“In ogni ragazzo, anche il più disgraziato, vi è un punto accessibile al bene, compito di ogni educatore è trovare quella corda sensibile e farla vibrare.” Ogni giorno proviamo a far vibrare queste corde, anche se a modo nostro, e proviamo ad essere don Bosco in Africa, W DON BOSCO.
Cari amici come state?
Un saluto dall’Etiopia e da Lare. Siamo nel mese di gennaio che per noi è dedicato a don Bosco, il 31 gennaio è la sua festa, il nostro santo, e inizio ricordando una sua frase:
“In ogni ragazzo, anche il più disgraziato, vi è un punto accessibile al bene, compito di ogni educatore è trovare quella corda sensibile e farla vibrare.”
Ogni giorno proviamo a far vibrare queste corde, anche se a modo nostro, e proviamo ad essere don Bosco in Africa, W DON BOSCO.
Dopo i due Natali, abbiamo iniziato a visitare tutte le famiglie della nostra parrocchia, tre pomeriggi alla settimana, insieme ad un catechista giriamo fra le capanne del villaggio, ci fermiamo un’oretta per famiglia.
Prima l’accoglienza fuori, i saluti, poi si entra nella capanna attraverso una porta stretta e bassa, si lasciano le ciabatte fuori, io le scarpe, e ci si siede per terra all’interno.
Quasi tutti adesso hanno un materasso, dopo il dono fatto lo scorso anno, alcune nuove famiglie invece hanno solo delle stuoie dove dormire, nessun invece ha un cuscino, la luce elettrica, per armadio tutti hanno dei fili tirati da una parte all’altra, tanto i vestiti sono pochissimi, un tavolino dove ci sono delle pentole, qualche tazza, per posate solo cucchiai, qualche centrino colorato sulle pareti basse, poi da un metro in su’, il tetto è tutta paglia... eccole capanne della nostra gente.
Fuori due sassi dove si cucina, due contenitori di plastica per prendere l’acqua al pozzo, una zona per le mucche e le pecore, in questo periodo le portano al fiume, distante 7 km, perché li c’è l’acqua e dell’erba.
Dopo che ci siamo seduti e salutati, prendo il quaderno della scorsa visita e ripeto i nomi di tutta la famiglia, di solito c’è la mamma con vari figli, o una donna anziana, il papà alle volte c’è, alle volte non c’è, vedo com'è la capanna, chiedo un po’ di notizie su come stanno i figli, il marito... e poi preghiamo insieme, qualche canto, delle preghiere spontanee che a loro piacciono tanto, tutti chiudono gli occhi e abbassano la testa, e infine il Padre Nostro alzando le mani al cielo.
Alla fine consegno loro delle immagini da appendere, la Sacra famiglia, poi una di Gesù e una di Maria, delle medagliette da appendere al collo per i bambini e un rosario. Finiamo parlando della famiglia, delle difficoltà ma anche di qualche notizia bella che è successa. Ci salutiamo, usciamo dalla capanna, riprendiamo le ciabatte e le mie scarpe e andiamo da un’altra famiglia.
La visita alle famiglie e’ una delle esperienze piu’ belle, stringiamo più amicizia, cerco poi di ricordare i loro nomi, mi rendo conto della realtà della vita quotidiana qui a Lare, vengo a conoscenza dei loro reali problemi.
Le richieste poi sono tante: per le loro malattie, non hanno i soldi per andare alla clinica o non ci vogliono andare, tanto danno sempre quelle due medicine, tachipirina e l’antibiotico, e neppure per mandare qualcuno all’ospedale di Gambella, l’abbiamo fatto per alcune persone, devi pagare l’ambulanza, la benzina e l’autista...
Richieste per il cibo, soprattutto per chi ha tanti figli e non ha più il marito e soprattutto adesso che c’è la stagione secca.
Richieste per la casa: riparare alcune parti della capanna che ogni anno ha bisogno di manutenzione, custrioirne un’altra con l’aumentare dei figli, fare un recinto...
Richieste per i bambini: l’iscizione al nostro asilo, dando non solo educazione, ma una bella merenda, l’uniforme, una cartella, i giochi all’aperto, la visione di un cartone animato il venerdi’, la giornata dei colori il martedi’...
Ogni settimana, sabato mattina, con il gruppo dei catechisti locali ci incontriamo per vedere tutte queste richieste e come poter fare per risolverne alcune insieme.
Alcune belle notizie: sia nella capella di Gok che in quella di Kubri abbiamo battezzato piu’ di 30 persone, tra bambini, ragazzi e adulti, e altre 10 persone hanno fatto la prima comunione. È’ stata una bellissima festa, piena di vita, di canti e preghiere, di esultanza per i battesimi e le comunioni, e poi con un bel pranzo con polenta e tanto sugo fatto di poco pesce e tante erbe. Alla fine caffè, biscotti e caramelle per tutti.
Anche le cappelle di Pilual, Thia Jak e Pilual2 proseguono bene.
In questo mese abbiamo attivato il capo del nostro villaggio e l’assessore all’acqua per realizzare un pozzo a mano per l’acqua nel villaggio di Pilual, vicino alla nostra capella e alla nostra nuova scuola materna. Speriamo al piu’ presto di avere la possibilita’ di avere l’acqua potabile per il villaggio e i bambini.
Siamo appena entrati nel periodo più caldo dell’anno, di giorno abbiamo già toccato i 40’, ma di notte dopo le 2, ancora arriva un venticello fresco... qualche ora di sollievo.
Una preghiera per la pace in Etiopia, per la buona salute del nostro Vescovo, per don Aldo che cambia missione, per tutta la nostra gente.
Da qui ricambiamo volentieri per tutti voi.
Abba Filippo
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