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YouTube: sono visto dunque esisto!

65mila video caricati ogni giorno nel più grande archivio video della rete e un successo planetario. Le chiavi di lettura di un fenomeno che affascina e fa discutere.


YouTube: sono visto dunque esisto!

da Quaderni Cannibali

del 12 settembre 2007

YouTube e dintorni

 

Dove avete messo le cassette con i video della vostra infanzia? Il primo bagnetto, la prima Comunione, la straziante recita natalizia? Proprio quelle di cui vi vergognate terribilmente e che sapete spunteranno fuori il giorno della vostra laurea?! Beh! Se ci mettete su una bella colonna sonora, potete caricarla su YouTube e farete un figurone, invece!

Sì, perché YouTube per chi non lo sapesse ospita sulle sue pagine web video di tutti i tipi (ma proprio tutti!).

È un sito nato appena due anni fa dall’idea di due colleghi di lavoro, Chad Hurley e Steve Chen, diventato in breve tempo uno dei fenomeni della rete, tanto da aver acquisito nel giro di pochi mesi il valore stratosferico di 1,65 miliardi di dollari, cifra spesa da Google per comprare il sito.

YouTube è una grande videoteca online con oltre 100 milioni di video visualizzati ogni giorno e 20 milioni di utenti al mese. Un’enormità!

L’idea che sottostà al sito è semplice ma geniale: condividere con il mondo i propri video autoprodotti. Basta iscriversi ed ottenere un accesso per poter “uploadare” (caricare in rete) qualsiasi filmato, preferibilmente di breve durata.

La visualizzazione invece è totalmente libera. Sulla home page compaiono a rotazione i video più cliccati. Per chi ha già le idee chiare su ciò che vuole vedere, la ricerca può avvenire per categorie o inserendo una parola chiave.

Si può partecipare al sito votando e classificando i video preferiti.

In questo “mondo” sconfinato si può trovare davvero di tutto: dai filmati demenziali a mini-commedie, da spot di politici famosi alle loro parodie, dai cartoons ai videoclip.

 

Le hits

 

Per farvi qualche esempio, sappiate che potrete trovare l’effetto esplosivo del mix tra Coca cola e Mentos: intere collane di video in cui giovani si industriano a creare coreografie degne di celebri film, con fontane frizzanti prodotte da una semplice mentina.

Oppure, se volete rilassarvi, potete ammirare i movimenti pigri di un piccolo bradipo appena sveglio: l’elogio della lentezza! Sempre in tema di animali, vi suggeriamo il frustrante procedere di un gatto su una ruota per guadagnarsi il suo cibo quotidiano.

Se invece siete appassionati di musica, potete trovare il videoclip del vostro cantante preferito o quello rifatto da uno sconosciuto e stonato fan (con balletti di dubbio gusto).

Se siete romantici, gustatevi lo strappalacrime happy end di un amore impossibile tra una giraffa ed una gru meccanica!

Chi è appassionato di real-tv può trovare molte testimonianze in presa diretta di recenti e note catastrofi naturali: chi può dimenticare l’uragano Katrina, il disastro dello Tsunami in Asia orientale o il raggelante schianto degli aerei sulle Twin Towers?

 

“Bullo” il video

 

YouTube è salito agli onori delle cronache per alcuni video scandalo pubblicati sulle sue pagine. Primo tra tutti il ragazzo down picchiato da suoi compagni in una scuola media; accanto altri film violenti prodotti da attori e registi preadolescenti.

In occasione di questo si è parlato di un aumento della violenza tra i giovani ed è parso che Internet stesso fosse complice e causa di questa tendenza.

È davvero così? I bulli ci sono sempre stati come fenomeno sicuramente deviato, sebbene legato ad un momento particolare della crescita, in cui i problemi si risolvono a pugni e le tensioni si scaricano sui più deboli per affermare se stessi.

Secondo Carlo Formenti, docente di Teorie e tecniche dei nuovi media e giornalista del Corriere della Sera, il nodo cruciale non risiede in un aumento della violenza tra i giovani causato dall’imitazione di situazioni aggressive. Quest’ultima è frutto di una degenerazione della società nel suo complesso, che Internet si limita a rispecchiare più che a promuovere.

La vera novità risiede nel fatto che si creino appositamente situazioni limite al solo scopo di riprenderle e pubblicarle.

Non cresce il bullismo ma l’esibizionismo e si lacerano i confini tra realtà e finzione: la vittima è picchiata sul serio e il film è fatto!

 

La realtà solo virtuale

 

A confondere le idee e rendere incapaci di distinguere la gravità e il significato degli atti cui si assiste è la coesistenza di situazioni profondamente diverse mescolate all’interno dello stesso contenitore. Con un solo click si passa tranquillamente dallo sgozzamento di un prigioniero al video dei Simpson.

Cosa differenzia un film costruito e montato da un fatto realmente accaduto e immortalato? Su YouTube, niente. I video scorrono senza lasciare il tempo di rileggere e digerire emotivamente ciò che si vede. Ci si lascia trasportare dal flusso di un enorme mole di frame che crea un gran guazzabuglio. «Si verifica una sorta di neutralizzazione della percezione – sostiene Formenti – tutto ciò che compare in video diventa fiction e così non si è più capaci di distinguere realtà e finzione. Si abbassa, insomma, la soglia di consapevolezza del grado di realtà delle immagini».

Al contempo, però, lo “show”è l’unica “realtà”. Degno di nota è solo quanto viene filtrato dall’obiettivo; prova ne sono i vari reality capaci di rendere spettacolare la banalità e generare interesse per normali attività domestiche con una telecamera. Viceversa, Internet diventa sempre più un polo di attrazione per chi è scontento della propria realtà in carne ed ossa e ne costruisce una perfetta in bit.

Il palmo dell’uomo si conforma sempre di più ai supporti di registrazione video. «Riprendere è diventato un riflesso condizionato. Non si seleziona l’oggetto della ripresa, tutto deve essere im-mortalato; - continua Formenti - c’è un rifiuto della mortalità degli eventi. Ordinariamente ciò che accade non esiste più, se non nella nostra memoria. La messa in video è “un’imbalsamazione” del reale, la strenua resistenza al flusso temporale. In rete si crea una “memoria totale”, un archivio in cui tutto è contemporaneo e svanisce la dimensione del tempo in un eterno presente».

           

YouTube: un sito pieno di risorse

 

Vi siete chiesti come è possibile tirare avanti la baracca di YouTube se è gratuito iscriversi, caricare e guardare i video? Il meccanismo è uguale a quello che regola gli introiti dei vecchi mass-media. Come la Tv rivende gli ascoltatori agli insersionisti pubblicitari, così YouTube fa affari d’oro garantendo agli sponsor milioni di visitatori incollati al monitor per lungo tempo.

Inoltre, la diffusione della banda larga e delle tecnologie user-friendly (facili da usare), sempre a portata di mano, permette un aumento esponenziale di prodotti creati dagli utenti. Analizzando questo materiale le case discografiche e Hollywood conducono ricerche di mercato e indagini a basso costo per sondare i gusti e le tendenze del momento. In pi√π, possono scoprire nuovi talenti senza girare il mondo, osservando in rete i videoclip di autopromozione delle giovani band e ammortizzando le perdite subite a causa della musica scaricata illegalmente.

Gianluca Marasco, Claudia Pedone

http://www.dimensioni.org

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