Le parole del profeta Isaia ci interrogano: preziosi agli occhi di chi? vogliamo scoprire la preziosità del seme della nostra vita e osare l'avventura di portare frutto.«Non temere perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome, tu mi appartieni.Io sono il Signore tuo Dio, il Santo di Israele, il tuo salvatore. Sei degno di stima e io ti amo.Non temere perché io sono con te.» (Is 43, 1.3-5).
del 12 dicembre 2007
GRAZIE: meraviglia e gratitudine
 
Il nome nella cultura ebraica indica l’identità, la persona… dire che Dio ci chiama per nome è dire la forza con cui gli apparteniamo, e la profondità della sua conoscenza di noi.
Come recita il salmo 139 il Signore ci scruta e ci conosce, alle spalle e di fronte ci circonda e pone su di noi la sua mano. Nemmeno le tenebre per lui sono oscure.
E’ Lui che ha creato le nostre viscere e ci ha intessuto nel seno di nostra madre. Ci ha fatto come un prodigio, sono stupende le sue opere, Lui ci conosce fino in fondo.
Quando ancora eravamo informi ci hanno visto i suoi occhi, quanto profondi per ciascuno di noi i suoi pensieri, quanto grande il loro numero… se li contiamo sono più della sabbia…
 
Tutto questo ci meraviglia, ci colma di stupore… a volte ci chiede perfino di cambiare lo sguardo su noi stessi… io un prodigio? Io amato e custodito? Con tutti i miei difetti, le mie fatiche, le mie ‘paranoie’? Noi a volte non ci amiamo… ma lui è più grande del nostro cuore.
Ma c’è qualcosa di ancora più sorprendente…
Sì, agli occhi del Signore siamo preziosi, siamo custoditi, vegliati, siamo stimati, siamo amati.
Siamo stati creati con cura, siamo conosciuti fino in fondo. E Dio ci considera così preziosi addirittura da dare tutto se stesso… “Cristo Gesù non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso […] apparso in forma umana umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte di croce” (Fil 2,7-8). Sì in seno alla Trinità siamo così preziosi che la nostra salvezza è costata il sacrificio del Figlio, per la sua vita noi riceviamo la vita! Come non possiamo accogliere con stupore e gratitudine il Suo sguardo e le Sue cure?
 
 
SGUARDO: di Dio e degli altri
 
Le nostre relazioni sono porte aperte al mistero… o porte che lo pre-cludono. I nostri gesti, i nostri sguardi, le nostre mani collaborano e intessono con il Signore la preziosità della nostra vita che davvero si percepisce negli intrecci con tanti altri sguardi, nel lasciarsi amare e toccare da tanti altri volti.
 
“Pochi giorni fa una persona a me cara, nel sentirmi raccontare un sogno che si stava realizzando e che avrebbe portato ad un forte distacco da lei, improvvisamente ha lasciato scendere delle lacrime dai suoi occhi, ha iniziato a piangere. Imbarazzata mi ha chiesto scusa di questa sua debolezza, ma alla fine sono stato io a ringraziarla per quelle lacrime.
Quando qualcuno piange per te, per quello che sei, per il possibile distacco che potrà avvenire, si spalanca la verità di quella frase: Tu sei prezioso ai miei occhi... essa diviene realtà in un momento e intravedi in quegli occhi un'amore più grande, quello di Dio, che mischiandosi con quello umano vuole gridare a tutti: Tu sei prezioso ai miei occhi.”
 
Lo stupore di ciò che siamo per un altro, l’amore che viene accolto, o la gratitudine che vediamo nascere in un cuore amico, ci fanno percepire quanto in noi c’è qualcosa di grande, che ci supera, che non ci appartiene interamente… noi siamo più di quello che ‘ci siamo dati’, siamo di più di quello che da calcoli umani appare… siamo di più…
 
“Se provo a fare associazione di idee, penso ad episodi, situazione per capire in che momento e in che modo mi sento preziosa ecco che il centro dell’attenzione si sposta da me. La cosa può sembrare strana e devo dire che un mi sono stupita anch’io…mi sento preziosa quando faccio qualcosa che è prezioso per gli altri.”
 
“Mi sento preziosa quando i miei sforzi, il mio impegno, la mia dedizione hanno fatto qualcosa di grande. Potendo gioire della gioia di questa persona.”
 
 
BELLO!
 
Nel momento in cui diventiamo dono si spalanca il cuore alla gratitudine per ciò che di più grande si realizza a partire dal nostro piccolo gesto. La disponibilità spalanca la possibilità al Signore della vita di operare in noi e attorno a noi. In un certo senso diventiamo simili a Lui che è amore donato senza limiti! E noi siamo fatti per assomigliarGli! E’ qui che partecipiamo al mistero della bellezza … che si impone a tutti per la sua realtà, e allo stesso tempo parla a noi personalmente toccandoci il cuore.  
 
