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Sussidio on-line GMG2005: 20° PASSO “Quale incenso abbiamo per Dio? ... e Dio c...

In tutte le religioni gli uomini cercano di elevarsi a Dio. Per simboleggiare questa elevazione fanno salire fumo di sacrifici o di profumi, come l'incenso, verso il cielo. Gesù Cristo ci ha fatto capire che Dio, invece, scende fino a noi, e mescola il suo Spirito col nostro fiato, facendoci condividere la sua stessa vita.


Sussidio on-line GMG2005: 20° PASSO “Quale incenso abbiamo per Dio? ... e Dio ci rende tempio in cui abita lo Spirito!”

da GxG Magazine

del 28 luglio 2005

VENTESIMO PASSO

“Quale incenso abbiamo per Dio? ßà... e Dio ci rende tempio in cui abita lo Spirito!”

 

1 - Prendi e mangia

 

Succede a quelli che sono di Cristo

Galati 5,16-26

Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.

Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge. Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è legge.

Ora quelli che sono di Cristo Ges√π hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri.

 

Lettera ai Galati, Bibbia, Nuovo testamento. Scritta da Paolo, che era ad Efeso, verso il 57.

Vivere dello Spirito! Si può?

Attenzione 1. Essere persone spirituali non vuol dire diventare magri, pallidi, quasi invisibili.

Ma vivere come se il nostro respiro fosse Dio stesso. Vivere di lui, senza di lui morire. Attenzione 2. Non è solo un bel pensiero. Guardare le conseguenze pratiche elencate da Paolo.

 

2 – Per riflettere

 

In tutte le religioni gli uomini cercano di elevarsi a Dio. Per simboleggiare questa elevazione fanno salire fumo di sacrifici o di profumi, come l’incenso, verso il cielo. Gesù Cristo ci ha fatto capire che Dio, invece, scende fino a noi, e mescola il suo Spirito col nostro fiato, facendoci condividere la sua stessa vita.

·         Che effetto ci farebbe l’essere chiamati santi?

 (Paolo chiama così i cristiani a cui scrive. Quindi anche noi, che lo abbiamo appena letto) Dio ci ama così come siamo non perché gli vada bene tutto, ma per trasformarci. Da soli facciamo “opere”, con lui facciamo “frutti”.

·         Come ci ha cambiato finora l’incontro con Dio?

 

 

3 - È successo anche a….

 

un terrorista

Vivere per terrorizzare gli altri. Oltre la pochezza politica di tale disegno, quale abisso di gelo interiore svela una simile prospettiva? Un gelo che niente potrebbe sciogliere. Se non una prospettiva radicalmente diversa con cui guardare a se stessi. Che ti può essere spalancata da una semplice parola…

 

Non vi chiamo pi√π servi ma amici!

Quando una persona ritrova la sua dignità la vita fiorisce.

Eravamo in carcere di massima sicurezza. In sei avevamo deciso di morire: uno sciopero della fame spinto alle estreme conseguenze. La vigilia di Natale il cappellano del carcere, Don Salvatore, si presentò dal direttore: “Domani, giorno di Natale, mi rifiuto di celebrare la messa in un carcere, dove dei miei fratelli si stanno lasciando morire…”

Fratelli! Ci aveva chiamati fratelli!

Sospendemmo il digiuno per una dignità che ci aveva fatto riscoprire. Per lui non eravamo assassini feroci, ma “fratelli”.

Fu un gesto molto coraggioso, che ebbe effetto in me più di qualsiasi predica o atto di forza… gesto, che mi è stato d’aiuto e lo è tuttora in questa mia nuova vita di ex brigatista in regime di semi-libertà.

In questi ultimi dieci anni penso di avere fatto molte cose utili e non solo per me: l’impegno in carcere per costruire ponti di comunicazione fra mondi troppo separati; rendere continuamente testimonianza che ogni uomo può cambiare; il lavoro in una cooperativa di solidarietà con adolescenti dal futuro appeso a fili troppo fragili; la famiglia, che cerco di rendere felice. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza quel gesto

 

Franco Bonisoli

EX – BRIGATISTA

Servizio Nazionale Pastorale Giovanile

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