Giovedì santo 2025

Lasciati lavare i piedi

LYRICS

Non c’è amore più grande
Di chi dà la vita per i suoi.
Non c’è amore più grande:
Io do la mia vita per voi.

Il Signore si alzò da tavola,
versò dell’acqua in un catino,
e cominciò a lavare i piedi ai discepoli:
ad essi volle lasciare questo esempio.

«Quello che io faccio, ora non lo comprendi,
ma lo comprenderai un giorno».
«Signore, tu lavi i piedi a me?».
Gesù gli rispose dicendo:
«Se non ti laverò, non avrai parte con me».

Non c’è amore più grande…

«Se vi ho lavato i piedi,
io, Signore e Maestro,
quanto più voi avete il dovere
di lavarvi i piedi l’un l’altro».

Gesù disse ai suoi discepoli:
«Da questo tutti sapranno
che siete miei discepoli,
se vi amerete gli uni gli altri.

Non c’è amore più grande…

«Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate gli uni gli altri
come io ho amato voi» dice il Signore.

Fede, speranza e carità,
tutte e tre rimangano tra voi:
ma più grande di tutte è la carità.

Non c’è amore più grande…

Vangelo

Li amò sino alla fine.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 13,1-15)

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

Avevo sempre letto il brano della lavanda dei piedi come un testo di altissimo insegnamento morale, l'esempio che Cristo ci dava, perché non c'è nulla di più alto di lavare i piedi. Finché una volta mi è capitato di ascoltare una meditazione di Umberto Neri, discepolo di Dossetti, che trovate sugli scritti. Lui diceva: "Devi farti lavare i piedi da Cristo", e aggiungeva: "Se non ti laverò i piedi, non avrai parte con me". È un testo teologico, che dice che l'uomo ha bisogno che Cristo gli dia la vita, che Cristo lo perdoni. Cristo non è un'idea, è il mistero di un dono che devi accettare.

Ecco la grande scoperta, la grande verità di questo testo: vedete, è la verità che noi abbiamo bisogno che Cristo ci lavi i piedi.

Quante volte abbiamo sentito dire che la Chiesa sfrutta il bisogno dell'uomo di avere la vita eterna, di avere un senso alla vita? "Sfrutta" è un termine terribile, sfruttare. No, la Chiesa è l'unica ad avere il coraggio di dire che non ha bisogno di sfruttare. La verità non è uno sfruttare, si può sfruttare il bisogno dell'uomo, ma la verità è che l'uomo ha bisogno che Cristo gli lavi i piedi.

Pensate alla società stakanovista: Oscar Stakanov era questo uomo russo che lavorava tantissimo, era il mito dell'uomo che lavorava per la patria. Ecco, è come se il mondo dicesse: "Sei tu che hai bisogno che Cristo ti serva". Pensate anche a livello psicologico, che liberazione! Noi siamo in una società di ansia, ci sono persone che stanno "con il fiato sul collo". Non è importante fare, è importante accogliere l'amore; è più importante accogliere l'amore del fare. Il fare viene dopo, dopo che tu hai ricevuto.

Il figliol prodigo è meraviglioso: qual è lo scatto che scopre di aver bisogno del padre? Ma qui non ci spera nemmeno più nel cibo per i porci: "Torniamo almeno a casa di mio padre, c'è cibo". È geniale.

Ricordo un commento di un prete, amico molto caro, che con grande delicatezza diceva: "Mi sono trovato con delle persone con grossi problemi affettivi. Una ragazza anoressica, diceva lui, diceva: 'Io sono grassa, peso 36 kg e sto ingrassando'. Perché? Perché è difficile dire: 'Ho un problema con mio padre, ho un problema nell'accettare il dramma della vita'". E lo diceva perché voleva dire a quella ragazza che quando tu arrivi a dire: "Ho bisogno, non ce la faccio", lì inizia il percorso.

L'uomo che dice "non ce la faccio, Signore, lavami i piedi", simboleggia gli ultimi, è sulla via della salvezza. Ed ecco il mistero dell'essere figli. Cristo ci mostra questo Dio che viene, che ascende, che scende verso di noi per darci la salvezza.

