Famiglia

Non volete bambini viziati? Fatevi aiutare in casa

Le faccende domestiche aiutano a sviluppare competenze fondamentali.


Rispetto alle generazioni precedenti, i genitori di oggi sono più partecipativi e più attenti a “caricare” i figli con le più svariate attività. Ogni giorno si dedicano di più alla cura dei figli. Si ritagliano del tempo per le attività extrascolastiche. Sono più collaborativi con i compiti a casa.

Ma c’è un ambito in cui i genitori moderni si aspettano meno dai propri figli rispetto ai genitori delle generazioni passate: le faccende domestiche. Circa l’80% dei genitori con figli piccoli ammette di aver contribuito alle faccende domestiche in passato, ma solo il 30%, oggi, si fa aiutare dai figli, secondo un sondaggio di Braun Research, che si occupa di ricerche di mercato. 

Eppure, assegnare loro piccoli compiti casalinghi è un metodo sorprendentemente efficace per incoraggiare senso di responsabilità e autonomia (e per concedere ai genitori una meritata pausa, tra l’altro). Ecco perché le faccende di casa sono così importanti – ed ecco anche alcune strategie per continuare con il piede giusto.

Le faccende domestiche aiutano a sviluppare competenze fondamentali.

Ad un livello più elementare, le faccende di casa sono importanti perché grazie a loro i bambini imparano a prendersi cura di sé stessi e svolgere attività basilari come lavare, pulire e vigilare sullo spazio che li circonda.

“Fondamentale insegnare ai nostri figli queste competenze di base!” spiega Bethany Cook, psicologa e autrice di “For What It’s Worth: A Perspective on How to Thrive and Survive Parenting Ages 0-2,”

Non aspettatevi che i bambini imparino per osmosi. A volte “i genitori dicono loro di svolgere determinati compiti senza nemmeno mostragli come fare”, afferma Amy Morin, operatrice sociosanitaria e autrice del libro “13 Things Strong Kids Do: Think Big, Feel Good, Act Brave,”

Dunque, sappiate che vi ci vorrà un po’ di tempo per insegnare queste competenze di base ai vostri figli ma, alla lunga, risparmierete del tempo e li preparerete all’età adulta, aggiunge Morin.

Le faccende domestiche aiutano i bambini a entrare in connessione con la famiglia.

Al momento dell’assegnazione, assicuratevi di non dare ai bambini solo compiti che li avvantaggiano.

“Insegnare ai bambini l’importanza dell’aiutare gli altri è una delle lezioni essenziali delle faccende domestiche”, come spiega la psicologa Stephanie O’Leary in un post del 2016 sul potere segreto dei lavori di casa. “Se le mansioni includono solo compiti che li avvantaggiano, come rifarsi il letto o rimettere in ordine la stanza, questa lezione verrà meno”.

“I lavori domestici aiutano i bambini a capire una cosa: ’Siamo una squadra. Tutti siamo chiamati a contribuire”, conferma Cook.

Tra le faccende quotidiane che assegnate ai vostri figli, alcune potranno riguardare la cura di sé o delle proprie cose (come mettere a posto i vestiti, rifarsi il letto, ecc). Ma pensate anche a dei compiti che possano aiutare la famiglia nel suo insieme, come apparecchiare e sparecchiare, spazzare, pulire uno spazio comune, dar da mangiare al cane, eccetera.

Competenza=sicurezza

Assegnare piccoli compiti casalinghi ai bambini è essenziale perché diventino sicuri di sé, soprattutto quando sentono che il contributo dato è apprezzato da tutta la famiglia. Diversi studi dimostrano che quando vengono lodati per gli sforzi compiuti, e non solo per la riuscita finale, tendono ad essere più tenaci e a ottenere maggiori risultati.

Quindi osservate e lodate i loro sforzi. Inoltre, resistete alla tentazione di verificare che abbiano portato a termine un compito alla perfezione (a meno che non si renda assolutamente necessario). Intervenire troppo potrebbe minare quel senso di competenza e autonomia che le faccende domestiche, invece, dovrebbero promuovere.

