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Giuseppe Toniolo beato!

Il 29 aprile 2012 Giuseppe Toniolo sarà beatificato a Roma. Si attendono circa 5000 persone. "Il messaggio della beatificazione di Giuseppe Toniolo, economista, e' giusto e giunge al momento giusto, nel bel mezzo di una crisi economica che sta preoccupando tutti". Conosciamo da vicino questa figura, modello di santità.


Giuseppe Toniolo beato!

da Teologo Borèl

del 26 aprile 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

           Giuseppe Toniolo nasce a Treviso il 7 marzo 1845. Laureato in Giurisprudenza a Padova nel 1867, rimane nello stesso ateneo in qualità di assistente, sino al 1872, trasferendosi successivamente a Venezia, a Modena e, infine, a Pisa, dove rimane come professore fino alla morte. Nel 1878 sposa Maria Schiratti, dalla quale ha sette figli. La sua è un'esperienza di famiglia ricca di tenerezza e di preghiera, una famiglia dove la Parola di Dio è di casa.

          Comincia a interessarsi attivamente all’Opera dei Congressi. Nel clima culturale del tempo, si impegna perché i cattolici siano presenti nella società civile. In quel momento essi cominciano a formare associazioni a tale scopo. Sulla scia di questa organizzazione, il 29 dicembre 1889, a Padova, viene costituita l’Unione cattolica per gli studi sociali, il cui presidente e fondatore è proprio Giuseppe Toniolo il quale, nel 1893, dà vita alla “Rivista internazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie”. Toniolo elabora una sua teoria sociologica, che afferma il prevalere dell'etica e dello spirito cristiano sulle dure leggi dell’economia. Dal 1894 in poi diviene uno degli animatori del movimento della “democrazia cristiana”. È il fondatore delle Settimane sociali nazionali. Negli ultimi anni della sua vita, preoccupato della guerra in corso, elabora uno statuto di diritto internazionale della pace che affida al Papa. È stato dichiarato Venerabile il 14 giugno 1971. Il 29 aprile 2012 sarà proclamato Beato. 

 

La causa di beatificazione 

Il 29 aprile 2012 Giuseppe Toniolo sarà beatificato a Roma, presso la Basilica di San Paolo fuori le mura.

2011, il decisivo passo in avanti

Il 14 gennaio 2011 il Santo Padre Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto riguardante «un miracolo, attribuito all'intercessione del Venerabile Servo di Dio Giuseppe Toniolo».

L’iter: 1933 - 1971 - 2001

          «L’iniziativa per l’avvio della Causa di beatificazione di Giuseppe Toniolo è merito della FUCI. Furono i fucini, infatti, che in un’assemblea dei Presidenti tenuta a Firenze il 21 maggio del 1933 se ne fecero promotori, inviando una lettera postulatoria a mons. Gabriele Vettori, Arcivescovo di Pisa, città dove Toniolo era a lungo vissuto, e a mons. Eugenio Beccegato, Vescovo di Ceneda (Vittorio Veneto), diocesi a cui appartiene Pieve di Soligo, dove riposano le sue spoglie mortali. La lettera, firmata da Igino Righetti e da mons. Guido Anichini, esordiva così: «Le Associazioni Universitarie di Azione Cattolica, anche alla distanza di tre lustri dalla morte del prof. Giuseppe Toniolo, sentono di essere obbligate verso la Sua venerata persona, che in tempi difficili e torbidi seppe tenere alto, nelle aule scolastiche superiori d’Italia, il prestigio della scienza cristiana e alle giovani generazioni fu esempio splendidissimo di vita santa, tutta impiegata nell’adempimento dei doveri domestici e pubblici e consumata nobilmente nell’affermazione dei principi cristiani nella vita sociale. Il nome di Giuseppe Toniolo infatti vive ancora nelle università italiane, per la fama della sua dottrina e per merito dei suoi discepoli che lo hanno seguito nell’apostolato dell’insegnamento; vive soprattutto, il nome suo, tra i cultori della sociologia cristiana instaurata da Leone XIII, immortale autore della Rerum novarum, e nelle associazioni studentesche, che furono le accolte dell’Azione Cattolica a lui più care e dalle quali sperava tanto, per la diffusione delle dottrine sociali e del pensiero cristiano in generale». Alla FUCI si aggregò subito l’intera Azione Cattolica, presieduta da Augusto Ciriaci e assistita da mons. Giuseppe Pizzardo. Più tardi (1942) entrerà nel Comitato anche l’Università Cattolica del Sacro Cuore. La richiesta fu subito accolta dalla competente autorità e si iniziarono i processi informativi: dal 1934 al 1941 si svolse il Processo ordinario a Pisa, mentre alcuni processi si svolsero per rogatoria (Roma, Genova, Torino, Milano, Brescia, Ceneda). Su questa base, concluso anche l’esame degli scritti del Toniolo, si poté introdurre il processo apostolico (7 gennaio 1951). Furono istruiti processi a Pisa (1951–54), a Roma (1951–53), a Vittorio Veneto (1951–53), a Milano (1951–54). In tutto furono ascoltati 54 testi, e tra essi alcuni di grande notorietà: dal card. Pizzardo al futuro card. Bevilacqua, da don Luigi Sturzo al conte Giuseppe Dalla Torre, dalla principessa Cristina Giustiniani al p. Agostino Gemelli. Il processo approdò al decreto di eroicità delle virtù emanato, su disposizione di Paolo VI, il 14 giugno 1971.

