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Omelia: “Parla, Signore, che il tuo servo ti ascolta!”

La Liturgia della Parola di questa domenica è straordinaria: un Dio che attraversa il mondo, che percorre le strade dell'universo e ... chiama, invita, fa sentire la sua voce da Innamorato e non si rassegna: bussa, aspetta, ritorna e non si stanca di chiamare. E sai perché Dio chiama? Perché Dio ha bisogno di te!


Omelia: “Parla, Signore, che il tuo servo ti ascolta!”

da Quaderni Cannibali

del 12 gennaio 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk'));  Letture: 1 Samuele 3,3-10.19        1 Corinzi 6, 13-20            Giovanni 1, 35-42           Tra i tanti titoli che la Bibbia attribuisce a Dio c’è anche questo: “Colui che chiama”! Nessuno è anonimo davanti al Signore che “conta il numero delle stelle e le chiama ciascuna per nome”! La Liturgia della Parola di questa domenica è straordinaria: un Dio che attraversa il mondo, che percorre le strade dell’universo e … chiama, invita, fa sentire la sua voce da Innamorato e non si rassegna: bussa, aspetta, ritorna e non si stanca di chiamare. Pensa che una preghiera dell’Antico Testamento dice: “Rivelami, Signore, il nome con cui mi hai chiamato prima che fossi concepito in grembo da mia madre!” Dio chiama perché ama, perché il suo invito è in vista di un compito da svolgere, una missione da realizzare per la gioia di tanti. E sai perché Dio chiama? Perché Dio ha bisogno di te! Nella sua Onnipotenza ha voluto avere bisogno delle persone,  con il grosso rischio di sentirsi sbattere la porta in faccia con un sonoro “NO”.            Scorri l’Antico Testamento e incontri tante persone, tra cui i Profeti. Questi sono persone che Dio chiama, perché portino la sua parola al popolo d’Israele nel Suo nome.  Dio ha voluto avere bisogno di Isaia, Geremia, Osea, Amos, Daniele, Ezechiele…. Ha affidato loro un compito ed essi hanno obbedito e così facendo hanno realizzato la loro vocazione.           1. “Samuele!” “Eccomi!”: leggi la splendida pagina della vocazione di Samuele. C’è da commuoversi per la freschezza e la luminosità che trasmette. Per tre volte risuona la chiamata di Dio e per tre volte Samuele risponde: “Eccomi”. Alla quarta, dietro suggerimento del sacerdote Eli, esclama: “Parla, Signore, che il tuo servo ti ascolta!”            E’ la dichiarazione di disponibilità totale, è la decisione di abbandonarsi tra le braccia di Dio promettendogli non solo ascolto, ma anche obbedienza. In questo modo Samuele conosce il Signore, cioè fa esperienza di chi sia veramente il Signore, si consegna a Lui, offre la sua completa disponibilità a collaborare alla sua opera di salvezza. Siamo nel mese di don Bosco e mi viene spontaneo pensare a lui: da ragazzino sente un grande desiderio nel suo cuore: fare del bene ai suoi compagni e, per realizzare questo, sogna di diventare prete. Ma ci sono tanti ostacoli (mancano i soldi per studiare, non sa a chi rivolgersi, il suo primo maestro e confidente, don Colosso, muore e lui si trova nuovamente solo….); eppure quella voce che chiama non lo abbandona; passeranno dieci anni (gli studi nella scuola pubblica di Chieri, il seminario…) ma finalmente all’inizio di giugno del 1841 celebra la sua prima messa: don Bosco è prete … per i giovani e tale resterà fino al 31 gennaio del 1888, quando li lascerà dando loro questo appuntamento: “Vi aspetto tutti in Paradiso!”           2. Una parola sulla vocazione: è l’occasione giusta per rispondere ad una domanda che mi sento rivolgere spesso: “Come faccio a scoprire la mia vocazione? Cosa vuole Dio da me?” Intanto è già bello porsi questa domanda, che è segno di una buona maturità spirituale. Tanti giovani vanno avanti nella vita senza mai prendere sul serio quella preghiera che Gesù ha incastonato nel Padre nostro: Sia fatta la tua volontà! Dicono gli esperti che questa è la richiesta fondamentale, la più importante, quella che riassume tutte le altre. È la preghiera di Gesù durante la sua passione, fino alla morte di croce; Lui è il Figlio obbediente che realizza la vocazione del Padre: “Che tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza!”Non si arriva a prendere sul serio la propria vocazione senza una maturazione