News 2

Sofia, miracolo di vita che vince la morte

A Napoli c'è una donna coraggiosa. Malata di cancro, ha rifiutato le cure per poter portare a termine la gravidanza...


Sofia, miracolo di vita che vince la morte

da Attualità

del 26 maggio 2006

 

La piccola nascerà il 10 giugno. Solo allora sua madre accetterà le cure contro un cancro che la sta minando: «Ho seguito il mio cuore». Tonia, 31 anni, una laurea in giurisprudenza, è affetta da tumore con metastasi al collo. «La chemioterapia avrebbe ucciso mia figlia».

 

Batte il cuoricino di una bambina ancora al sicuro nel caldo grembo della mamma e quel pulsare leggero ha il suono forte di campane in festa. Lo ascoltiamo, miracolo di vita, miracolo di tenacia, miracolo d'amore, attraverso la voce della sua mamma. Due donne: Sofia, che presto vedrà la luce, Tonia, che temeva di non poter mai guardare gli occhi e il sorriso della sua bimba. Madre e figlia, che un destino beffardo e tragico stava per dividere prima che avessero coscienza l'una dell'altra. Perché a Tonia, malata di tumore, avevano consigliato di abortire subito e proseguire la cura chemioterapica. Tra la salute e la sua bimba, Tonia ha scelto sua figlia.

La loro storia comincia tre anni fa, quando Tonia e Nicola si trovano davanti all'altare per scambiarsi le fedi e avviarsi a una vita in comune. Tonia Accardo, oggi 31enne, è laureata in giurisprudenza e lavora ad Ercolano, allo Sportello Unico. Vive a Torre del Greco, dove è nata, con il marito Nicola Visciano, 37enne, commercialista. Il loro desiderio è di avere tanti bambini. E si preparano con amore ad accogliere il primo. Ma due anni trascorrono senza che l'evento tanto atteso si compia. Sembra proprio che ci vorrà molto tempo e tanta speranza. Intanto Tonia comincia ad avvertire alcuni disturbi. Ad agosto dell'anno scorso i medici le annunciano non che è incinta, ma che ha un tumore alla ghiandola salivare sottolinguale. Si può operare e a settembre Tonia si sottopone all'intervento chirurgico, che riesce ma non è sufficiente a respingere il male: occorrono cure più aggressive dei ferri del chirurgo. Il primo ciclo di cure radioterapiche è fissato a ottobre, proprio quando Tonia scopre di aspettare un bambino. I ginecologi cui si rivolge hanno per lei lo stesso consiglio: abortire. Solo il pensiero fa inorridire Tonia. Lei vuole portare avanti la gravidanza e ad ogni costo. A questo punto se c'è qualcosa da rifiutare è l'aborto, e anche la chemioterapia, per non compromettere la salute del suo bimbo. «Ero troppo felice al pensiero della gravidanza - racconta. - Mai avrei deciso di interromperla. Mio marito era preoccupato per la mia salute e lo è ancora, ma davanti alla mia serenità, al mio ottimismo ha dovuto cedere».

Sette mesi trascorrono tra ansia e gioia, senza chemio e senza altre cure. Il bimbo, che poi Tonia saprà essere una femminuccia, cresce. Ma si espande anche il tumore alla ghiandola salivare, le metastasi le invadono il collo. Comincia il peregrinare suo e di Nicola per ospedali e cliniche. Tonia si rivolge ai migliori specialisti d'Italia, ma tutti si rifiutano di operarla, nessuno si assume la responsabilità di un intervento così delicato su una donna incinta e che da mesi non si cura. «Mi dicevano tutti che dovevo rinunciare al bambino se volevo continuare a vivere - ricorda ancora con amarezza. - Ora so di aver commesso un solo errore: non essermi affidata subito ai medici del Pascale».

È all'Istituto dei tumori di Napoli che Tonia e Nicola approdano. Il dottor Franco Ionna, primario del reparto di Otorinolaringoiatria-Maxillofacciale ascolta, esamina con la sua équipe il caso di Tonia e decide di accettare e di condividere quella non facile scelta. Mario Santangelo, direttore generale del Pascale, si impegna perché siano rilasciate le autorizzazioni necessarie.

Due settimane fa Tonia è stata sottoposta al nuovo intervento chirurgico. Accanto alla sala operatoria è stata allestita una camera prenatale e all'operazione sono stati presenti anche i ginecologi dell'Istituto e due neonatologi del Policlinico. «Non poteva essere trascurata nessuna eventualità - spiega il dottor Ionna. - Dovevamo essere pronti anche per un parto cesareo di emergenza. L'intervento è durato cinque ore. L'operazione è riuscita, ma la signora adesso ha bisogno di cure radioterapiche. Ecco perché la bambina nascerà prima dei nove mesi».

Sofia vedrà la luce il 10 giugno alla clinica Villa Betania e Tonia ora sorride e dice: «Ho soltanto seguito il mio cuore».

Valeria Chianese

http://www.avvenire.it

Versione app: 3.13.5.5 (0d94227)