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Tredici domande e risposte tratte dal Compendio del Catechismo

Pubblichiamo di seguito tredici domande e risposte tratte dal Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato questo martedì 28 giugno 2005 da Benedetto XVI.


Tredici domande e risposte tratte dal Compendio del Catechismo

da Teologo Borèl

del 29 giugno 2005

18. Perché la Sacra Scrittura insegna la verità?

 

Perché Dio stesso è l'autore della Sacra Scrittura: essa è perciò detta ispirata e insegna senza errore quelle verità, che sono necessarie alla nostra salvezza. Lo Spirito Santo ha infatti ispirato gli autori umani, i quali hanno scritto ciò che egli ha voluto insegnarci. La fede cristiana, tuttavia, non è « una religione del Libro », ma della Parola di Dio, che non è « una parola scritta e muta, ma il Verbo incarnato e vivente » (san Bernardo di Chiaravalle).

 

58. Perché Dio permette il male?

 

La fede ci dà la certezza che Dio non permetterebbe il male, se dallo stesso male non traesse il bene. Dio questo l'ha già mirabilmente realizzato in occasione della morte e risurrezione di Cristo: infatti dal più grande male morale, l'uccisione del suo Figlio, egli ha tratto i più grandi beni, la glorificazione di Cristo e la nostra redenzione.

 

 

117. Chi è responsabile della morte di Gesù?

 

La passione e la morte di Gesù non possono essere imputate indistintamente né a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli altri Ebrei venuti dopo nel tempo e nello spazio. Ogni singolo peccatore, cioè ogni uomo, è realmente causa e strumento delle sofferenze del Redentore, e più gravemente colpevoli sono coloro, soprattutto se cristiani, che più spesso ricadono nel peccato o si dilettano nei vizi.

 

127. Quali « segni » attestano la Risurrezione di Gesù?

 

Oltre al segno essenziale costituito dalla tomba vuota, la Risurrezione di Gesù è attestata dalle donne che incontrarono per prime Gesù e l'annunciarono agli Apostoli. Gesù poi « apparve a Cefa (Pietro), e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta » (1 Cor 15,5-6) e ad altri ancora. Gli Apostoli non hanno potuto inventare la risurrezione, poiché questa appariva loro impossibile: infatti Gesù li ha anche rimproverati per la loro incredulità.

 

171. Che cosa significa l'affermazione: « Fuori della Chiesa non c'è salvezza »?

 

Essa significa che ogni salvezza viene da Cristo-Capo per mezzo della Chiesa, che è il suo Corpo. Pertanto non possono essere salvati quanti, conoscendo la Chiesa come fondata da Cristo e necessaria alla salvezza, non vi entrassero e non vi perseverassero. Nello stesso tempo, grazie a Cristo e alla sua Chiesa, possono conseguire la salvezza eterna quanti, senza loro colpa, ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, ma cercano sinceramente Dio e, sotto l'influsso della grazia, si sforzano di compiere la sua volontà conosciuta attraverso il dettame della coscienza.

 

201. Perché la Chiesa ha il potere di perdonare i peccati?

 

La Chiesa ha la missione e il potere di perdonare i peccati, perché Cristo stesso glielo ha conferito: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi » (Gv 20,22-23). «Credo la risurrezione della carne».

 

 

213. Come si concilia l'esistenza dell'inferno con l'infinita bontà di Dio?

 

Dio, pur volendo « che tutti abbiano modo di pentirsi » (2 Pt 3,9), tuttavia, avendo creato l'uomo libero e responsabile, rispetta le sue decisioni. Pertanto, è l'uomo stesso che, in piena autonomia, si esclude volontariamente dalla comunione con Dio se, fino al momento della propria morte, persiste nel peccato mortale, rifiutando l'amore misericordioso di Dio.

 

244. La Chiesa ha bisogno di luoghi per celebrare la liturgia?

 

Il culto « in spirito e verità » (Gv 4,24) della Nuova Alleanza non è legato ad alcun luogo esclusivo, perché Cristo è il vero tempio di Dio, per mezzo del quale anche i cristiani e la Chiesa intera diventano, sotto l'azione dello Spirito Santo, templi del Dio vivente. Tuttavia il Popolo di Dio, nella sua condizione terrena, ha bisogno di luoghi in cui la comunità possa riunirsi per celebrare la liturgia.

 

349. Qual è l'atteggiamento della Chiesa verso i divorziati risposati?

 

Fedele al Signore, la Chiesa non può riconoscere come Matrimonio l'unione dei divorziati risposati civilmente. « Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio » (Mc 10,11-12). Verso di loro la Chiesa attua un'attenta sollecitudine, invitandoli a una vita di fede, alla preghiera, alle opere di carità e all'educazione cristiana dei figli. Ma essi non possono ricevere l'Assoluzione sacramentale, né accedere alla Comunione eucaristica, né esercitare certe responsabilità ecclesiali, finché perdura tale situazione, che oggettivamente contrasta con la legge di Dio.

 

392. Che cos'è il peccato?

 

Il peccato è « una parola, un atto o un desiderio contrari alla Legge eterna » (sant'Agostino). È un'offesa a Dio, nella disobbedienza al suo amore. Esso ferisce la natura dell'uomo e attenta alla solidarietà umana. Cristo nella sua Passione svela pienamente la gravità del peccato e lo vince con la sua misericordia.

 

472. Perché la società deve proteggere ogni embrione?

 

Il diritto inalienabile alla vita di ogni individuo umano, fin dal suo concepimento, è un elemento costitutivo della società civile e della sua legislazione. Quando lo Stato non mette la sua forza al servizio dei diritti di tutti e in particolare dei più deboli, tra i quali i concepiti ancora non nati, vengono minati i fondamenti stessi di uno Stato di diritto.

 

475. Quando sono moralmente legittime le sperimentazioni scientifiche, mediche o psicologiche, sulle persone o sui gruppi umani?

 

Sono moralmente legittime se sono a servizio del bene integrale della persona e della società, senza rischi sproporzionati per la vita e l'integrità fisica e psichica dei soggetti, opportunamente informati e consenzienti.

 

572. Perché la preghiera è un combattimento?

 

La preghiera è un dono della grazia, ma presuppone sempre una risposta decisa da parte nostra, perché colui che prega combatte contro se stesso, l'ambiente, e soprattutto contro il Tentatore, che fa di tutto per distoglierlo dalla preghiera. Il combattimento della preghiera è inseparabile dal progresso della vita spirituale. Si prega come si vive, perché si vive come si prega.

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