Cinema e Serie TV

C'è ancora domani

Ci sono film che con le loro trame ci raccontano storie avvincenti, che parlano a noi e ci aprono a diverse riflessioni, oltre a farci tenere incollati con il fiato sospeso sui nostri divani. Questo mese vi segnaliamo il film “C’è ancora domani”


C’è ancora domani

Delia: L’omo te lo devi sceglie bene, eh! Giulio è quello giusto?
Marcella: Beh, non lo so, dimmelo te che te lo sei scelto bene!

 

 

Data di uscita: 26 ottobre 2023 (Italia)
Regista: Paola Cortellesi
Genere: drammatico, commedia, storico
Casa di produzione: Wildside, Vision Distribution

Trama

Nella Roma della seconda metà degli anni Quaranta, Delia riveste esclusivamente i ruoli di moglie e madre, mentre il marito Ivano è il capofamiglia. Il fidanzamento della primogenita, con un ragazzo proveniente dal ceto borghese, crea fermento in famiglia. Quando Delia riceve una misteriosa lettera, la donna è determinata a rovesciare i ruoli prestabiliti e riesce finalmente a immaginare un futuro migliore.

Recensione1

C'è ancora domani è un film che parla di violenza di genere e arriva al punto evitando qualche rischio. Come quello di fare della protagonista una vittima sacrificale: ovviamente vittima del marito lo è nella sua vita fatta di prevaricazioni e violenze, ma Delia è un personaggio che incarna la resilienza. Non è un'eroina femminista ed è giusto che non lo sia: siamo nel 1946, le donne cominciavano a votare proprio in quel periodo, e i diritti delle donne non erano un tema del dibattito pubblico quotidiano. Delia non ha alcuna consapevolezza della sua condizione, come non ce l'avevano le donne del popolo della sua generazione, ma il pubblico tifa per lei fin dalla prima scena in cui riceve un ceffone come buongiorno. L'empatia con la protagonista è data anche dall'uso del registro della commedia, che potrebbe pure risultare offensivo per la sensibilità di oggi: come si fa a ridere di una donna maltrattata dal marito? Le botte, poi. Le scene delle violenze sono sublimate in coreografie o non mostrate. Una scelta che Paola Cortellesi ha motivato con la volontà di evitare il voyeurismo del pubblico. 

 

 

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1 VanityFair.it
 

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