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«Non lasciatevi distrarre dalle luci»

Il Papa All'angelus Benedice I Bambinelli. «La vera gioia non è frutto del divertirsi, inteso nel senso etimologico della parola di-vertere, cioè esulare dagli impegni della vita e dalle sue responsabilità. La vera gioia è legata a qualcosa di più profondo...».


«Non lasciatevi distrarre dalle luci»

da Benedetto XVI

del 12 dicembre 2011(function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk'));

           Il Papa all’Angelus ha benedetto, com’è tradizione, i Bambinelli dei presepi che cinquemila bambini romani hanno portato in piazza San Pietro. Benedetto XVI ha parlato dell’atteggiamento del cristiano in questo tempo di preparazione al Natale: «L’ambiente esterno propone i consueti messaggi di tipo commerciale, anche se in tono minore a causa della crisi economica. Il cristiano è invitato a vivere l’Avvento senza lasciarsi distrarre dalle luci, ma sapendo dare il giusto valore alle cose, per fissare lo sguardo interiore su Cristo».

           «La vera gioia – ha detto il Papa – non è frutto del divertirsi, inteso nel senso etimologico della parola di-vertere, cioè esulare dagli impegni della vita e dalle sue responsabilità. La vera gioia è legata a qualcosa di più profondo. Certo, nei ritmi quotidiani, spesso frenetici, è importante avere spazi di tempo per il riposo, per la distensione, ma la gioia vera è legata al rapporto con Dio. Chi ha incontrato Cristo nella propria vita, sperimenta nel cuore una serenità e una gioia che nessuno e nessuna situazione possono togliere».

           «La vera gioia – ha concluso – non è un semplice stato d’animo passeggero, né qualcosa che si raggiunge con i propri sforzi, ma è un dono, nasce dall’incontro con la persona viva di Gesù, dal fargli spazio in noi, dall’accogliere lo Spirito Santo che guida la nostra vita».

           Dopo l’Angelus torna Ratzinger ha salutato i rappresentanti del Movimento per la vita di molti Paesi europei, giunti «in occasione del premio per la vita “Madre Teresa di Calcutta” assegnato alla memoria di Chiara Lubich». «Cari amici – ha detto il Papa – nell’anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, ricordiamo che il primo fra tutti i diritti è quello alla vita. Vi auguro ogni bene per la vostra attività».

           In precedenza, Benedetto XVI aveva fatto visita alla parrocchia di Santa Maria delle Grazie a Casal Boccone, nel settore nord della diocesi di Roma. Una parrocchia dell’agro romano la cui nuova chiesa, dove ha celebrato la messa, è stata inaugurata l’anno scorso. «Venendo tra voi – ha detto Ratzinger nell’omelia riferendosi all’azione delle sette – non posso ignorare che nel vostro territorio una grande sfida è costituita da gruppi religiosi che si presentano come depositari della verità del Vangelo. A questo riguardo è mio dovere raccomandarvi di essere vigilanti e di approfondire le ragioni della fede e del messaggio cristiano, così come ce lo trasmette con garanzia di autenticità la tradizione millenaria della Chiesa».

           «Continuate nell’opera di evangelizzazione – ha aggiunto il Pontefice – con la catechesi e la corretta informazione circa ciò che crede e annuncia la Chiesa cattolica; proponete con chiarezza le verità della fede cristiana, siate pronti “a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”, vivete il linguaggio comprensibile a tutti dell’amore e della fraternità, ma senza dimenticare l’impegno di purificare e rafforzare la propria fede di fronte ai pericoli ed alle insidie che possono minacciarla in questi tempi».

           Benedetto XVI ha invitato a superare «i limiti dell’individualismo, della chiusura in se stessi, il fascino del relativismo, per cui si considera lecito ogni comportamento, l’attrazione che esercitano forme di sentimento religioso che sfruttano i bisogni e le aspirazioni più profonde dell’animo umano, proponendo prospettive di appagamento facili, ma illusorie. La fede è un dono di Dio, ma che vuole la nostra risposta, la decisione di seguire Cristo non solo quando guarisce e solleva, ma anche quando parla di amore fino al dono di se stessi».

           Infine, il Papa ha invitato i fedeli della parrocchia a essere accoglienti con gli immigrati: «Avete visto giungere molte persone in difficoltà e in situazioni di disagio, che hanno bisogno di voi, del vostro aiuto materiale, ma anche e soprattutto della vostra fede e della vostra testimonianza di credenti. Fate in modo che il volto della vostra comunità possa sempre esprimere concretamente l'amore di Dio ricco di misericordia».

Andrea Tornielli

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