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In missione con Don Bosco: don Roberto (Bobo) parte per il Brasile

“La mia vita in Gesù; Gesù nella mia vita”. Ho scelto queste poche parole per il mio programma di vita salesiana missionaria. Sono don Roberto Cappelletti, salesiano che negli ultimi undici anni ha lavorato e vissuto nella piccola realtà di Mezzano...


In missione con Don Bosco: don Roberto (Bobo) parte per il Brasile

“La mia vita in Gesù; Gesù nella mia vita”. Ho scelto queste poche parole per il mio programma di vita salesiana missionaria. Sono don Roberto Cappelletti, salesiano che negli ultimi undici anni ha lavorato e vissuto nella piccola realtà di Mezzano, ricoprendo anche ultimamente la responsabilità di animatore missionario dell’Ispettoria. Diverse persone in questo ultimo periodo mi hanno chiesto cosa mi spinga a fare una scelta così forte e definitiva come quella missionaria; le frasi più in voga a corollario di questa domanda sono “non c’è già molto da fare qui?”, “ti rendi conto del passo che fai?”, “hai mai pensato che anche l’Italia è ormai terra di missione?”. A tutti questi interrogativi, che certamente mi sono posto anche io in questi anni, non posso dare una risposta soddisfacente, logica e completa. Sono convinto che il Signore mi chiami a questo passo, dopo avermi dato la grazia di confrontarmi con la vita missionaria in diverse esperienze in Brasile e in Madagascar. Durante questi anni il Buon Dio ha posto sul mio cammino dei segni inequivocabili: mi ha fatto toccare con mano realtà di missione che aprono il cuore, che smontano tante certezze, che ti portano a farti tante domande; mi ha messo davanti dei missionari salesiani, a cui devo molto, che con la loro vita hanno risposto a tante mie domande. Se il Brasile ha aperto nel mio cuore tante nuove sfide, le due esperienze missionarie a Mahajanga in Madagascar mi hanno dato risposte incredibili: io, che nel biglietto della mia prima messa avevo messo un disegno fatto da don Valerio Caramaschi, di un Gesù povero in mezzo a tanti bambini poveri, ora venivo chiamato in causa da Gesù stesso e dagli occhi di tanti bambini, ragazzi, animatori incontrati in questi anni in terra di missione.

Don Pascual Chavez, con il suo intervento all’Harambee dell’anno scorso, ha messo l’ultima goccia, che ha fatto traboccare il vaso della mia vita e che mi ha portato a fare la domanda come missionario salesiano “ad gentes” (dove Dio avesse voluto), “ad vitam” (per tutta la vita).
E proprio dal Rettor Maggiore ho ricevuto l’obbedienza per partire per il Brasile, per andare a vivere, lavorare e a condividere quello che ho e che Dio mi ha donato, con i bambini e ragazzi di strada di quel meraviglioso Paese: il Paese delle contraddizioni, dell’ingiustizia sociale, della povertà nascosta in tanti rivoli di strade di grandi metropoli, una povertà conclamata in tante baraccopoli e favelas, che si estendono dal nord al sud.
Vi chiedo di pregare per me, io lo farò sempre per la mia ispettoria di origine. La scelta missionaria salesiana è una scelta per tutta la vita, in Brasile o in qualsiasi luogo del mondo nel quale il Signore mi chiamerà a vivere e lavorare come figlio di Don Bosco.
Chiedo a Dio che mi aiuti ad entrare nel mio “nuovo mondo” con l’umiltà di chi, prima di tutto, va lì per imparare, con la capacità di togliermi le scarpe del mio orgoglio, delle mie sicurezze, prima di poter camminare sopra il “suolo sacro” della missione.

Boa vida pra todos!
Um Abraço

Pe. Roberto Cappelletti sdb

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