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La prevalenza del desiderio

Basta che il moroso/a ti telefoni e ti dica ti voglio bene, che un amico ti abbracci che il desiderio torna a pulsare forte nel tuo cuore come prima, anzi più forte di prima. Il desiderio è come l'aria compressa in un sacchetto, ermeticamente, cosa fa? Cerca un buchino da cui uscire fuori. Niente e nessuno possono fermarla. Niente e nessuno può fermare il nostro desiderio...


La prevalenza del desiderio

da Quaderni Cannibali

del 10 febbraio 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

          Abbiamo riflettuto su alcuni fatti che sono capitati in questi giorni o in passato: la strage di Erba, la malattia della mamma di Elena, la morte di Fabio. I commenti li conosciamo: che mondo di m…, la vita è una sfiga, non c’è niente di certo, perché proprio a loro, siamo tutti delle bestie, non so più in chi credere o a che cosa credere. 

          Una diceva: “Guardando la mia mamma malata non posso fare altro che pregare”.Io dicevo: non è vero! Possiamo fare molto altro! Altrimenti noi siamo come tutti gli altri, ragioniamo come tutti gli altri, siamo colpiti dalla negatività della vita, dalla negatività delle circostanze, siamo tentati anche noi di dire che il mondo è tutta una m…, salvo dire che noi abbiamo Gesù Cristo, come un soprammobile, o un santino a cui affidarci. Ma, ripeto, ragioniamo come tutti. Io dicevo: il fatto della tragedia di Erba, della tua mamma che sta male, della morte di Fabio, ti impedisce di desiderare, di desiderare la felicità, il bene, il bello? Basta che il moroso/a ti telefoni e ti dica ti voglio bene, che un amico ti abbracci che il desiderio torna a pulsare forte nel tuo cuore come prima, anzi più forte di prima. Il desiderio è come l’aria compressa in un sacchetto, ermeticamente, cosa fa? Cerca un buchino da cui uscire fuori. Niente e nessuno possono fermarla. Niente e nessuno può fermare il nostro desiderio, perché il desiderio è più forte di qualunque negatività, dramma, malattia, morte, strage.           Il nostro desiderio, anche di fronte al dramma più disumano, non può essere controllato, limitato, annientato, rinasce in continuazione perché il nostro cuore è fatto per la felicità, per il bello, per il bene. Come dice don Giussani: il nostro desiderio è promessa di felicità, di compimento certi!Non ci possono essere dubbi, questo è l’unico sguardo ragionevole, che spiega noi stessi, che spiega come siamo fatti, che non censura, non tralascia nulla. Noi dobbiamo desiderare, amare questo sguardo ragionevole, noi dobbiamo lottare contro lo scetticismo che ci viene sbattuto addosso da tutte le parti: la vita è un sogno, la felicità è una illusione, tutto va a finire nel nulla, tutto è brutto, tutto è una m…, Dio non esiste; godiamoci la vita fin che possiamo, non pensiamo al male, al dramma e soprattutto non pensiamo al nostro desiderio di felicità, ci faremmo soltanto del male, soffriremmo e basta. Quando non ce la facciamo proprio più meglio farla finita, meglio una morte dolce, assistita.Ripeto, questa posizione nega l’evidenza del nostro desiderio, che rinasce in continuazione e “grida” perché sia compiuto, realizzato, totalmente!Amare la nostra ragione significa stare di fronte a questa evidenza, essere leali davanti a questo dato, alla promessa che sottostà alla dinamica del nostro desiderio, al bisogno di positività della vita che domina dentro di noi. Così significa vivere da uomini, amare la nostra umanità, amare la nostra ragione.            Questo è l’unico modo per capire come siamo fatti, di che stoffa siamo fatti, perché siamo al mondo, altrimenti non comprendiamo chi siamo, non capiamo la nostra esperienza di desiderio che continuamente si rinnova. Ma così non capiamo neanche gli altri e non riusciamo a parlare con nessuno, a comunicare con nessuno.Ma se non facciamo questo lavoro, se non ci aiutiamo ad essere ragionevoli, ad andare a fondo della nostra esperienza per capire chi siamo, non capiremo mai chi è Gesù Cristo che è venuto nel mondo per liberare il nostro desiderio da tutti i lacci, le limitazioni, le censure, da tutto ciò che ci sembra impossibile. Infatti noi non parleremmo così del nostro desiderio, della nostra esigenza di felicità se Cristo non fosse venuto fra gli uomini per rivelare come è fatto il cuore di ognuno. Noi non potremmo amare il nostro desiderio se uno non fosse venuto nel mondo per dire a una donna vedova che stava celebrando il funerale dell’unico figlio: “Donna non piangere!” Cristo infatti è il compimento del nostro desiderio, del nostro desiderio di totalità, di pienezza, senza censure.Allora anche la preghiera non è più un semplice gesto di devozione, ma come dice Carròn, l’affermazione del reale, che la realtà è Cristo, non quello che abbiamo in testa noi o che immaginiamo noi.                    E gli amici non possono essere quelli che ci distraggono da questo sguardo ragionevole sulla vita, proponendosi come la risposta ai nostri desideri, ma persone che ci aiutano a tener desto il nostro desiderio di felicità, che non riducono il nostro desiderio di pienezza, che ci aiutano a non ridurlo al nostro stato d’animo, o emozione, che lottano con noi e ci accompagnano nel cammino verso la pienezza, cioè verso la scoperta di noi stessi e di Cristo.

Franco Bruschi

http://www.culturacattolica.it

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