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Non sono ammesse mezze misure! da Giovani per i Giovani

La predisposizione alla santità ce l'abbiamo per natura! Per questo tutti siamo chiamati alla santità, e la volontà di Dio per ogni suo figlio non può essere che questa (1Tim 2,4). Siamo praticamente destinati ad essere santi, è l'unico desiderio di Dio per noi.


Non sono ammesse mezze misure! da Giovani per i Giovani

da GxG Magazine

del 01 gennaio 2002

Cominciamo a vedere un po’ dappertutto nei nostri ambienti questa bella frase: ... “perché la vostra gioia sia piena”. Un versetto evangelico già conosciuto, estratto dal famoso brano di Giovanni della vite e i tralci. Sarà lo slogan  evangelico che ci accompagnerà in quest’anno pastorale per dare concretezza alla proposta lanciata dal nostro Rettor Maggiore, che è la seguente:

Nel 50° anniversario della canonizzazione di Domenico Savio,

RIPROPONIAMO A TUTTI I GIOVANI CON CONVINZIONE

LA GIOIA E L’IMPEGNO DELLA SANTITÀ COME

“MISURA ALTA DI VITA CRISTIANA ORDINARIA”.

Il Rettor Maggiore è stato chiaro con noi al Meeting del 7 settembre: ci ha richiamato, seriamente, ad un impegno personale di santità. Lo ha detto ai Salesiani  e alle FMA, perché non abbiano il timore di proporre ai giovani la santità, lo ha detto a tutti i giovani perché prendano sul serio il cammino di fede, lo ha detto anche a se stesso, nel suo impegno quotidiano di fedeltà al mandato ricevuto. Insomma: nessuno è escluso e NON SONO AMMESSE MEZZE MISURE!

Ma... detto fra noi, a chi interessa essere santi? Forse a noi sì, che siamo già, come dire, dell’ambiente, e che cerchiamo ogni giorno di dare qualità alla nostra vita. Ma agli altri, a quelli che sfuggono o respingono ogni discorso di fede? Quelli lontani mille miglia dal sapere anche solo cosa voglia dire la parola “santo”? Cosa dice oggi la parola “santità”? Forse poco – niente. Allora è un impegno di vita per pochi eletti, per chi è del giro, per chi ha avuto la fortuna di incontrare già Gesù Cristo... Non è proprio così.

La Santità deve essere patrimonio di tutti! Come fare? Cominciamo da noi e accettiamo la sfida lanciata da don Pascual Chavéz. Facciamoci aiutare da chi l’ha già sperimentata e da chi ha intuito le profonde radici di questa chiamata.

Bisogna partire da lontano: se ci pensiamo bene l’idea di santità si trova presente in tutte le religioni, anche se con accentuazioni diverse. Questo significa che, da sempre, l’uomo tende a superare se stesso, a raggiungere un livello superiore rispetto l’ordinario. E per fare questo è necessario progredire, avvicinarsi a ciò che è sacro, misterioso, connesso con il divino (vedi i riti, le celebrazioni, le offerte sacre...). La religione di Israele, nel suo lungo cammino di maturazione, ha assunto pian piano un nuovo modo di intendere il concetto di santità:  Santo è solo Jhwh! Santo è un termine assoluto e totale che va applicato unicamente al Signore. Il Signore è “Santo, Santo, Santo...”, il che significa  che la santità costituisce la dimensione tipica e assoluta del suo essere. Ma Jhwh non è un Dio come gli altri, Jhwh non è santo solo per se stesso. Il popolo di Israele ha sperimentato la profonda novità della sua religione: Jhwh è anche il Santo di Israele! Colui che si comunica, che si manifesta all’uomo rendendolo partecipe della sua stessa vita, del suo stesso essere! Non è straordinario? E’ il creatore, colui che si china sull’uomo e fa alleanza con lui, solo per amore. Questo vuol dire che Dio rende l’uomo parte della su stessa famiglia e che quindi è chiamato a camminare nelle ‘vie del suo Dio’ osservando la sua legge. Ricordiamo quella bellissima esortazione che Dio rivolge ai suoi figli:

“Siate santi perché io, Jhwh, vostro Dio, sono santo”. (Lv 19,2)

É questo il punto di forza per ogni nostro impegno di santità, la predisposizione alla santità ce l’abbiamo per natura! Per questo tutti siamo chiamati alla santità, e la volontà di Dio per ogni suo figlio non può essere che questa (1Tim 2,4). Siamo praticamente destinati ad essere santi, è l’unico desiderio di Dio per noi.

La venuta di Gesù non ha fatto altro che dare visibilità a questa straordinaria realtà: Gesù assume in sé tutta la santità di Dio e ce la trasmette. E siamo noi gli eredi di questo dono.

“Chi vede me vede il Padre”, disse un giorno Gesù a Filippo impaziente di capire e di vedere Dio. Era un’espressione per dire: “rimani con me, rimani in me, io sono nel Padre,  e voi in me e io in voi” (Gv 14,8.20).

La santità cristiana consiste allora nell’unione con Cristo. Ecco il punto: è il rapporto personale con lui, la ricerca della sua volontà, la gioia di condividere le sue scelte, il coraggio di seguirlo nelle sue strade di croce e di resurrezione. Forse non ci ricordiamo sempre che siamo stati battezzati e che per questo siamo naturalmente innestati in Gesù Cristo, come i tralci alla vite, appunto. Naturalmente solo noi, con la nostra risposta personale, saremo in grado di realizzare la santità.  C’è una proposta bellissima di Dio, c’è anche la nostra libertà. Comunque, per chi vuole fare sul serio NON ESISTONO MEZZE MISURE!

Ogni tanto abbiamo anche noi la tentazione a minimizzare l’impegno, in un atteggiamento di mediocrità, accontentandoci di ciò che è strettamente necessario o prescritto. Questo non è segno di maturità cristiana. Il vero cristiano si dona con slancio generoso a Cristo. Non può e non deve mai dire ‘basta’. Ecco perché la vita cristiana vissuta sul serio può portare all’eroismo, al martirio, sulla scia di  Cristo che non ha tenuto niente per sé.

É questa la ‘misura alta della vita cristiana.

E chi ce la fa?

Tutti siamo chiamati ad essere santi, a puntare in alto, ma non è detto che tutti siano chiamati alla stessa santità, cioè alla stessa intensità e profondità di unione con Cristo. Ognuno ha ricevuto il suo dono, i suoi talenti e su questi dovrà lavorare. Una santità che punta in alto, dunque, ma anche a ... misura nostra. Ci sono tante strade per camminare in santità: don Bosco ne ha suggerita una ai suoi ragazzi e sembra che abbia funzionato. Risvegliamo in noi la passione per questa nostra vita, Luogo Santo del nostro incontro con il Signore Gesù. E la gioia sarà piena, per tutti!

d. Roberto&Sr Anna

donroberto@donboscoland.it

suoranna@donboscoland.it

don Roberto Dal Molin, sr Anna Peron

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