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Quaresima è fare festa allo sposo Gesù (Mt 9, 14-15) SERIE: D'amore si muore, di...

Nella felicità, nella gratuità, nel dono si scopre che la vita è bella. Abbiamo trovato un grande baobab da cui si coglie la gioia di essere vivi al di sopra di ogni tristezza. Allora lo sguardo si alza al creatore e la vita lo canta. Spesso durante la festa ci si trova a canticchiare, a zufolare con le mani in tasca. Probabilmente è la percezione inconfessata di una 'serenata' al creatore.


Quaresima è fare festa allo sposo Gesù (Mt 9, 14-15) SERIE: D'amore si muore, di speranza si vive

da L'autore

del 10 novembre 2006

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In verità quando si fa quaresima non ci si accorge molto. Non è che vedi in giro meno cristiani a divertirsi, a mangiare di tutto e di più. In un qualsiasi autogrill, la venerdì fai fatica a trovare di magro da mangiare, le stesse pensioni religiose si dimenticano di qualsiasi attenzione al digiuno.

Ci si accorge di pi√π quando i mussulmani fanno Ramadan. Ricordo due ragazzine in un oratorio in mezzo a tanti bambini alla merenda del dopo scuola. Tutti si abbuffavano e loro tranquille sedute in disparte a guardare. Gli amici le invitano e loro senza scomporsi: noi facciamo ramadan. Nessuno ha avuto niente da dire, anzi si sono fatti pi√π di una domanda.

A noi il nostro fondatore Gesù ha detto di non far vedere a nessuno che facciamo penitenza, ma di farla seriamente; di pregare non in piazza, ma nel segreto della nostra casa; di non coprirci di sacco e cenere ma di profumarci mentre facciamo digiuno. Solo che noi all’italiana abbiamo preso per buono solo la prima parte; non ci facciamo vedere a fare penitenza perché non la facciamo proprio. Gesù ancora di più ci dice che la vita del cristiano non è una penitenza, un digiuno, ma una festa perché possiamo sempre stare con Lui. Lui è lo sposo che vive nozze eterne con noi, lui si fa presente e sparge gioia attorno a sé. Ma la sua è gioia vera, non è sballo, non è crapula, non è egoismo.

Per Gesù la festa è mettersi tutto su una bancarella di mercato e dire : eccomi, sono qui, sono a disposizione, a qualcuno interessa avere quello che io ho da donare? Se trovi qualcuno che ti ascolta è una gioia, come sempre ce n'è nel dare. E’ cantare a chi ti ha dato la vita la gioia di essere vivi .

Nella felicità, nella gratuità, nel dono si scopre che la vita è bella. Abbiamo trovato un grande baobab da cui si coglie la gioia di essere vivi al di sopra di ogni tristezza. Allora lo sguardo si alza al creatore e la vita lo canta. Spesso durante la festa ci si trova a canticchiare, a zufolare con le mani in tasca. Probabilmente è la percezione inconfessata di una 'serenata' al creatore.

Avere questi sentimenti non è contrario alla penitenza che Dio ci chiede, ma ne è l’anima. Il cristiano non ama soffrire, ma è capace di soffrire per far felici gli altri,a cercare e offrire speranza.

Ma questa speranza dove la trovo?

 

mons. Domenico Sigalini

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