Santi e Testimoni

La Chiesa approva i tatuaggi? Una croce sul corpo è appartenenza di fede

Nulla di proibito, di sacrilego, anzi una secolare tradizione cristiana, un segno di devozione, che «ci plasma per tutta la vita»


Se teologicamente il battesimo ha un character indelebilis, perché non considerare una croce o una preghiera tatuata, il volto di Gesù o il cuore della Madonna Addolorata trafitto da sette spade come sigillo “per sempre” di appartenenza alla fede cristiana?

La Chiesa tedesca promuove una campagna a favore dei tatuaggi, e il quotidiano del Vaticano, L’Osservatore Romano, la presenta con una interessante articolo. 

Nulla di proibito

Nulla di proibito, di sacrilego, anzi una secolare tradizione cristiana, un segno di devozione, che «ci plasma per tutta la vita», dice Markus Breuer, presidente della Katholischen Erwachsenenbildung (Keb) di Francoforte sul Meno, organismo educativo (collegato alla Chiesa).

Breuer chiarisce che tatuare la propria pelle non è incompatibile con la religione cristiana. Ed effettuare un tatuaggio davanti all’altare non può essere considerato un atto di profanazione, scrive L’Osservatore Romano. 

“Tatuare davanti all’altare”

Qualche settimana fa, nella navata gotica della Liebfrauenkirche di Francoforte sul Meno, si è potuto assistere a una scena insolita. Silas Becks, 39 anni, artista-tatuatore di Stoccarda, circondato da cameraman televisivi e fotografi, ha dato il via, con il sostegno della diocesi di Limburg (nel cui territorio si trova Francoforte), alla campagna Tätowieren vor dem Altar, “Tatuare davanti all’altare”, organizzata dalla Keb. 

La benedizione del frate cappuccino

A benedire gli utensili, evidenzia il quotidiano della Santa Sede, è intervenuto il frate cappuccino Paulus Terwitte, 62 anni, a capo del monastero di Liebfrauen. Un personaggio noto in Germania in virtù del suo impegno nelle questioni sociali. E’ autore di libri e presentatore televisivo, ma soprattutto “anima” della Fondazione Franziskustreff che si occupa di assistere poveri e senzatetto.

«Nell’antichità decorare o marchiare il corpo per testimoniare la propria fede era una caratteristica dei cristiani». E tale tradizione può essere considerata in definitiva un “segno di devozione”, ha affermato il religioso, precisando che «ovviamente dipende anche dal tatuaggio». Un teschio insomma susciterebbe delle domande, ma non certo una croce o la scritta “Fede” o “Cielo”, fra gli otto piccoli motivi calligrafici di carattere religioso che, chi si è sottoposto al tatuaggio di Becks, ha potuto scegliere.

Come il battesimo

Con questa campagna a favore dei tatuaggi, che è solo all’inizio, l’Educazione cattolica degli adulti tedeschi vuole dimostrare che la Chiesa è vicina al suo popolo, in particolare ai giovani. E se teologicamente il battesimo ha un character indelebilis, perché non considerare una croce o una preghiera tatuata, il volto di Gesù o il cuore della Madonna Addolorata trafitto da sette spade come sigillo “per sempre” di appartenenza alla fede cristiana? 


di Gelsomino Del Guercio

tratto da Aleteia

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