 “C’è la Festa da preparare, ti piacerebbe aiutarci per fare qualcosa di Bello?”. Già a questo punto il cuore si allarga perché qualcuno ha pensato proprio a te! L’idea di pensare e preparare qualcosa di grande e di bello, e soprattutto per tanti ragazzi, mi affascina e mi prende! E allora penso, lavoro, condivido, e pian piano salta fuori cosa fare, chi contattare, sorprese, momenti belli, i giochi, chi si occupa di cosa. […]
Finisce anche la Festa, anche se in realtà mi sembra di non averne preso parte: le battute, i momenti, le scene, i giochi, li sapevo a memoria, ma non ho visto niente!
E invece… uscendo i ragazzi mi passano vicino urlando, saltando e travolgendo ciò che capita a tiro, ma abbracciati, felici, pieni di gioia per la bella esperienza. Ho pensato: “E’ stata veramente una Bella Festa!”... 
 
Il dono e la bellezza legati come le radici e il frutto: uno nascosto e silenzioso, l’altra splendente ed eloquente!
 
“Mi sono sentita preziosa… nel sacrificio per gli altri innanzitutto, ma secondo me conta come lo fai, non quanto grande sia o quanto importante... come l' essere piccola e nascosta, senza vantarsi di essere al centro dell' attenzione, perchè è proprio quando siamo piccoli che riusciamo ad essere grandi, e bastano gli occhi di un bambino che ti guarda mentre sei in coda alla cassa di un supermercato, o il sentirti serena perchè sai che hai fatto tutto quello che avevi in tuo potere per cambiare le cose, a farti capire che sei preziosa...
e anche mentre si prega, mi è capitato... non accontentarsi di una vita legata all' abitudine e alla mediocrità, perchè oltre c' è qualcosa, e per arrivare a costruire un grattacielo occorre avere la forza e la pazienza di cominciare dal mattone...”
 
 
IL SEME
 
Il seme è una bella metafora! Nel seme è presente tutta la futura pianta, ma non ne è la ‘brutta copia’, è pienamente promessa, desiderio e realtà… ad un tempo. Il seme è ‘un tutto’ e allo stesso tempo è chiamato a crescere. Importanti saranno il sole, l’acqua, le cure di un buon agricoltore perché possa fiorire il germoglio che poi crescerà ancora per divenire una pianta matura.
Così è per la nostra vita, siamo un po’ un seme che contiene i tratti, i desideri, le possibilità per la realizzazione piena… a patto però che si lasci innaffiare, che si lasci riscaldare, che si lasci raddrizzare da mani attente. Non c’è un tempo ‘incompiuto’, ogni tempo è pienezza e chiede di essere vissuto in una costante apertura, nella disponibilità ad essere coltivato, a portare frutto…
Nella disponibilità ad essere dono!
Un saggio educatore sa donare quella fiducia indispensabile per fiorire, per osare la scommessa dell’uscire da sé, dona quell’amore forte e liberante che fa sentire preziosi e unici, stimati e “capaci di” . Per questo l’educazione è un arte, come diceva don Bosco, che va a toccare le corde più profonde e collabora alla realizzazione di tutta la persona.
Il Signore per primo però è un sapiente educatore, ai cui occhi nulla rimane nascosto (Sir 17,13) ma che può realizzare in pienezza i suoi progetti per noi solo se gli lasciamo pienamente spazio ‘gli occhi del Signore sono su coloro che lo amano’ (Sir 34,16) e ‘Il Signore veglia su chi lo teme’(Sal 3,18). E non a caso la sventura maggiore è allontanarsi volontariamente ottenendo di essere scacciato dai suoi occhi (cfr Gn 2,5).
Il piccolo seme della nostra vita ha bisogno di uno sguardo amorevole per germogliare e avere fiducia!
 
Non temiamo i sogni grandi, non lasciamoli spegnere dalle delusioni… non lasciamo seccare i germogli promettenti che osano l’avventura della vita piena, donata, che amano la bellezza e rischiano l’impegno e il sacrificio di parteciparvi.
 
“Lasciate che questa sera io vi ripeta: ciascuno di voi se resta unito a Cristo, può compiere grandi cose. Ecco perché, cari amici, non dovete aver paura di sognare ad occhi aperti grandi progetti di bene e non dovete lasciarvi scoraggiare dalle difficoltà. Cristo ha fiducia in voi e desidera che possiate realizzare ogni vostro più nobile ed alto sogno di autentica felicità. Niente è impossibile per chi si fida di Dio e si affida a Dio. Guardate alla giovane Maria!” (Benedetto XVI alla veglia di Loreto).
 
L’augurio allora è di restare nel Suo sguardo per scoprire che siamo veramente preziosi, e di prestare i nostri occhi a Lui perchè questo avvenga in ogni persona che ogni giorno incontriamo.
sr Francesca Venturelli
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