vive

A Dio invece occorre arrivare con tutto il cuore. Amerai Dio con tutto il cuore con tutta l'anima e con tutta la mente. Questo termine “tutta” è stata sempre interpretato in maniera approssimata, con una specie di “si fa per dire”.


Solo e sempre ritagli (Lc 21, 1-4) SERIE: D'amore si muore, di speranza si vive

da L'autore

del 22 dicembre 2006

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Col cambio delle lire in euro sono tornate di moda in chiesa le monetine. A Dio per i suoi poveri occorre non sprecarsi troppo, l’offertorio alla messa è il rito liberatorio degli spiccioli che pesano sempre troppo. Ma la cosa più grave è che questo comportamento se ne porta dentro uno molto più grave: quello di dare a Dio solo i ritagli di tutto: ritagli di cuore, perché gli affetti sono altrove e spesso disordinati; ritagli di tempo, perché per la Parola di Dio non c’è mai tempo, mentre impariamo a memoria i telegiornali che ripetono per giorni interi gli stessi servizi; ritagli di vita perché il centro siamo noi e non molliamo niente di vero agli altri e tanto meno a Dio; ritagli di preghiera che sgorga solo quando ne abbiamo bisogno… Solo e sempre ritagli.

Una donnetta, semplice, schiva, piegata, paurosa della sua stessa ombra, povera e dimessa transita davanti al tesoro del tempio. Le televisioni non la riprendono, hanno appena fatto un servizio sui benefattori, i cui nomi finiranno su una lapide a perenne memoria. Davanti a lei sono passati ricchi commercianti che hanno buttato nel tesoro pezzi pesanti di oro, forse un talento, possibilmente sminuzzato in tante monete sonanti per far voltare la gente e far nascere ammirazione. Lei invece un po’ confusa scuce le sue ultime monetine, dice il vangelo tutto quello che aveva per vivere, il suo necessario. Gli altri portano il superfluo. Tanto in banca ne abbiamo ancora. Abbiamo programmato di fare una elargizione ai poveri, è prevista, ci fa fare anche bella figura. Devono sapere che c’è ancora gente per bene che si ricorda della chiesa, dei poveri. Forse stanno solo restituendo quello che hanno tolto ingiustamente, ma comunque è sempre e solo superfluo, ritagli.

A Dio invece occorre arrivare con tutto il cuore. Amerai Dio con tutto il cuore con tutta l’anima e con tutta la mente. Questo termine “tutta” è stata sempre interpretato in maniera approssimata, con una specie di “si fa per dire”. Invece a Dio non si giunge mai con il superfluo, ma con il necessario. Abramo con suo figlio sul monte, Gesù sulla croce hanno dato tutto. Tutto è compiuto. Una decisone così ci riempie di speranza e di salvezza. Che Dio ce ne faccia degni .

mons. Domenico Sigalini

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