Due amici diciottenni romani, partano per l'India, alla ricerca della loro vera natura pensando di trovare anche la chiave per diventare grandi. Non solo i posti incantevoli di quella splendida terra, ma anche l'incontro con un'assistente sanitaria di un'organizzazione internazionale, spingeranno i due amici verso l'inizio della vita da adulti...Il nuovo film di Francesca Archibugi con Giovanna Mezzogiorno.
del 21 marzo 2007
Lezioni di volo
Nazione:     Italia - 2006
Genere:      Drammatico
Durata:       106'
Regia:        Francesca Archibugi
Cast:         Giovanna Mezzogiorno, Flavio Bucci, Roberto Citran, Anna Galiena, Angela Finocchiaro, Sabina Vannucchi, Maria Paiato, Riccardo Zinna, Emanuela Spartà, Mariano Rigillo
Due amici diciottenni romani, partano per l'India, alla ricerca della loro vera natura pensando di trovare anche la chiave per diventare grandi. Non solo i posti incantevoli di quella splendida terra, ma anche l'incontro con un'assistente sanitaria di un'organizzazione internazionale, spingeranno i due amici verso l'inizio della vita da adulti...Il nuovo film di Francesca Archibugi con Giovanna Mezzogiorno.
 
Diario del viaggio in India di due adolescenti maldestri di TULLIO KEZICH_Corriere della Sera
Anch’io da ragazzino praticavo il gioco di sputare dal balcone sulla testa dei passanti, ma ho smesso ben prima dei due dìciottenni Pollo e Curry di Lezioni di volo. I quali, tornati a Roma dopo aver lungamente peregrinato in India, riprendono la burla adolescenziale come se tutto quel viaggiare non gli avesse insegnato niente. Ho tuttavia un altro e più valido motivo di rispecchiarmi nelle peripezie di Andrea Miglio Risi e Tom Karumathy perché a suo tempo un lavoro di cinema mi portò in giro per il Subcontinente, dove ebbi modo di sperimentare molto di ciò che si vede nell’attendibile resoconto di Francesca Archibugi. Ho subìto lo choc del caldo, della folla, degli odori e dei clacson; sono stato assediato da turbe di accattoni risoluti a rimediare qualche rupia; ho imparato a salutare congiungendo le palme delle mani, chinando il capo e mormorando «vanastài»; ho conosciuto l’emozione salgariana di andare a passeggio a dorso di elefante; mi sono destreggiato a tentoni di notte sforzandomi di non calpestare i dormenti sdraiati per terra; ho affrontato gli scrosci del monsone...
Da una tappa all’altra mi sono anche imbattuto in certi italianucci alla Pollo e Curry, ribelli senza causa e vaganti senza meta, ignoranti di tutto ciò che riguarda l’India, usi, costumi, lingue, religioni, nonché indifferenti ai paterni dei genitori rimasti a casa. Confesso che questi campioni di confusione mentale, egocentrismo e rifiuto di crescere, non mi piacquero affatto. Donde un’antipatia che mi fa velo anche nei confronti degli «eroi» di Lezioni di volo.
I due compagnucci, l’uno ebreo e l’altro oriundo del Kerala, si direbbero più motivati di altri perché il secondo, figlio adottivo di una coppia romana, si è messo in viaggio allo scopo di incontrare la sua vera madre. Purtroppo quest’aspetto della trama passa in seconda linea, tanto da farsi dimenticare per una buona metà del film, mentre sfarfalleggiano altri labili spunti. Ogni tanto dall’India l’azione rimbalza a Roma per sintonizzarsi sui turbamenti dei rispettivi genitori, un bel quartetto di attori esperti messi in campo senza una precisa strategia narrativa: Flavio Bucci con Anna Galiena, Roberto Citran con Angela Finocchiaro. Inaspettatamente il fulcro del racconto diventa invece l’attrazione fatale fra il giovanottino Andrea e l’ostetrica d’assalto Giovanna Mezzogiorno legata a un medico senza frontiere» assente per lavoro. Qualcosa che potrebbe somigliare a Il diavolo in corpo, con la miseria indiana al posto della prima guerra mondiale, ma rispetto ai belli e spudorati di Radiguet (e ai carismatici Gérard Phulippe e Micheline Presle nel famoso film del ‘47) questi sono amanti bolliti. Sotto tale profilo (e soprattutto quando compare in veste di castigamatti il titolare degli affetti di lei, Douglas Henshall) Lezioni di volo può ricordare certi romanzi di William Somerset Maugham, come il velo dipinto recentemente riportato sullo schermo, secondo la ricetta che combina erotismo ed esotismo. Qui però mancano l’acume psicologico di Maugham, la qualità della scrittura e il coraggio del «melò». Sicché l’adulterio si consuma in un limbo di emozioni pruriginose, mentre l’attenzione viene meno nell’ovvia previsione che di grave non succederà niente.
Resta (e non e poco, con i tempi che corrono) lo scorrere di un suggestivo diario di viaggio includente scene, situazioni e tipologie colte al volo dal sensibile occhio della Archibugi secondo la tradizione del cinema italiano quando va in trasferta, un po’ sulle orme di Rossellini che mezzo secolo fa raccontò l’india.
Bisogna comunque segnalare la fatica degli interpreti, anche se per una Mezzogiorno professionale e intensa i dilettanti Pollo e Curry hanno l’aria di credere che recitare consista nel biascicare le battute.
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