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Il Rosario: un tesoro da riscoprire (parte4)

Quando sono in ufficio mi piacere lavorare con un po' di musica di sottofondo e questo non solo non mi disturba, ma mi rasserena e mi concentra. Le Ave Maria sono come la musica: vanno per loro conto in forma quasi automatica, ma il cuore e la mente pensano, pregano, sono orientati su Gesù e su Maria.


Il Rosario: un tesoro da riscoprire (parte4)

 

COME PREGARE IL ROSARIO?

Quanto siamo venuti dicendo finora è estremamente importante al fine di ‘pregare il Rosario’. Infatti se manca la comprensione della figura di Maria e della sua collocazione all’interno della Storia della salvezza, se non si è capita l’importanza di prendere nella propria casa la Madre del Signore (“Ecco tua Madre!”) e la necessità della preghiera, si corre il rischio di svuotare di senso il rosario e di ridurlo a sterile ripetizione.

Prima di indicare alcuni modi di pregare il Rosario (tu ne potrai trovare e suggerire altri), vorrei spendere alcune righe per evidenziare l’impegnatività di questa preghiera e come comportarsi con la ripetizione delle Ave Maria.

Il Rosario non è una preghiera facile: più volte è venuta fuori la parola ‘contemplazione’ legata proprio alla recita della corona: scuola di contemplazione. Ora questo livello di vita spirituale è molto elevato ed è il frutto di un lungo cammino. Pensare ai contemplativi significa pensare a persone (uomini e donne) consumate da anni di preghiera prolungata, assidua, anche notturna... Nel nostro caso si vuole sottolineare che il Rosario non è una preghiera facile, ma che ha bisogno di alcune attenzioni, cui accenna anche il Papa nella sua Lettera

o     Il clima deve essere generalmente un clima di silenzio, di raccoglimento. L’ideale sarebbe recitarlo davanti al Tabernacolo o davanti ad un’immagine sacra. A me piace recitarlo guidando in autostrada o passeggiando in luoghi silenziosi (corridoi, cortili, sale d’attesa...). si staccano i contatti con l’esterno e ci si concentra sulla preghiera. Personalmente trovo molto utile sostare un attimo dopo l’enunciazione del mistero: in genere metto a fuoco la persona o la situazione per cui voglio pregare, abbinandola al mistero proposto. Esempio: recitare il 3° mistero gaudioso (la nascita di Gesù) per qualche mamma che ha avuto o sta per avere un figlio o per le coppie che, pur desiderandoli, non hanno bambini. Oppure pregare per i missionari durante il 2° mistero glorioso (“Andate in tutto il mondo e predicate il mio Vangelo ad ogni creatura”).

o    L’ascolto della Parola di Dio: “Per dare fondamento biblico e maggiore profondità alla meditazione, è utile che l’enunciazione del mistero sia seguita dalla proclamazione di un passo biblico corrispondente...” (n. 30)

o     Non multa, sed multum: tento di insegnare ai giovani a pregare con il Rosario, evitando che diventi una noiosa ripetizione, da cui il cuore è assente. Per cui sono del parere che è meglio recitare uno o due decine bene, con calma, mettendo in atto gli aiuti di cui ho parlato sopra, piuttosto che ‘bruciare’ tutta la corono avendo alla fine la sensazione di non aver fatto nascere una preghiera vera.

 

Evitare lo strabismo! Strabico è colui che ha i due occhi scollegati, che fissano due cose diverse senza vederne bene nessuna. È un guaio grosso!

Nella recita del Rosario devo concentrare la mente sulle parole dell’Ave Maria oppure sul quadro evangelico che il mistero ha annunciato o sulle persone, situazioni per cui voglio pregare? Non si possono fare 2 o 3 cose contemporaneamente!

Esatto: occorrerà dunque farne una sola e questa generalmente è meditare con Maria il mistero proposto, fissando lo sguardo interiore sulla scena indicata e sui vari personaggi che la compongono (esempio: Gesù che prega nel Getzemani: il tradimento di Giuda, l’abbandono dei discepoli, l’angoscia del Maestro, l’adesione alla volontà del Padre...; la Pentecoste: chi è lo Spirito Santo, come viveva la Comunità cristiana, Maria Madre della Chiesa, i frutti dello Spirito...). La ripetizione delle ave Maria è la forma esteriore della preghiera e ha lo scopo di renderla più calma, distesa. Quando sono in ufficio mi piacere lavorare con un po’ di musica di sottofondo e questo non solo non mi disturba, ma mi rasserena e mi concentra. Le Ave Maria sono come la musica: vanno per loro conto in forma quasi automatica, ma il cuore e la mente pensano, pregano, sono orientati su Gesù e su Maria.

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