Come fare? Se possibile, iniziate presto.

Le faccende domestiche sembrano essere particolarmente utili quando si inizia presto. In un piccolo studio longitudinale, i ricercatori hanno monitorato un gruppo di 84 bambini dall’età prescolare fino ai 25 anni circa. Hanno scoperto che uno dei maggiori indicatori del successo tra i giovani adulti (misurato su fattori quali istruzione, relazioni sane con la famiglia e gli amici e l’uso o meno di droghe) è proprio l’aver contribuito alle attività domestiche sin dall’età di 3 o 4 anni. D’altra parte, coloro che hanno iniziato a dare una mano in casa solo da adolescenti generalmente riscuotono meno successo da giovani adulti.

Naturalmente, bisogna stare attenti a non trarre troppe conclusioni da un singolo studio, tuttavia le ricerche evidenziano che i bambini accettano di buon grado le responsabilità – sempre perché li aiutano a sviluppare un senso di competenza e sicurezza. Ma siate realistici. “Per i più piccoli sarà necessario avervi al loro fianco la prima volta che rimettono a posto i giocattoli”, spiega Morin. “Mentre ai bambini in età prescolare direte cosa fare e reagiranno bene alle lodi, una volta finito”.

E se avete figli un po’ più grandi che non hanno svolto le faccende domestiche in modo costante, niente paura. Non è mai troppo tardi per iniziare, soprattutto se sarete sinceri sul motivo del cambiamento e sulle vostre nuove aspettative.

“Sedetevi e parlate di quello che faranno e del motivo per cui ritenete che i lavori di casa siano così importanti”, dice Cook.

Gli esperti consigliano anche di collegare una nuova mansione a un vantaggio futuro – quindi, ad esempio, di dire a preadolescenti e adolescenti che dando una mano in cucina sapranno preparare da mangiare una volta all’università, o quando cucineranno per un fidanzato o una fidanzata. 

Adottate delle strategie per tenere il passo – quando voi (e loro!) avrete voglia di arrendervi.

Morin e Cook concordano sul fatto che lamentarsi è una delle cose peggiori che i genitori possano fare per continuare a motivare i figli. Innanzitutto, tenete conto della mansione assegnata e, se è una mansione che i vostri figli proprio detestano, proponete loro delle opzioni. 

Inoltre, chiedetevi se per caso non gli state chiedendo troppo – il che, spesso, porta alle lamentele. Un bimbo di quattro anni forse non sarà in grado di rifarsi il letto esattamente come voi vorreste, ma ciò che conta è che ci stia provando. Man mano che crescono, potrete essere più specifici su cosa vorreste. 

Premiateli quando portano a termine un compito, concedendogli cinque minuti in più al computer o semplicemente prendendovi il tempo per riconoscere i loro sforzi. La concessione di una paghetta è un punto controverso (Cook, ad esempio, è contro la paghetta per le mansioni base ma è favorevole in caso di compiti più impegnativi; Morin, invece, afferma che con una piccola paghetta alcuni bambini si sentiranno più motivati), ma conta soprattutto che pensiate in anticipo al tipo di ricompensa che può fare al caso vostro, anziché inventarvi qualcosa al momento. Dopodiché, siate coerenti.

“Non lagnatevi e non rimproverate i bambini per le loro scelte”, spiega Morin. “Piuttosto, spiegate loro le conseguenze positive e negative”.

E poi, siate realistici. I bambini dovranno essere spronati. Non saranno sempre entusiasti. Neanche gli adulti sono sempre elettrizzati quando si parla di faccende domestiche, e va bene così.

“È importante ribadire l’unità della famiglia, e che si lavora insieme come un tutt’uno”, conclude Cook.


Questo post è stato tradotto dall’inglese da Milena Sanfilippo

di Catherine Pearson

tratto da huffingtonpost.it

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