del 01 gennaio 2002
Un monaco bizantino del XIV secolo, che divenne anche patriarca di Costantinopoli con il nome di Callisto II, risponde a questo quesito con l’esempio del suonatore di cetra.
Se vuoi imparare la verità, prendi ad esempio il citaredo.
Egli infatti inclina la testa applicando l’orecchio al canto e fa girare il plettro con la mano. E mentre le corde vibrano insieme con arte, la cetra emette la melodia e il suonatore palpita per la dolcezza della melodia.
Colui che prega deve mettersi all’opera in modo simile. Dispone di una cetra e di un plettro. La cetra è il suo cuore, le corde i suoi sensi interiori. Per far vibrare le corde e suonare la cetra, ha bisogno di un plettro: il ricordo di Dio, il Nome di Gesù, la Parola. Così il suonatore di cetra deve, pieno d’attenzione e di vigilanza, ascoltare il suo cuore e far risuonare le corde con il Nome di Gesù, finchè non si aprano i suoi sensi e il suo cuore si desti. Chi senza posa fa vibrare il suo cuore al Nome di Gesù arriva a farlo cantare: una felicità indescrivibile pervade l’anima suo come un fiume, il ricordo di Gesù purifica il suo spirito e lo fa splendere di luce divina.
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