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È morto l'abate Pierre, simbolo del cattolicesimo francese

Un uomo tanto importante da poter essere dimenticato. Un uomo tanto fondamentale da essere povero e ultimo. Un uomo tanto grande da essere straccione con gli straccioni.


È morto l'abate Pierre, simbolo del cattolicesimo francese

da Attualità

del 22 gennaio 2007

PARIGI - È morto l'abate Pierre, simbolo del cattolicesimo francese. Aveva 94 anni. Il religioso è deceduto durante la notte nell'ospedale Val de Grace di Parigi dove era ricoverato dallo scorso 15 gennaio, era stato ricoverato per una infezione polmonare. La notizia è stata diffusa dal Martin Hirsch, presidente di Compagnons d'Emmaus Francia, l'organizzazione per i poveri e i rifugiati, fondata dall'abate nel 1949. L'Abbè Pierre era uno dei personaggi più popolari della Francia.

 

LA VITA - Il suo vero nome era Henri Groues. Nato in una famiglia benestante il 5 agosto del 1912 a Lione, studiò dai gesuiti e poi entrò nell'ordine dei Cappuccini. Prese gli ordini religiosi nel 1938 e, durante la seconda guerra mondiale, partecipò alla resistenza francese salvando numerose vite e favorendo la fuga di ebrei e perseguitati politici verso Svizzera o Algeria.

 

LA VOCE DEI DISEREDATI - Nel 1944 fu arrestato dai tedeschi nel sudovest della Francia, ma riuscì a fuggire e a riparare in Algeria.

Rientrato alla fine della guerra, l'Abbé Pierre è chiamato al capezzale di George, un assassino che rientrato a Parigi dopo venti anni di lavori forzati, alcolista, indebolito dalla malaria, è rifiutato dai suoi cari. Tenta il suicidio ma non vi riesce; a questo uomo l'Abbé Pierre dice:' George, tu sei disperato, e vuoi morire.. io non ho nulla da darti ma tu vuoi darmi una mano per costruire case per i senzatetto?'Alla proposta certamente insolita, vista la situazione, George acconsente. Capisce che pur così mal ridotto, può ancora essere utile a qualcuno. L'organizzazione divenne un movimento internazionale con centri in cinquanta Paesi.«L'ESORDIO» - L'Abbè Pierre si impose all'attenzione nazionale con una trasmissione radiofonica andata in onda in una notte fredda dell'inverno del 1954. «Amici miei, aiuto! Una donna è morta assiderata alle 03:00 di questa mattina», disse riferendosi a un fatto accaduto nel centro di Parigi, «La donna è morta sulla strada a Boulevard Sebastopol. In mano aveva ancora il documento con cui il giorno prima gli era stato notificato lo sfratto». E ancora: «Entro questa notte, o al domattina al massimo, abbiamo bisogno di 5.000 coperte, 300 grandi tende americane e 200 fornelli da campo». Circa 40 anni più tardi, lo stesso frate, con la stessa tonaca e il berretto nero, avrebbe lanciato un appello analogo ma questa volta diretto ai politici di Francia. «Dirigenti eletti: è arrivato il momento di agire affinchè tutti abbiano un alloggio... La Francia deve costruire case, ha le risorse per farlo», disse ad agosto del 2003, quando si stava manifestando una nuova ondata di senzatetto.

 

 

La comunità è diventata nei decenni un vero e proprio punto di riferimento in tutta la Francia e, dal 1971, un' istituzione caritativa internazionale. Negli anni anche il carisma dell'Abbé Pierre è cresciuto, fino a farne uno dei personaggi più amati dai suoi connazionali, con una popolarità all'estero che ha potuto competere con quella di madre Teresa di Calcutta

 

LEGION D'ONORE - All'abate Pierre nel 1992 fu conferita la Legion d'Onore e il religioso fu anche proposto per il Nobel per la Pace. In anni recenti i sondaggi lo indicavano come la figura più popolare della Francia, prima di politici e imprenditori. Nel 1996 si attirò molte critiche per alcune dichiarazioni in favore del suo amico Roger Garaudy, scrittore comunista convertitosi dal cattolicesimo all'Islam e diventato poi un negazionista dell'Olocausto. Ma quella circostanza non scalfì la popolarità dell'abate Pierre. Ha vissuto gli ultimi anni in una casa per anziani fuori Rouen, nel sudovest della Francia.

http://www.emmaus-international.org

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