«Credo assolutamente in qualcosa, altrimenti a che scopo?» (Gus).
«Forse non c’è nessuno scopo» (Hazel).
«Non posso accettarlo…sono innamorato di te… e lo so che l’amore è solo un grido nel buio e l’oblio è inevitabile… e che siamo tutti condannati e che un giorno tutte le nostre fatiche ritorneranno alla cenere. E so perfettamente che il sole inghiottirà l’unica terra che abbiamo…e sono innamorato di te… scusa» (Gus).
«A cosa stai pensando?» (Hazel).
«All’oblio… lo so è una cosa infantile, ho sempre pensato che sarei stato un eroe, che avrei avuto una grande storia da raccontare, qualcosa che avrebbero pubblicato su tutti i giornali… insomma dovevo essere speciale» (Gus).
«Tu sei speciale Gus… e non sono d’accordo con te. Questa tua ossessione di essere ricordato… sono arrabbiata perché penso che tu sei speciale… non ti basta? Tu credi che l’unico modo per dare significato alla tua vita sia che tutti ti ricordino, che tutti ti amino, ma indovina Gus… la tua vita è questa, questo è quello che hai, hai me, hai la tua famiglia, hai questo mondo e finisce qui. E se non ti basta allora… mi dispiace… ma non è poco… perché io ti amo» (Hazel).
Un paio di dialoghi estrapolati dal film “Colpa delle stelle” (2014), dove due giovani, entrambi malati di cancro, si trovano a vivere una incredibile storia di amore. Un film che vale la pena di vedere, dove il “per sempre”, che si accompagna ad ogni storia d’amore che si rispetti, si scontra con l’inesorabile legge della fine, del termine, cui l’uomo non può sfuggire.
Le due ore di film non fanno altro che provare a dire che l’unico spazio dove sia possibile parlare della morte è l’amore. Potremo dire che è una traduzione contemporanea del cuore del Cantico dei Cantici: «forte come la morte è l'amore, tenace come il regno dei morti è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina!» (Ct, 8,6-7).
Pur sapendo che Qualcuno ci ricorda che quel “come” diventa “più forte della morte”.
So long!
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