Le otto montagne, il film tratto dal romanzo omonimo Premio Strega del 2017 di Paolo Cognetti, ripercorre la storia di un’amicizia al maschile.
Una storia di amicizia, famiglia, scelte, e in particolar modo di natura; natura nel senso non “astratto” del termine ma concreto, e quindi montagne, laghi, boschi, pascoli. Tratto dall’omonimo libro di successo di Paolo Cognetti, Le otto montagne è un film scritto e diretto da Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, che ha per protagonisti Alessandro Borghi e Luca Marinelli che tornano insieme sullo schermo dopo Non essere cattivo, il film che li ha consacrati. Accanto a loro ci sono Filippo Timi, Elena Lietti ed Elisabetta Mazzullo.
Le otto montagne, presentato allo scorso Festival di Cannes e premiato dalla giuria, è una vera esperienza non solo per chi lo ha realizzato ma anche per chi lo guarda. Un viaggio tra relazioni umane e naturali, raccontato con grande empatia di sentimenti e silenzi. “Felix e Charlotte sono i primi che ho incontrato, e il mio timore era che non ci saremmo incontrati umanamente”, racconta lo scrittore Paolo Cognetti. “Invece siamo stati bene insieme, abbiamo vissuto molto in montagna e questo ci ha aiutati ad instaurare un rapporto tra noi e con la natura. È inspiegabile ma camminare insieme è una cosa molto potente per i rapporti! Attraversare a piedi i luoghi che vedrete nel film è stato significativo e ora, ogni volta che vedo il film mi sembra che la casa che hanno costruito questi amici è il film stesso. Quella casa”, continua Cognetti, “adesso esiste e io potrò tornarci sempre e rivivere i ricordi di quel periodo, proprio come un rifugio personale”.
“È stato il libro a venire verso di me in modi diversi, e mi hanno spinto all’idea che non potevo sottrarmi nel fare questo film”, dice Felix van Groeningen. “Ho letto il libro e me ne sono assolutamente innamorato. Mi sono immerso in questa storia e sono entrato in sintonia con luoghi e personaggi per motivi personali che i produttori non potevano conoscere. Passare due anni su quelle montagne è stato per me fondamentale, lontano da ogni cinismo”. E aggiunge: “questa è una storia che parla di legami, del bisogno che ogni essere umano ha di tessere un legame con altre persone. Ci siamo immersi in un’esperienza unica che ha colmato le vite di tutti noi”. Al suo entusiasmo, giustificato da un gran bel film girato in 4:3, si è unita Charlotte Vandermeersch: “abbiamo scritto una sceneggiatura larga perché volevamo fosse presente nel testo ogni significato, dal momento che la storia di Paolo ha la qualità dell’epopea e riflette molto sull’essere umano. Volevamo ci fossero l’amore, l’amicizia, la natura, cosa significhi essere padre e che ci fossero anche la vita e la morte. Poi è arrivato un lavoro di rifinitura guidato da Paolo e dai luoghi veri di questa montagna che ci sono serviti per dare un realismo maggiore”.
I protagonisti de Le otto montagne sono Bruno e Pietro. Bruno è cresciuto in montagna, quella è la sua casa, e una vita lontano da lì per lui è impensabile. Pietro lo ha conosciuto in un’estate in cui erano bambini e ha subito visto in lui una autenticità che non trovava negli amici che frequentava tutto l’anno in città. Tra loro, che per lungo tempo si allontanano, c’è una figura paterna molto importante. Bruno ha un pessimo rapporto con il padre e il padre di Pietro si prende cura di lui e condivide il tempo con lui quando il figlio cresce e si distacca, ed è così che si instaura un’altra amicizia, con l’altro figlio, che non si vede ma si vive. “Il confine tra le parole amicizia e amore è molto labile”, commenta Alessandro Borghi. “Io e Luca siamo amici da 7 anni e viviamo lontani però è come se lui fosse il mio vicino di casa. L’amicizia richiede la presenza nell’affetto. Io sono arrivato in questo progetto dopo di lui e il provino è stato uno dei momenti più belli della mia vita. Un provino durato due ore, un momento estremamente prezioso per me, in cui ho capito subito che la storia di Bruno è quella che avrei provato maggiore piacere a raccontare”.
Fonte: www.artribune.com
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