del 21 dicembre 2006
Il nostro corpo sia il presepe vivente ogni giorno, nei luoghi dove siamo chiamati a vivere da veri cristiani.
Le nostre gambe siano quelle degli animali che passo passo hanno fatto visita alla grotta di Betlemme, poiché tutto il creato loda il suo Creatore.
Il nostro ventre sia come quello di Maria che ha accolto e fatto crescere Ges√π, mentre noi possiamo continuare ad accoglierLo nel Pane eucaristico.
Le nostre braccia siano quello forti di Giuseppe, che tanto hanno cullato Ges√π, l'hanno sollevato, abbracciato, hanno lavorato per Lui; anche noi possiamo farlo nell'abbraccio di ogni giorno ai fratelli, nel lavoro, nello studio, nel servizio quotidiano.
La nostra bocca e la nostra voce siano quelle degli Angeli per lodare sempre e con voce forte il Verbo che si è fatto carne e cantare: Gloria a Dio nell'alto dei cieli...
Le nostre orecchie e i nostri occhi siano quelle dei pastori che da ogni dove hanno udito il canto degli Angeli e visto il Bambino; con tutti i nostri sensi possiamo essere testimoni di questo Incontro anche a costo della vita.
La nostra intelligenza sia quella dei Magi che hanno visto la Stella, si sono affidati e messi in cammino; un'intelligenza che si lasci stupire da un Bimbo che è il Figlio di Dio, dal Dio che si è fatto come noi per farci come Lui.
Il nostro cuore sia la mangiatoia che ha accolto l'Eterno che si è fatto piccolo, perché la nostra povertà si facesse vera ricchezza e vera gioia.
Amen.
Marco Pappalardo
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