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Il pane dei figli (Mc 7, 24-30)SERIE: Dio non ci abbandona mai

24 Partito di là, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non potè restare nascosto. 25 Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi. 26 Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro- fenicia. 27 Ed egli le disse: “Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. 28 Ma essa replicò: “Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli”. 29 Allora le disse: “Per questa tua parola và, il demonio è uscito da tua figlia”.30 Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato.


Il pane dei figli (Mc 7, 24-30)SERIE: Dio non ci abbandona mai

da L'autore

del 15 marzo 2007

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A chi crede in Dio non può mai mancare niente, non manca la sua Parola per illuminare la vita, non mancano i sacramenti per sostenere il cammino quotidiano, non manca una comunità che ti accoglie, non manca l’Eucaristia come cibo che rinforza, non manca la speranza che nasce dalla fede, non manca una visione positiva della vita che ti permette di affrontare con serenità il tuo futuro. Tutto questo il vangelo lo chiama il pane dei figli, per significare che se viviamo da figli di Dio possiamo contare su di lui in ogni momento, in ogni prova della vita.

Molti invece sono senza niente; hanno domande profonde, ma sbagliano le risposte, hanno sete di Dio, ma vanno alla sorgente sbagliata per trovare ristoro; hanno desiderio di felicità e credono che si trovi nella droga o nell’alcool; desiderano amore e invece si adattano a comperarlo. Forse era questa la situazione di quella donna greca, quindi non ritenuta nel numero dei figli d’Israele e quindi tagliata fuori dalla fede e dalla religione ebraica, che si gettò ai piedi di Gesù, disperata per la possessione demoniaca della figlia. Lei non aveva diritto al pane dei figli e Gesù per provarla glielo ricorda.

Ma questa donna ha grande desiderio di avere questo pane, gliene bastano alcune briciole, dice a Gesù. A lei che non fa parte del popolo eletto, ma che ha capito che è lì, in Gesù, che sta la salvezza, ha dentro una certezza, ha capito che i limiti che l’uomo pone, le ingessature, che si fanno di Dio per comodità, devono saltare. Che significa che io non posso venire a contatto con un dono di Dio che per definizione è di tutti? E’ tanto il bisogno suo e dell’umanità di una persona come Gesù che tutte le appropriazioni di lui, gli accaparramenti di lui, da parte di chicchessia sono una ingessatura di Dio, un tentativo sbagliato dell’uomo di privatizzare Dio per alcuni pochi privilegiati. E Gesù che l’ha provocata le concede il miracolo, proprio perché ne ha visto la fede e la lucidità con cui la vive.

Nessuno oggi pensa che il vangelo sia eredità di alcuni pochi privilegiati, ma spesso il modo di costruire relazioni nella chiesa, tra i cristiani, il modo di accostarsi alla fede da parte di molti di noi è diventata una abitudine che non ci fa percepire che abbiamo sempre a disposizione il pane dei figli. Ci serve qualcuno che vive di briciole per capire quanto amati siamo e quanto Dio non ci abbandoni mai.

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