Giuseppe Visonà, giovane desenzanese, ci racconta l'esperienza con Terre e Libertà...
Riprende, dopo la pausa natalizia, la rubrica "Lo grideranno le pietre"!
Ci eravamo lasciati con l'intervista ad Abba Filippo Perin, che ha risposto alle nostre domande sulla sua vita e la missione dei salesiani in Etiopia.
Oggi invece diamo voce ad un giovane di Desenzano del Garda: Giuseppe (per tutti Beppe) Visonà. Ha partecipato a delle esperienze di animazione dei giovani all'estero, nello specifico in Bosnia Erzegovina, con un progetto di Ipsia Acli che si chiama "Terre e Libertà".
Le sue risposte sulla sete sono davvero molto interessanti.... Buona lettura!
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Ciao Beppe, innanzitutto grazie per aver accettato di raccontarci la tua esperienza! Presentati ai nostri lettori...
Mi chiamo Giuseppe Visonà, ho 23 anni, vivo a Desenzano Del Garda (Bs) ed attualmente sto finendo di la laurea triennale in Sociologia presso l’Università di Trento. Oltre al volontariato estivo con Terre e Libertà cerco di tenermi sempre impegnato il più possibile nel tempo libero: che sia l’oratorio, la politica o altre associazioni locali alle quali serve sempre una mano.
Come mai hai deciso di impegnarti nel servizio con Terre e Libertà? In che paesi sei stato?
È davvero una storia simpatica! Per quanto l’incontro con questo progetto sia nato per caso, era da tempo che volevo fare un’esperienza di volontariato e durante il primo anno di università questo desiderio si è quasi trasformato in un bisogno, qualcosa che dovevo fare assolutamente perciò mi sono messo a cercare qualcosa in internet ma, essendo già maggio, molti progetti erano già pieni. Perciò mia madre mi ha consigliato di cercare sul sito delle Acli e googlando “volontariato Acli” ho trovato il sito di questo progetto di Ipsia Acli, che organizza campi d’animazione per bambini nei Balcani e in Africa e ho deciso di buttarmici, quasi a caso. Per ora ho fatto 3 estati in Bosnia-Erzegovina, ma ci sono campi anche in Kosovo e Albania per l’Europa e in vari paesi Africani (ad esempio quest’anno i campi si sono svolti in Mozambico, Kenya e Senegal).
Cosa significa per te DARE DA BERE AGLI ASSETATI, in base all’esperienza che hai vissuto con Terre e Libertà?
DARE DA BERE AGLI ASSETATI significa poter soddisfare un bisogno primario per gli uomini; è una frase che a me piace molto perché si ricollega alla vita. Insomma non c’è vita senza acqua e la vita ha bisogno di tante altre cose per essere completa, per questo chi è più fortunato deve aiutare chi lo è meno. Ciò significa ad esempio rinunciare ad un po’ del proprio tempo per mettersi a disposizione di altre persone che hanno bisogno d’aiuto o quantomeno per le quali la tua disponibilità può davvero fare la differenza.
Che tipi di sete hai incontrato nei posti dove hai svolto il tuo servizio?
Oggi DARE DA BERE AGLI ASSETATI è un’opera di misericordia più viva che mai. La gente nel mondo ha sete di giustizia, di libertà ma anche di lavoro, soldi, posti più dignitosi in cui vivere. La sete che ho incontrato in Bosnia, lavorando con i bambini, è il bisogno di sentire che qualcuno si sta occupando di te. Ho fatto animazione in piccoli villaggi di campagna dove oltre a case e campi non c’è nulla se non le scuole e, quando sono chiuse, i bambini non hanno luoghi di ritrovo o una grande varietà di attività ricreative da scegliere. I genitori lavorano tutto il giorno nei campi o addirittura i padri molto spesso vivono separati dalla famiglia e vanno in Austria o Germania per cercare lavori migliori e poter mantenere chi resta in Bosnia. Per questo è importante mantenere attività come quelle proposte da Terre e Libertà: i bambini sanno che c’è qualcuno che si occupa di loro, almeno per due settimane, che li fa giocare e può trasmettere loro come impiegare il loro tempo libero anche quando il campo finisce, magari mentre si devono occupare dei fratellini o cuginetti più piccoli.
Papa Francesco ha indetto il Giubileo Straordinario della Misericordia. Cos’è per te la MISERICORDIA?
La misericordia per me significa aiutare una persona in difficoltà disinteressandosi dei vantaggi, è il ricco che aiuta il povero, chi ha acqua che da bere agli assetati. Fin dalla mia prima esperienza con Terre e Libertà ho capito che aiutare gli altri non è un’occupazione solo per i contesti del volontariato o comunque delle strutture dove lo scopo palese sia quello di aiutare, ma è uno stile anche nella vita di tutti i giorni, con i nostri amici, la nostra famiglia ma anche con gli sconosciuti che ci circondano: iniziare a guardare all’altro con un occhio di benevolenza.
Condividi con noi un piccolo episodio che, in Bosnia Erzegovina, ha lasciato il segno nel tuo cuore...
Ci sono due momenti che ricordo in maniera speciale per l’effetto che hanno avuto su di me: l’anno scorso sono stato 2 settimane in una scuola in mezzo al nulla, circondata dalle colline, dai campi di granturco e dai boschi. Un luogo tanto idilliaco per la sua bellezza tanto quanto isolato e senza stimoli per nessun abitante. I bambini a cui abbiamo fatto animazione non avevano mai vissuto un’esperienza del genere: avevano sete di gioco, divertimento,… Desideravano qualcuno che si mettesse a loro disposizione e li facesse ridere e scherzare. I sorrisi e gli abbracci che ogni giorno ci davano erano uno splendido feedback sul fatto che la sete di questi bambini veniva finalmente appagata semplicemente partecipando a quello che per noi è un normalissimo Grest. Il secondo ricordo invece riguarda me e la mia sete: volevo sentirmi utile e fare la differenza e da quando ho iniziato a fare queste attività sento di non averla più. Avevo sete e la gioia che ho trasmesso a quei bambini l’ha appagata.
Donboscoland - Beppe Visonà
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