          Da allora il Toniolo è venerabile. Ai fini della Causa, è questo il tempo della sensibilizzazione della comunità cristiana, della conoscenza della figura del Servo di Dio, e soprattutto della preghiera. Per la Beatificazione si attende infatti solo il segno di un “miracolo” compiuto per intercessione del Servo di Dio.

 

Gli scritti spirituali

Invocazione dell'umiltà

          «Ah! Sì, confesso mio Dio, prostrato innanzi a voi, che siete colui che è, mentre io sono colui che non è; d’essere propriamente nulla, nulla sapere e potere nell’ordine naturale e soprannaturale senza il benignissimo vostro aiuto e senza la vostra grazia. Confesso di essere per la natura mia corrotta dalle origini e peggio guastata dalle mie tristi abitudini, la stessa miseria; niuno più incostante, niuno più irrequieto, niuno più fragile, niuno più prono al male di me: l’esperienza di trenta anni me ne moltiplica le prove, la voce del mio stesso confessore me lo conferma. Oh! Come sarei nel fondo di ogni pervertimento e corruttela, se un abisso di misericordia vostra non mi avesse finora prevenuto, circuito, quasi direi perseguitato! […]. Ma deh! Mio Dio, che vi siete umiliato ed esinanito, per così dire, per me, che coll’esempio di una vita di trentatrè anni pare che non abbiate voluto insegnarmi fuorché l’umiltà in tutte le circostanze, sotto tutte le forme, mio Dio, che espressamente mi ingiungete di essere umile, sotto minacce terribili di non entrare nel regno dei cieli, che amorevolmente mi invitate ad apprendere da voi non a far miracoli, ma ad essere umile e mite di cuore, mio Dio, mio Gesù, mio maestro datemi questa sovrana virtù dell’umiltà.

          Io lo desidero ardentemente e ve ne prego insistentemente: io non voglio più resistere a voi, perché voi non resistiate a me, bensì mi largiate abbondante la grazia: sottraetemi alle insidie, alla fallacia, alla tirannia della superbia; fate il mio cuore simile al vostro, affinché in grazia della umiltà sincera, profonda, costante, che moderi la mia mente, che informi il mio sentire, che governi le mie azioni, che si traduca nella mia vita interiore ed esteriore, io meriti la grazia preziosa di conoscere ed adempiere la vostra adorabile volontà, di correre lietamente le vie dei vostri comandamenti, in una parola di amarvi. O Gesù ricordatevi dell’umiltà della madre vostra e mia Maria, ed esauditemi. Eterno Padre, vi offro l’umiltà del vostro figlio Gesù, ad ottenimento di questa suprema virtù, fondamento d’ogni vita cristiana, condizione a modellarsi sulle vostre infinite perfezioni. Io lo spero e ne do lode a voi colla mia profonda gratitudine, di quest’uomo poverello, che è nulla, e in voi potrà tutto»

Cos'è la carità?

