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Capitolo 5

Discorsi sconvenevoli e fiamma misteriosa in una camerata - Dicerie e timore - D. Bosco dà spiegazione del fatto, ed esorta i giovani a non essere restii a quell'avviso di Maria SS. - La strenna, la fiamma, la visita alle coscienze - Come la Madonna veda tutto quel che vuole, e soglia apparire in questo mondo - Canto di Maria SS. in una visione - Bene prodotto fra gli alunni da quella fiamma - Una causa per la quale D. Bosco attende indefessamente al confessionale.


Capitolo 5

da Memorie Biografiche

del 01 dicembre 2006

In ogni sua opera, in ogni sua fatica D. Bosco aveva di mira solo la gloria di Dio e il bene delle anime e perciò non deve parer cosa strana che la Vergine benedetta lo aiutasse di persona nel compiere i suoi ufficii e nel vegliare sopra i giovani dell'Oratorio. Infatti che vi sia comunicazione col mondo soprassensibile nessun uomo ragionevole può negarlo. I fenomeni soprannaturali, avverati in grandissimo numero nel corso de' secoli, sono tali avvenimenti, che cadono nel dominio della storia. Ad ogni critico spassionato è però libero il campo di esaminarli, discuterli, accettarli, e noi rimettiamo ad essi l'esame di quanto esporremo. Notiamo intanto che i fatti mirabili, che s'intrecciano colla vita del Venerabile D. Giovanni Bosco e le sue parole, ebbero testimonii in quest'anno 500 alunni e con essi preti, chierici e altri della casa.

Or dunque entriamo in argomento e diremo come realmente la Madonna continuasse la, sua generosa assistenza all'Oratorio.

D. Bonetti Giovanni così narra nella sua cronaca. “ Giovedì 9 gennaio 1862. Verso le 9 di sera, tre giovani, Vallania, Sciolli e Finelli, erano andati a coricarsi prima di tempo nella loro camerata di S. Luigi, posta nella parte nuova della Casa. Mentre raccontavano delle frottole (o meglio facevano discorsi non molto buoni), invece di venire cogli altri alle preghiere comuni, odono una scossa come di terremoto e di poi un fischio di vento gagliardo che si avvicina. Ed ecco ad una finestra della loro camerata sul davanzale esterno presentarsi una fiammella a guisa di un globo di fuoco. Sebbene la finestra fosse chiusa, penetrò attraverso di essa con un po' di rumore. Passata sulle loro teste percorse la sala da una estremità all'altra; quindi, fermatasi nel mezzo, cessò di formare un globo solo, ma si divise e si sparse in tante fiamme per tutta l'estensione della camera, che rimase per un istante interamente illuminata anche in ogni suo angolo. In questo stesso mentre udivasi un rumore, quasi passo d'uomo che camminasse. Dopo qualche istante la luce si adunò di nuovo in un solo globo, si portò alla detta finestra e ne uscì, lasciando pieni di spavento quei tre giovani, i quali, appena poterono riprender fiato, si nascosero sotto le coperte.

” Una cosa così straordinaria non potè rimanere nascosta: e Vallania me la raccontò, assicurandomi della verità di un fatto per lui non troppo onorevole. Come un lampo se ne sparse la notizia; corsero varie dicerie. Quel lume stesso scintillante di vivissima e straordinaria luce, era stato veduto da D. Rua e da D. Savio mentre uscivano da una scuola, ma lo credettero un fuoco fatuo. Il Chierico Provera si trovava dietro alla casa, sul terrazzo vicino alla finestra e di qui lo vide comparire all'altezza di circa due metri sopra il suo capo. Mentre stavalo osservando, quello scoppiava senza fragore con gran sprazzo di scintille; e, dopo un sommo splendore, egli si trovò involto in dense tenebre. Vi fu eziandio chi asserì aver visto un globo di fuoco sulla camera di D. Bosco. Altre voci, ma senza fondamento, di misteriose apparizioni correvano fra gli alunni, i quali, compresi da un sacro timore, desideravano che D. Bosco desse spiegazione di quel fatto.

” E D. Bosco il 12 gennaio domenica, alla sera, a tutti gli alunni radunati studenti ed artigiani, narrò l'avvenimento di quel lume e lo descrisse e lo spiegò ne' suoi più minuti particolari. Quindi proseguì: -

 

” Questo è il fatto: abbiamo qui presenti quelli che ne furono testimoni, i quali lo raccontano - come io ve lo esposi. Aggiungerò che quel globo dalla camerata passò in altra stanza, dove lasciò notizia che in quel luogo della casa si parlava male. Non molto dopo lo videro D. Rua, D. Savio e il chierico Provera.