interiore, che comporta un cammino spirituale fatto di preghiera, di lettura della Parola di Dio, di crescita attraverso i sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. Su questo terreno sboccia il desiderio di “fare la volontà di Dio” e prima ancora di conoscerla per poi poterla realizzare. Il problema è proprio qui: come conoscere la volontà di Dio?Ecco alcune indicazioni:o    Resta sempre condizione essenziale il coltivare la vita interiore, curare un clima di preghiera e di vita di grazia (cioè di amicizia con Gesù, evitando il peccato) e anche un po’ di silenzio: la chiamata si fa udire da Samuele di notte, quando tutto tace, quando non ci sono rumori che la confondono o la rendono impercettibile. Solo la solitudine e il silenzio permettono di cogliere le indicazioni di Dio; dove regnano frastuono, disordine e confusione è impossibile riconoscere la voce che chiama!o    Essere vigilanti, giovani con gli occhi aperti, perché il Signore parla, chiama, ma occorre essere desti e attenti per saper distinguere quella voce dalle altre. Anche Samuele per ben 3 volte confonde la voce di Dio con quella del sacerdote Eli. Dio non si scoraggia di fonte alla nostra sordità, è paziente e insiste fino a quando non ci decidiamo a prestare attenzione alla sua parola.o    La chiamata di Dio passa attraverso la tua vita, il tuo cuore. Si tratta di segni che solo tu puoi leggere e decodificare: una persona la cui vita ti affascina, un dolore, un’esperienza di servizio, un caso di sofferenza o di morte, la gioia del donare, il desiderio di far contenti gli altri, la lettura di un brano di Vangelo, l’amore a Gesù….. o    C’è dentro tutta questa ricerca una “spia” che va tenuta in considerazione: la gioia. Pensarti in quel genere di vita ti dà più gioia che il pensarti in un altro. Per Giovanni Bosco il vedersi sacerdote in mezzo ai giovani lo rendeva più felice e realizzato del vedersi con una moglie e dei figli. Quello stato di vita,  pensando al quale ti senti più ricco di gioia, molto probabilmente è quello che fa per te.o    Chi però dà l’indicazione giusta al giovane Samuele è il sacerdote Eli. Di qui l’importanza di una guida che ti conosca e quindi sappia aiutarti in questa ricerca. S. Francesco di Sales fin dalle prime pagine del suo capolavoro (la Filotea) scrive: “Cerca una guida che ti accompagni: è questa la raccomandazione delle raccomandazioni!” Don Bosco per tutta la vita non si è mai stancato di ripetere ai suoi giovani l’importanza di un “confessore stabile”, cioè di un amico dell’anima che sappia incoraggiare, sostenere, dare indicazioni di percorso… o    Essere generosi con Dio, non giocare sempre al ribasso, ma puntare in alto. Conosco tanti amici e amiche che sono ottimi papà e mamme di famiglia e che mi hanno confidato come ad un certo punto della loro vita hanno sentito con chiarezza l’invito di Gesù ad una vita di consacrazione religiosa o sacerdotale. Non se la sono sentita e non per questo non sono credenti seri. Tutt’altro. Anche don Bosco avrebbe potuto sposarsi, avere dei figli, mettere in piedi un’industria e si sarebbe salvato l’anima. Non avremmo avuto tutto quel mare di bene cui ha dato il via con la grande Famiglia Salesiana!  o    Avere a cuore le necessità della Chiesa: queste possono diventare ragione di una scelta in un campo o nell’altro (nella famiglia o nella vita consacrata), dipende sempre dalle qualità personali, dalle indicazioni di percorso adocchiate, dalla gioia e generosità del cuore.o    Ancora una cosa: oggi per diventare preti o suore ci sono molti filtri, molti momenti di discernimento per evitare sbagli clamorosi. Non così per la via al matrimonio, dove purtroppo ci sono pochi aiuti. In questa direzione vanno gli incontri di “Siamo la coppia più bella del mondo” (cfr Sito: www.unigio.it)            3. “Che cercate?” è la domanda che Gesù pone a due discepoli di Giovanni il Battista che lo stanno seguendo. Sentila diretta a te, qualunque sia la tua età e situazione di vita. Cosa cerci, cosa occupa in questo momento il tuo cuore come desiderio, sogno, progetto? Accompagno la tua riflessione con tanta preghiera allo Spirito Santo, alla Madonna e a don Bosco.

Don Gianni

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