Novena Maria Ausiliatrice / 5 giorno
Nella notte del 13/14 aprile 1950 il regime comunista vietò in Ceco-Slovacchia gli ordini religiosi, deportando consacrati e consacrate in campi di concentramento. In Slovacchia questa è chiamata “la notte dei barbari”.
Un giovane salesiano ebbe l'idea di far passare illegalmente il confine cecoslovacco-austriaco ai giovani chierici e a qualche coadiutore, portandoli a Torino, nella Casa Madre dei salesiani, dove avrebbero potuto completare gli studi teologici e adempiere così il loro desiderio di essere salesiani consacrati ai giovani.
A don Titus venne proposto di diventare l‘accompagnatore dei giovani confratelli nella fuga illegale dal paese. Lui subito acconsentì e divenne così organizzatore di un’attività molto rischiosa e pericolosa.
Dopo una prima spedizione finita bene, un altro gruppo di chierici e sacerdoti guidati da don Titus partì verso Valdocco per salvarsi. Prima passarono per il bosco verso il paese di Studienka, poi verso Závod e alla fine verso il fiume Morava. Faceva freddo e sulle piante c'era la brina. Dopo aver attraversato con qualche problema il fiume straripato, don Titus svenne. Al rinvenire la sua prima domanda fu: - Non manca nessuno? Stiamo tutti bene? Non è annegato nessuno? Quando ascoltò la risposta rassicurante, ringraziò Maria Ausiliatrice di averli miracolosamente salvati e invocò la sua ulteriore protezione per la continuazione del viaggio verso Torino. Prendendo il treno nel paese austriaco di Sierndorf, partirono per Vienna, toccando poi Linz, Salisburgo, Spittal. Di nascosto attraversarono a piedi le Alpi vicino al paese di San Candido e il 4 novembre sono giunti finalmente a Valdocco. Don Titus disse loro, con le lacrime negli occhi: - Carissimi confratelli, abbiamo provato sulla nostra pelle quello che disse Don Bosco: “Quando avrete fiducia in Maria Ausiliatrice, vedrete che cosa sono i miracoli”. Il nostro invocato Maria Ausiliatrice e lei ci ha protetti quasi miracolosamente. A lei va il nostro sincero grazie.
Ad un certo punto della sua vita, dopo aver subito varie torture, incarcerazioni e processi, don Titus dirà: “In coscienza non mi sento colpevole. Tutto quello di cui sono accusato l’ho fatto per amore alla Chiesa e, in modo speciale, per amore alla Congregazione salesiana, che ringrazio per tutto ciò che sono. Ho sentito la necessità di far passare clandestinamente “all´occidente” i sacerdoti, ai quali è stato impedito di svolgere il loro ministero. Aver aiutato i giovani confratelli salesiani ad andare in Italia per finire gli studi teologici l’ho considerato come una missione, dato che qui in patria le case religiose sono state chiuse ed essi non potevano diventare religiosi sacerdoti. La mia coscienza non mi rinfaccia niente. Io sono contento”.
Maria, potente aiuto per don Bosco e per i nostri santi,
in questo quinto giorno della novena ti affidiamo la nostra vita,
la pace nel mondo, la grazia che portiamo nel cuore.
Aiutaci ad essere come don Titus: capaci di non scendere a compromessi,
ma di cercare la verità sin dalle cose più banali, costi quel che costi.
Tienici, Maria, sotto il tuo manto. Amen.
+ Maria, aiuto dei cristiani, prega per noi.
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