del 10 gennaio 2003
La storia in se è abbastanza assurda e non vale neppure la pena di spremersi le meningi per tentare di ricostruirla. Sono abbastanza improbabili tutti i modi in cui James si salva (ma bisogna ammettere che gli sceneggiatori hanno dell'inventiva) così che neppure questo film si discosta dagli altri del genere: trovate ingegnose dell'ultimo minuto per salvarsi la pelle, fedeltà agli amici sinceri e alla Corona inglese, deduzione e logica fuori dal comune. Insomma, un' assurdità.
Ma se è così perché continuano a proporre questo modello e la gente continua ad accorrere in massa a vederlo? Probabilmente perché, in fondo, Brosnan è solo l'ultimo attore che interpreta un icona del cinema d'azione tanto che non ha importanza se dal punto di vista anagrafico Bond potrebbe essere nonno, ma è il suo fascino che attrae lo spettatore. E' la sua capacità di tirasi fuori dai guai senza scomporsi, sentendosi a suo agio tra i quartieri più malfamati come nel jet-set, che lo fanno diventare un esempio per gli uomini che vorrebbero, in fondo, essere come lui e le donne che non sanno resistere al fascino della simpatica canaglia. Molto triste.
Pierce Brosnan interpreta il protagonista con flemma inglese (così non si deve neppure preoccupare di cambiare espressione una volta ogni tanto), mentre il resto del cast fa solo da comparsa. Perfino la coprotagonista Halle Berry, sensuale e affascinate, non è ingombrante ed è lì solo per esaltare la mascolinità e il machismo di James.
Ce ne fossero di meno di film come questo!
Doppio zero: licenza di uccidere (di noia) gli spettatori.
Francesca Pascuttini
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