Papa Francesco, in maniera meravigliosa nella Laudato Si', ha mostrato come c'è il fallimento del paradigma tecnocratico. Usa questo parolone, ma è interessantissimo. Il paradigma tecnocratico è il paradigma dell'uomo post-moderno, il modello che pensa che il mondo sia fatto male e che lo debba rifare da zero. La foresta amazzonica, ad esempio, la si vuole rifare da capo. Cambia linguaggio, cambia il modo in cui parlano gli uomini, cambia il modo di nascere e di morire. No, tu devi capire che non è quello che fai tu, ma tu devi accogliere la vita che Dio ti dà.

Il grande dramma del nichilismo, questo pensiero che è tipico del pensiero moderno, è che ci dice che "non c'è un senso della vita". La vita deve trovare un senso, ma tu non devi inventarlo da solo. Il senso della vita ti è dato da uno che ti lava i piedi. È in gioco il senso della vita.

Ecco perché chi accoglie che Cristo dà dignità all'uomo perché gli lava i piedi, scopre poi la bontà della vita. Così come noi abbiamo grande disagio con l'uomo che non fa niente: pensate al bambino, che non fa niente, o al vecchio, che non fa niente. Noi diciamo che non è una vita degna. Ma la vita del grembo materno, la vita dell'anziano, la vita della persona con disabilità... perché noi abbiamo l'idea che quello che potrà fare determini la sua dignità.

E se invece fosse vero il contrario, che Dio dà dignità e ti rende testimone di un modo diverso di vivere? Di un'accettazione, di una pace, anche se puoi fare pochissimo. Puoi pregare, puoi amare.

Quando la Chiesa dice che Dio è padrone del nascere e del morire, non dice che è un dittatore, vuol dire che se l'uomo comincia a dire quando bisogna nascere, quando bisogna morire, diventa lui che vuole fare le cose per gli altri e non si lascia più servire da Dio che dice: "Sei figlio, sei generato, sei nato. La tua vita è quella che ti do. Io ti lavo perché tu diventi forza, diventi bellezza".

Ed ecco perché, allora, il Giovedì Santo è il giorno dei sacramenti. Se ci pensate, i sacramenti dicono proprio le essenziali: Cristo ci dava il battesimo, dicendo: "Stai rinascendo, io ti faccio rinascere, la tua vita è la vita di un figlio di Dio, sempre". Non è perché la tua vita ha un senso che tu puoi decidere, ce l'ha perché io te lo do, perché sei generato, perché sei amato. E così la cresima che ti conferma. Pensate all'Eucaristia, che è ricevere il pane, essere nutriti. Essere nutriti ogni giorno dell'Eucaristia. Perché non di solo pane vive l'uomo. Se Cristo non ti lava i piedi, il pane che lui stesso ti dà non ti basta.

La confessione dei peccati, cioè ricevere il perdono che vince l'uomo dal male che ha fatto. "Io ti assolvo", e un altro te lo dice, non te lo dici da solo. Pensate alla malattia, al matrimonio, al sacerdozio.

Oggi, noi diciamo i sacramenti: l'unzione degli infermi, il sacerdozio, il matrimonio. Dio che dice: "Sia benedetto il vostro amore", sia benedetto perché io vi guardo con bontà.

Ed ecco, allora, perché la lavanda dei piedi nelle case. Ecco, qui c'è un catino, un asciugamano. Vi invito a scegliere, ogni famiglia, che ci sia uno che si assuma la responsabilità. Il padre, il nonno, la madre, la nonna. Ma è importante, non che si lavino i piedi, ma che tutti scoprono di avere bisogno di essere amati. Non ce la facciamo. Non troviamo un senso alla vita da soli. Abbiamo bisogno di essere amati. E in quel gesto di un altro che ci lava i piedi, noi scopriremo il mistero di Cristo che si nasconde nel mistero della lavanda dei piedi.

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