“ - In questi giorni si fece un gran rumore fra i giovani per questo lume. Alcuni domandano: - Che cosa è? È forse l'anima di Martano che ha bisogno delle nostre preghiere? - Altri: - È  forse un bolide od una stella errante? - Lasciamo stare da parte tutte queste domande; io sono in grado di dirvi quello che sia veramente. Ecco: vi sono in questa casa certi cuori ostinati, che resistono alla grazia di Dio. Essi hanno provocata su di loro l'ira del Signore, che ci minacciava di qualche singolare castigo. Maria SS., che si è sempre dimostrata protettrice di questa casa, con un segno sensibile tenne indietro questi castighi, in quel modo che noi abbiamo veduto; limitandosi ad avvertire pietosamente quei tali che si fanno vedere di cuore inespugnabile.

” - Io vi assicuro che quando penso sullo stato di taluni io piango di dolore. Dopo tanti favori del cielo, vedere certuni così indifferenti, trascurati dell'anima propria! Se costoro non si risolvono a questo in tempo, di romperla una volta col peccato e di darsi al Signore, forse non avranno mai più in tutta la loro vita una grazia tale di convertirsi. Stiano attenti questi tali, che io voglio dar loro un consiglio, ed è questo: Se essi non vogliono lasciare il peccato, vadano via da questa casa, vadano via presto, altrimenti se loro accadrà poi qualche infortunio, io non ne sarò garante. Ciascuno ci pensi. Taluni hanno da fare confessioni generali; altri hanno peccati taciuti in confessione e già da molto tempo; altri hanno imbrogli, e sempre dicono farò, farò e non mai si mettono da forti. Costoro temano pure che hanno ragione. Ma quelli che hanno la coscienza tranquilla non abbiano alcuna paura; posso io loro assicurare che non ci accadrà alcun male, perchè abbiamo con noi Maria SS. che ci protegge. Qualunque rumore si oda, qualunque lume vediate se siete in grazia di Dio non abbiate alcuna paura.

Poco tempo fa vi fu una minutissima visita al vostro cuore e nessuno se ne accorse. Ma per i buoni deve essere di grande conforto, e pegno di sicurezza per l'anima loro. Agli spensierati invece deve porgere occasione di serie riflessioni.

” - Diceva uno quest'oggi: - Io voglio andar via da questa Casa; non vo' più starei con questi fatti. - Buon giovane. Forse che quando la mano di Dio vuol trarci a lui, non ci trova in ogni angolo della terra? Dice Davidde: Se ascenderà in cielo sulle stelle, tu ci sei; se discenderò sotto terra, nell'inferno, colà io ti troverò: se metterà le ali e volerò alle ultime estremità dei mari, anche di là mi ricondurrà e mi terrà la tua destra.

” - Intanto domani voi tutti pregate il Signore e la Madonna che ci concedano tutte quelle grazie, che sono necessarie all'anima nostra. Io la pregherò pel bene dell'anima mia ed anche per quello delle vostre. Ora andate a dormire e dormite bene.

” Come ebbe finito di parlare il giovane Vallania si avvicinò a me (D. Bonetti) assicurandomi, che il racconto di Don Bosco rispondeva esattamente a quanto egli aveva visto nella camerata.

” Molti commentavano quella frase. Poco tempo la vi fu una minutissima visita al vostro cuore e nessuno se ne accorse e giudicavano che evidentemente alludeva alle strenne o biglietti distribuiti alcuni giorni prima sopra dei quali ciascun giovane era appuntino definito secondo il suo stato morale; quindi quella strenna e quel lume o globo essere come una sola cosa diretta allo stesso fine o meglio questo essere conseguenza di quella. Così la pensavano i giovani, mentre davano a D. Bosco la buona notte.

” Essendo gli alunni andati a dormire una gran parte dei chierici e alcuni secolari si strinsero intorno a D. Bosco, per fargli alcune domande. Fra le altre cose chiesero la spiegazione di quelle sue parole: Il globo quindi passò altrove dove lasciò notizia che là non si parlava molto bene. - D. Bosco però non volle spiegar niente, ma ci lasciò intendere con parole equivoche, che il globo era passato propriamente in camera sua e che quivi egli aveva saputo tante altre cose.

” Ci disse poscia come suole la Madonna comparire in questo mondo. Dopo averci dato qualche saggio della profonda cognizione che aveva di Teologia, collo spiegarci, come umanamente si può, la visione intuitiva di Dio, per cui i santi guardando in Dio come in uno specchio, secondo il suo beneplacito, vedono tutto il passato, il presente, l'avvenire, tutti i punti dell'Universo e perciò come essi pure trovinsi in tutti i punti del mondo; passò a direi che la Madonna volendo trovarsi in qualche luogo particolare, ha solo da fare un atto di volontà di essere in quel tal posto, ed allora vi si trova realmente. Ella compare, per lo più, vestita secondo il costume di quel tal paese in cui essa si vuol trovare; alcune, volte compare e dà segno della sua presenza locale per mezzo di un emblema.