          «Oh mio Dio! Dunque la conoscenza e l’adempimento della vostra volontà è il fine della nostra vita quaggiù, è il compendio di tutti i nostri doveri; è l’obbiettivo e il termine dì ogni giustizia di ogni perfezione; è l’argomento d’ogni nostra gloria e d’ogni nostra felicità. Oh! Mio Dio, lascia­te dunque che io vi faccia una preghiera che tutte le altre riassume, la preghiera che voi mio sovrano, mio padre, mio maestro, mi avete insegnato: fìat, fìat voluntas tua!Oh! Sapientissima, o sovrana, o benignissima, o dol­cissima volontà del mio Dio, quanto meritate di essere ricercata con semplicità di cuore, con fervore di desideri, con slancio di affetti, ricevuta e custodita con umiltà e gratitudine, eseguita con diligenza, generosità, instanca­bile operosità e perseveranza. Oh, in ciò consiste il dovere e la virtù della carità: perché che cosa è amore, fuorché l’aderire della volontà dell’amante alla volontà dell’ama­to, sicché di essi due per mezzo della volontà si effettui una ineffabile unione?»

Il primato della vita interiore

          «Invano l’azione esteriore torna ordinata e feconda (giusta i disegni della Provvidenza) senza che la preceda e accompagni costantemente la vita interiore, l’esercizio cioè delle virtù intime nella quotidiana riforma di sé»

Il Vangelo in casa

          «Tutte le domeniche - ricorda la figlia Teresa - tornati da Messa, ci riuniva nel suo studio ed anche le persone di servizio dovevano venire ad ascoltare la spiegazione del Vangelo. Tutte le mattine facevamo, dopo ritornati da Messa, la colazione e, prima di dividerci, ci leggeva una breve meditazione che ci desse il pensiero per tutto il giorno. Alle sei della sera dovevamo tutti ritirarci in camera per fare un’ora di raccoglimento e di studio; papà ne avrebbe sofferto se non l’avessimo fatto, ed era solito ripeterci: per carità non vi dissipate».

 

I legami con l'Azione Cattolica

Un modello di santità

          «La straordinarietà di Giuseppe Toniolo si gioca tutta sull’ordinarietà della sua vita e delle sue opere. Direi senz’altro: una santità ordinaria. Ciò è di grande importanza per tutta l’Azione cattolica italiana». Il presidente nazionale di Ac Franco Miano ci tiene a sottolineare uno dei punti salienti di una storia di santità laicale che forse i giovani, e anche molti aderenti dell’associazione, non conoscono pienamente. «Toniolo, in un’epoca storica difficile e lontana dall’oggi, fu prima marito e padre esemplare, con i suoi sette figli. Poi educatore, docente. Infine, fine economista e impegnatissimo nella rinascita sociale del movimento cattolico italiano. Lavorò agli “Statuti di Firenze” (1905) e fu Presidente dell’Unione Popolare, che insieme con l’Unione economico-sociale e l’Unione elettorale, rappresentava la nuova configurazione del laicato organizzato. Così come sollecitò l’enciclica sociale leonina Rerum Novarum. Insomma, un laico, diremmo oggi, impegnato in politica così come nella professione. Un uomo integerrimo che ha messo al primo posto delle sue battaglie l’etica ancor prima dell’economia e, quindi, un “beato” da far conoscere alle nostre associazioni e ai nostri giovani. Oggi potremmo dire: un uomo che ha combattuto per la realizzazione del bene comune. Un modello di santità laicale “ordinaria” che si è distinto per coraggio profetico, senza l’aiuto di tv, internet o altro». «Ma se volessimo ridurlo a una definizione sintetica – continua Miano – forse dovremmo senz’altro definirlo “un uomo di speranza”. Amava dire che, in forza della Risurrezione di Cristo, la storia ha una legge intima, appunto una legge di “Risurrezione”, che la apre a nuove albe dopo tutte le notti a cui può andare incontro. E poi c’è un aspetto non secondario nella vita del prossimo beato Toniolo: la vita di preghiera. Una preghiera che affonda le sue radici in un dialogo sempre sereno con il Dio della vita e dalla quale trae linfa necessaria per argomentare con intelligenza le sue idee sull’economia e la società italiana. Spesso siamo abituati a conoscere figure di santità legate a miracoli particolari o a segni di misticismo puro: qui siamo di fronte al miracolo del “giorno per giorno”. Giuseppe Toniolo dà del “tu” al Signore con gli umili arnesi dell’intelligenza e cuore umani. Un credente che non ha avuto paura a dire, in un periodo storico difficile, che anche i cattolici c’erano, per il bene dell’Italia».

