del 01 maggio 2002
A prima vista potrebbe sembrare un argomento che poco ha a che vedere con il “patto educativo” che nelle diverse parti del Mondo stringiamo personalmente e nei gruppi con ciascuno di voi. In realtà, la forma della nostra vita consacrata in comunità è “il primo dono” che possiamo e dobbiamo offrirvi: più cresciamo nelle relazioni tra noi, nell’amicizia autentica e sincera, più diventiamo testimoni della bellezza del vivere insieme, con caratteristiche differenti e originali che rendono piena l’esistenza, lasciando emergere i lineamenti della persona di Gesù Cristo, attorno al quale si concentra e si sviluppa la vita di tutti. Abbiamo riscoperto il valore proprio della comunione che si manifesta nel “vivere e lavorare insieme”, secondo lo stile dei discepoli di Gesù, praticando quotidianamente e ovunque la carità pastorale che sa accogliere, educare ed evangelizzare, accompagnare ciascuno verso la risposta personale alla chiamata del Signore Gesù. È un cammino entusiasmante e vorremmo coinvolgesse tutti voi, carissimi giovani che, con le vostre domande, espresse o implicite, con la vostra presenza continua e stimolante, nella fatica di diventare adulti, a volte immersi in realtà di disagio e abbandono, ci chiedete di non lasciarvi a voi stessi e al vostro destino, ma di comportarci da padri, fratelli e amici vostri, come ha fatto e farebbe oggi don Bosco. È un’impresa sicuramente impegnativa, ma ci incoraggia la stimolante parola del Signore Gesù – “Duc in altum” – che nuovamente ci invita a “prendere il largo verso il mare aperto e verso il profondo”, non come “lupi di mare solitari”, ma come “guide” di un “equipaggio” ben assortito e unito, il migliore, che sa di essere diretto verso la terra promessa dell’eternità, apprendendo giorno dopo giorno l’arte della navigazione sulle rotte della santità.
don Stefano Vanoli, don Claudio Cacioli
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