” Noi restammo ammirati nel sentirlo parlare così bene e con tanta facilità di cose mistiche, ed alcuni gli domandarono se avesse già qualche volta provate e godute simili visioni. Egli rispose di aver ciò imparato sugli autori. Essendo libri che parlano di cose speculative ed appartenenti piuttosto a chi vuol fare vita contemplativa, D. Rua domandò se nella casa vi fossero dei giovani ai quali sarebbero stati adattati tali libri. D. Bosco sorridendo gli diede del curioso e soggiunse: - Coloro che potrebbero leggere questi libri ed essere capaci di comprenderli, non si credono tali, poichè se si stimassero da tanto, guai a loro: Iddio permetterebbe che fossero umiliati. ” Gli si domandò come fare a non cadere indietro e conservarsi nella virtù. Ei rispose Fare quel che possiamo: stimarci un nulla avanti al Signore, e persuaderci bene, che senza di Lui non possiamo fare altro che peccati ”.

Fin qui la cronaca.

È in questa apparizione che probabilmente D. Bosco udì aggiungersi in sogno da Maria SS. alcune strofe finali alla canzone di Silvio Pellico: Cuor di Maria che gli Angioli. Gli sembrava di intonare egli stesso questa laude e che a lui si unisse un immenso coro con armonia celestiale continuandola sino alla fine.

 

A me venite, o  figli   Intorno a me stringetevi

(Così Maria risponde)    Siatemi sempre accanto,

Chi tante preci effonde       Vi coprirò col manto,

Respingere io non so.               Difesa a voi sarà.

 

Come il coro ebbe finito e si fece tutto intorno un profondo silenzio, Maria SS. sciolse da sola un canto di armonia e dolcezza ineffabile. D. Bosco conservò in mente il senso di que' versi; anzi, benchè non volesse mai svelare altre particolarità di questa visione, confidò ad alcuni suoi intimi, averne di quello come potè tenuta memoria per iscritto. Non ci poteva essere nessun dubbio sulla veracità della sua asserzione. Perciò, dopo la morte del Servo di Dio, esaminando attentamente le sue carte, ne abbiamo trovato una ingiallita, dal tempo, che porta scritte dalla mano di D. Bosco null'altro che sei strofe, sullo stesso metro, della sovracitata poesia di Silvio Pellico. Anzi ne sembra una continuazione, poichè si intende essere la Madonna che prosegue a dare incoraggiamento e consiglio ad un suo servo fedele.

Sarà questa la carta da noi ricercata? Comunque sia noi la riproduciamo, perchè quanto appartiene a D. Bosco è per noi cosa preziosa.

 

Alma ambasciata, calmati,    Religion sostengati

Labbro fedel tel dice;            Nei dubbi della vita;

Tu vita avrai felice           Se al ciel domandi aita

Se ascolti i detti miei.      Sicura avrai mercè.

Pace goder se brami   Quando dei giorni l'ultimo

Al rio piacer fa guerra.        Verrà e in polve avvolto

E tosto e cielo e terra,           Il corpo andrà sepolto.

Costanti amici avrai.           Nè uom più pensa a te,

Di gran saper non curati,    Allor pieno di giubilo,

Cerca la scienza fida,             Perchè fu giusto e pio,

Quella che al ciel ti guida;       Lo spirto andrà con Dio

Sol questa è un vero ben.             Godendo il vero ben.

 

Ed ora ripigliamo la cronaca di D. Bonetti.

“ Il bene che produsse l'apparizione di quel lume nei giovani non si può calcolare. Molti che erano trascurati si misero di buon animo, fecero la loro confessione generale, si risolsero di frequentare i SS. Sacramenti. La stessa sera andavano a gara, domandando ad un chierico e all'altro medaglie da mettersi al collo; dando segno i buoni di camminare con perseveranza e maggior fervore nella strada della virtù, i cattivi di emendarsi, come fecero ”.

Ma simile eccitamento a conversione non avrebbe prodotti tutti i suoi salutari effetti, se non fosse stata permanente in D. Bosco una cognizione soprannaturale delle coscienze.

“ Essendo egli uscito, così la cronaca, un di questi giorni dall'Oratorio coi chierici Provera e Durando venne in questo discorso: - Io faceva conto di sminuirmi alquanto la fatica di confessare, invitando il Teologo Marengo, che si presta molto volentieri, a venire più sovente ad ascoltare i giovani nel tribunale di penitenza: dello stesso sacro ministero incaricai D. Rocchietti. Ma che farci? Mi accorsi di gravi inconvenienti dei quali non potevano avvedersi quei due eccellenti sacerdoti. Perciò a quando a quando fui obbligato a  chiamare in mia camera certi giovani. Loro domandava: - Ma, e quando verrai ad aggiustare i tuoi conti? ” Mi si rispondeva: - Sono andato solamente l'altro giorno da D. Rocchietti, o dal Teologo Marengo; ho fatto persino la confessione generale.

 - ” Ma pure e questa e quell'altra cosa l'hai manifestata? Rimanevano lì, chè non sapevano che dirsi, e rispondevano: È vero: non ho osato a confessarla ”.

A questa nota della Cronaca noi aggiungeremo: Don Bosco era assistito da quegli del quale disse S. Giovanni nel suo Vangelo: - Ipse enim sciebat quid esset in nomine.

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