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Il giovane modello

Il mondo non è fatto solo di persone di cui prenderti cura. Ma anche di tante altre che magari vorrebbero prendersi cura di te. "Se sei così sicuro di te stesso, esci dal guscio e affronta il mondo. Siamo fatti per le relazioni e non sono davvero tali se non ci mettiamo in gioco vicendevolmente. A me a volte sembra che tu non abbia veramente amici.


Il giovane modello

da Quaderni Cannibali

del 20 marzo 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

Ah sì sì pronto pronto, sì sono io, sono connesso sì sì, ci sono vi parlo di me.

Sono Alberto ho ventidue anni, sì sì vado a messa tutte le domeniche.

Sono impegnato in parrocchia: faccio l'animatore, il formatore, l'ascoltatore, no mica della radio, ascolto gli altri, perché gli altri sono importanti. Che dicono? Boh! Io intanto li ascolto e lo dico in giro che li so ascoltare così vengono da me.

Faccio il gruppo giovani, il gruppo quasi giovani e già che ci sono butto un occhio anche nel gruppo non più giovani, sì sì proprio loro i tardoni, quelli che tra trentacinque e quarant'anni si sentono già finiti. Ma anche io sì insomma anche io mi sento vecchio. È una questione di maturità, ma che sono tutti questi ragazzi della mia età che sprecano la loro vita, il sesso, i rapporti facili, questa moralità che manca, il rap, il punk, il post punk, metteteci pure il rock che proprio io non lo capisco, che ci troveranno? E poi mamma mia come si vestono!

Io voglio essere un esempio.

Nella vita mancano gli esempi oggi: modelli da seguire, santi senza macchia e senza paura, eroi che non hanno mai fatto un errore.

Io, giusto per fare un esempio, non ho sbagliato mai.

Mai uno sgarro, mai una deviazione, mai la tentazione di farmi un tiro di una sigaretta ... una canna, no una canna mi metto le mani sulle orecchie non la posso nemmeno sentire nominare.

Oh certo che guardo le vite di questi miei coetanei su facebook: ma che combinano! Quelli che si lasciano con la fidanzata e vanno in crisi, quelli che mettono le foto della serata in discoteca, quelli che, mamma mia anche le foto col telefonino di nascosto a scuola. E stanno sempre lì invece che studiare, sì vabbé ci sto sempre anche io, ma che vuol dire?

Io lo faccio per essere un buon esempio.

Qualche giorno fa ho trovato questa mail nella mia casella di posta elettronica.

Non l'ho capita.

Provo a leggerla, magari la capite voi.

 

Caro Alberto,

era da tempo che volevo scriverti questa lettera.

Aspettavo l'occasione di parlarti di persona, ma sei sempre così impegnato che in parrocchia ci incrociamo ma non ci guardiamo mai in faccia.

Anche se a volte mi sembra che tu faccia finta di esserlo: temi il confronto, è un dato di fatto.

Sul palcoscenico ci devi essere sempre tu e forse tutto questo tuo attivismo mira inconsciamente al mero obiettivo di trovare un tuo posto nel mondo in questo modo.

Tutti lo cerchiamo, questo è fuori di dubbio e alla nostra età (perché siamo coetanei se hai capito chi sono), ma il rischio è accontentarsi di una facile rassicurazione.

Eppure io sono convinta che il posto lo dobbiamo andare a cercare nel mondo. L'attivismo in parrocchia non serve a molto.

Il don non lo ascolti quando ci dice che ci serve equilibrio per affrontare il mondo? Quello di fuori!

Lo so che ha provato a parlarti più volte, ma niente da fare, non ci vuoi proprio sentire. Sei così 'strutturato' dice lui. E così a parlarti ci ho voluto provare io.

Se sei così sicuro di te stesso, esci dal guscio e affronta il mondo. Che non è fatto solo di persone di cui prenderti cura. Ma anche di tante altre che magari vorrebbero prendersi cura di te.

In fondo il Vangelo ci dice questo, siamo fatti per le relazioni e non sono davvero tali se non ci mettiamo in gioco vicendevolmente.

A me a volte sembra che tu non abbia veramente amici. Quelli veri con cui ti scorni e anche se la pensi diversamente poi alla fine si fa la pace. Perché ci si vuole bene.

Così, imperfetti, fragili e magari un po' stupidotti, come tutti siamo.

Che a perdonarci degli errori che facciamo (e probabilmente i nostri non sono poi così grandi, dai, siamo bravi ragazzi), a perdonarci dei nostri errori di pensa il 'Capo'. Basta inoltrargli convinta richiesta. Ci attende sempre, visto che ci conosce bene :0)

Io, invece ti aspetto per un gelato assieme quando vuoi al bar dell'oratorio.

Alessia

 

Francesca Lozito

http://www.vinonuovo.it

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