Intervista allo sceneggiatore canadese Dale Eisler, il cui film mostra l'amicizia tra due bambini, uno cristiano e uno ebreo. Un canto all'amicizia al di sopra dei pregiudizi
di José Luis Panero, tratto da aleteia.org
Intervista allo sceneggiatore canadese Dale Eisler, il cui film mostra l'amicizia tra due bambini, uno cristiano e uno ebreo. Un canto all'amicizia al di sopra dei pregiudizi
Grazie a European Dreams Factory, venerdì 12 febbraio le sale cinematografiche spagnole proietteranno per la prima volta Anton: A Young Boy, His Friend and the Russian Revolution (“Anton, il suo amico e la Rivoluzione Russa”), l’ultimo film del noto regista georgiano Zaza Urushadze, morto improvvisamente a 54 anni.
Era il 2013, e la sua storia Mandariinid venne candidata all’Oscar come Miglior Film non in lingua inglese. “Anton, il suo amico e la Rivoluzione Russa” è ispirata alla vicenda reale di due bambini, uno cristiano e l’altro ebreo, la cui amicizia supera i pregiudizi, l’odio e il passare del tempo. Abbiamo avuto la fortuna di poter parlare con lo sceneggiatore di questa storia così bella.
Qual è l’origine di “Anton, il suo amico e la Rivoluzione Russa”?
È la storia di mia madre. Mentre crescevo, mi parlava di quel giorno del 1919 in cui ha assistito alla morte di suo padre, abbattuto dalla milizia bolscevica quando questa raggiunse l’Ucraina.
Com’è stata la collaborazione nella sceneggiatura con lo scomparso Zaza Urushadze?
Molto buona. Zaza ha potuto svolgere una ricerca ulteriore in cui ha incluso personaggi storici come Dora, il tutto contando anche su altri punti di vista culturali che ha aggiunto e che io non conoscevo.
Quando ha deciso di dedicarsi alla scrittura di sceneggiature?
Dopo la pubblicazione del mio libro. Varie persone hanno detto che la storia avrebbe potuto ispirare un film molto valido. In quel momento ho deciso di scrivere un adattamento della sceneggiatura di quel manoscritto.
Perché ritiene che al cinema funzionino meglio film con protagonisti come quelli de “La vita è bella” o “Il bambino col pigiama a righe”?
L’amicizia dei bambini nell’infanzia cattura immediatamente lo spettatore, visto che tutti possiamo identificarci con loro e comprendere quanto sia importante a quell’età. L’innocenza che emerge è forte soprattutto quando viene confrontata con un mondo adulto violento.
Dio non “distribuisce fortuna”
Crede che la Storia non sia al corrente dei conflitti che narra il film?
Sì, credo che molti non conoscano la storia dei Tedeschi che vivevano in Russia in quel periodo. Molti sono emigrati nella regione del Mar Nero. L’imperatrice russa Caterina la Grande ha promosso il loro insediamento in quella zona perché potessero lavorare nei campi. Erano distribuiti in zone etniche, e a loro volta si organizzavano intorno allo sviluppo delle religioni, che si trattasse di quella cattolica, luterana o mennonita.
Crede che “la sorte la distribuisce Dio” o che “Dio non esiste”?
Credo che Dio sia una forza del bene nel mondo e che la sua presenza sia dentro di noi.
Qual è la sua idea sulla trascendenza?
Qualcosa che esiste al di là della realtà fisica e della nostra capacità di comprendere tutto.
Qual è la sua ricetta per sopportare il dolore e la sofferenza?
Questi stati d’animo fanno parte del fatto di essere vivi, il che implica che altri soffrano più di me.
Le piacerebbe che qualcuno guidasse sempre i nostri passi per sapere se le conseguenze delle nostre azioni sono giuste?
No, credo che abbiamo la coscienza e sappiamo ciò che è bene e ciò che è male, e dobbiamo agire di conseguenza.
Amicizia al di là dell’ideologia
Qual è la sua percezione della famiglia, in base a quelle mostrate nel film?
La famiglia fa parte della nostra identità e del nostro senso dell’io. Ci offre anche un’esperienza e una storia condivisa dalla quale non possiamo fuggire.
Perché l’amicizia è al di sopra di qualsiasi ideologia?
L’amicizia è più profonda dell’ideologia. Come diceva Cicerone, “il significato dell’importanza dell’amicizia è che unisce i cuori umani”.
è vero l’aneddoto dei bambini con gli occhiali e la lucertola?
Sì, credo che sia un elemento folkloristico dell’epoca.
Ha provato a scattare una foto alle nuvole?
Non l’ho fatto, ma quando ero giovane mi sdraiavo spesso di spalle e ammiravo la loro maestosità.
Con il Covid-19 che ha sconvolto su scala mondiale, che futuro attende il cinema se le sale non si riescono a riempire?
Quando la pandemia sarà passata, confido nel fatto che la gente torni a relazionarsi in modo normale, che tornino i grandi momenti di rivivere le pellicole e si torni al cinema. È la mia grande speranza.
Quando il film uscirà, che reazione si aspetta dal pubblico?
Spero che apprezzi la pellicola, che vi riconosca una storia che trasforma il cuore e accentui la bellezza visiva e l’attrazione emotiva. Sono certo che fosse anche la speranza di Zaza. Non mi viene in mente un omaggio migliore nei suoi confronti che il fatto che lo spettatore adori la sua ultima avventura.
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