          Al presidente Miano si aggiunge la voce dell’assistente generale dell’Ac, mons. Domenico Sigalini. «Ho maturato – ci dice mons. Sigalini – sin da quando ero assistente diocesano di Ac a Brescia quanto sia importante il Toniolo proprio perché ha realizzato pienamente quella che è la vocazione di un socio di Azione cattolica. Che è sicuramente una religiosità profonda e personale, una condivisione di questa fede a livello di rapporti interpersonali con le persone, e un amore per la Chiesa perché ha collaborato anche con i sommi pontefici in tempi in cui questo compito non era così facile a vedersi. Ma soprattutto per l’impegno politico a partire da una scelta religiosa».

          «Non è stato un uomo di partito – continua mons. Sigalini – un uomo di affari, di interessi, ma uno che ha saputo vivere la sua vocazione da cristiano dentro la realtà pubblica e le istituzioni. Regalando alle istituzioni quel “di più” che può avvenire da un’ispirazione credente. C’è un’altra cosa, inoltre, che vorrei sottolineare: la sua vita di famiglia, il suo essere uomo e padre che educa con l’esempio della sua vita e anche con un’attenzione alla cura della spiritualità che lo rendono una personalità sobria e piena di misericordia. Infine, se guardiamo all’attualità, ci interessa mettere in risalto ancora di più la sua figura per la congiuntura politica ed economica che stiamo attraversando, essendosi lui impegnato per il bene comune. Penso che il suo esempio possa essere davvero presentato al nostro mondo politico come una via necessaria e lecita alla buona politica, senza che ciò vada a confondersi o scagliarsi contro nessun partito».

Intervista di Gianni di Santo a Franco Miano e a S. E. Mons. Sigalini sulla figura di Giuseppe Toniolo, pubblicata sulla rivista Segno di aprile 2012

 

L'ACI e un santo 'conciliare'

          La storia più grande e più significativa dell’Azione Cattolica è una storia di santità: via via che passano gli anni, si scoprono testimonianze sempre più numerose e significative dei capolavori che lo Spirito ha costruito nella coscienza e nella vita di tante persone che hanno imparato in AC la bellezza di vivere da discepoli del Signore e hanno trovato nella proposta formativa e spirituale dell’associazione, la traccia, quasi il suggerimento discreto, per vivere nella fedeltà creativa allo Spirito.

          Giuseppe Toniolo è caro all’Azione Cattolica perché, al di là di ciò che ha realizzato nella sua vita e che lo fa ricordare al di là dei confini della comunità cristiana, è stato un cristiano serio. La sua santità è quella possibile ad ogni laico cristiano. Questo è un tempo in cui si parla di santità laicale, ma spesso con la proposta per essa di modelli che non corrispondono alla vocazione laicale né alle ordinarie condizioni di vita di un laico; eppure abbiamo avuto il dono di un Concilio che tra i suoi messaggi più forti ha proposto quello del valore della vocazione laicale e della universale chiamata di tutti i battezzati alla santità, nelle concrete condizioni della loro vita. Toniolo ha “inventato” un modello di santità che si potrebbe dire “conciliare”, ben prima della celebrazione del Concilio: ha vissuto una totale fedeltà al Vangelo come sposo, come padre, come politico, come professionista. La molteplicità degli impegni di una vita laicale non gli ha impedito di essere uomo di preghiera e di carità: di una preghiera che si è intrecciata con le responsabilità laiche della famiglia e del lavoro; che si è fatta strada tra questi impegni e all’interno di essi; di una carità che non ha cercato opere straordinarie, ma è passata dentro lo stile della vita quotidiana. L’Azione Cattolica è impegnata a far conoscere la vita e la spiritualità di Giuseppe Toniolo; non è per desiderio di esibire una storia importante, ma per la consapevolezza che in questo tempo difficile ciò di cui abbiamo bisogno, come laici cristiani e come comunità cristiana, è soprattutto la santità. L’Azione Cattolica ha un tesoro molto ricco nella sua storia: un tesoro di santità che ha saputo tenere insieme l’amore al Signore e l’amore all’uomo; la stima per la storia e la chiarezza del riferimento oltre essa; che ha saputo cercare Dio senza smettere di servire la storia umana, amata e salvata da Dio.

          L’Azione Cattolica di oggi ha il compito di custodire questo tesoro, di farlo conoscere, di renderlo scuola alla quale continuare a imparare che la vita quotidiana ha un grande valore perché è abitata da Dio: i santi hanno saputo riconoscerne la presenza e vivere fedeli ad essa.Noi ne riproponiamo l’esempio per imparare alla loro scuola.

http://www2.azionecattolica.it

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