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Felicità, si cerca nei posti sbagliati

Si pensa che la ricchezza porti bene; che una casa bella crei atmosfera serena; che la salute offra già un buon inizio di felicità; che in ferie si possa essere più allegri che in altri periodi dell'anno; che avere un compagno o una compagna permetta di sentirsi accolti e meno soli. Poi si adempiono, in sequenza, questi 'desideri', ma rimaniamo insoddisfatti!


Felicità, si cerca nei posti sbagliati

da Quaderni Cannibali

del 28 agosto 2006

Parlare di felicità non è certamente facile. Fa parte di quelle cose che si cercano sempre dove non ci sono. Si pensa che la ricchezza porti bene; che una casa bella crei atmosfera serena; che la salute offra già un buon inizio di felicità; che in ferie si possa essere più allegri che in altri periodi dell'anno; che avere un compagno o una compagna permetta di sentirsi accolti e meno soli.

Poi si adempiono, in sequenza, questi 'desideri', ma rimaniamo insoddisfatti!

Allora torniamo a cercare questa benedetta felicità. Forse fare un figlio, comperare una barca, promuovere di grado nel lavoro, andare a concerto, buttarsi in politica, cambiare la macchina, farsi l'amante… Niente!

Anzi, più le ricerche si fanno intense e più cicatrici ci restano sul cuore. Ritorniamo cocciutamente ad annaspare. Dio ci ha fatto per la felicità, non ci può tradire facendocela sempre intravedere, ma spostandocela, quasi con sarcasmo, al momento giusto… Allora si parla, si discute, si polemizza, si prega, si legge. Nebbia!

Qohelet nella Bibbia, dice che tutte le parole sono logore, stanche, esaurite. Dovremmo avere il coraggio di smettere di affannarci, fare più silenzio, ascoltare. È difficile definire la felicità. È piccola e grande, è finita e infinita; è interiore ed esteriore; è normale e divina; in parte esiste e in parte la si sogna. Incomincio a credere che dobbiamo accontentarci di cercarla come si cercano tutte le cose grandi. Essere cercatori instancabili di giustizia, di amore, di verità, di felicità, fa parte dei compiti assegnatici dal Padreterno.

Ma, diversamente dalle ricerche normali, la felicità non va cercata correndo, ansimando, eccitandoci. La si deve cercare dentro di noi. E come tutte le ricerche delle cose interiori, può avvenire contemplando o fermandosi. La ricerca sbagliata della felicità può farci correre dei rischi. Abbracciamo ombre, cancelliamo impronte, fuggiamo come stranieri, ci ubriachiamo di fatica, ci abbeveriamo di veleno. La gioia abita in un'altra casa. La gioia ti rende aperto e leggero. La gioia contrasta la forza di gravità.

La gioia è primitiva ed essenziale, sta ancora attaccata alla pianta del giardino dell'Eden. Non è più grande della prima mela. È solo ripulita della bava del serpente.

don Antonio Mazzi

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