Ecologia

Silenzio e pace interiore

Riflessioni spirituali sulla tematica ecologica. A cura del Dicastero per la Pastorale Giovanile Salesiana.


Silenzio e pace interiore

Siamo invitati a contemplare la creazione con uno sguardo profondo. Se così facciamo, saremo in grado di vedere in essa il suo autore e di ascoltare il suo messaggio. Solo nel silenzio e nella pace interiore potremo scoprire ciò che Dio ci dice attraverso la sua opera.  

Questo è esattamente ciò che Don Bosco, durante la sua infanzia, faceva quotidianamente. Don Pietro Stella infatti riporta:

«Furono dunque anni non inutili, non di parentesi, nei quali si radicò più profondo in lui il senso di Dio e della contemplazione, a cui poté introdursi nella solitudine o nel colloquio con Dio durante il lavoro dei campi. Anni che si possono definire di attesa assorta e supplichevole: di attesa da Dio e dagli uomini; anni in cui forse è da collocare la fase più contemplativa dei suoi primi lustri di vita, quella in cui il suo spirito dovette essere più disposto ai doni della vita mistica sgorgante dallo stato di orazione e di speranza».
(Don Bosco nella storia della religiosità cattolica, v. 1, di Pietro Stella)

Dio ci parla attraverso il Creato1

Tommaso d’Aquino, nel tredicesimo secolo disse: “Le rivelazioni si trovano in due volumi – la Bibbia e la natura”. Ma la teologia, a partire dal sedicesimo secolo, ha messo a volte troppa enfasi nelle parole della Bibbia, e ha dimenticato la seconda fonte della rivelazione, la natura!

Il Maestro Eckhart disse: “Ogni creatura è la parola di Dio e un libro su Dio”. In altre parole, ogni creatura è una Bibbia. Ma come ci avviciniamo alla saggezza biblica, alla saggezza sacra delle creature? Col silenzio. C’è bisogno di un cuore silente per ascoltare la saggezza del vento, degli alberi, dell’acqua e della terra. Nella nostra ossessiva cultura verbale, abbiamo perso il senso del silenzio.

Esplorare la casa interiore della nostra anima significa ascoltare il proprio sé profondo, e non solo il nostro, ma anche quello della comunità della quale facciamo parte, delle nostre nazioni, della nostra specie.

Dunque, l’esplorazione della nostra casa interiore ha a che fare con l’era ecologica.

La parola “ecologia” significa lo studio della nostra casa. L’ecologia non è qualcosa “là fuori”, noi siamo nella natura e la natura è in noi, viviamo in un luogo sacro e il luogo sacro è in noi. La natura sacra, incontaminata, non si trova solo nei parchi nazionali, ma dentro a ognuno di noi e ci richiede attenzione, noi non siamo più in contatto con le nostre vere e genuine passioni, per questo intorno a noi c’è solo devastazione.

Oggi, il primo passo verso la rivoluzione spirituale è il recupero del senso di meraviglia e solennità, ed è un compito agevole perché la scienza stessa ci ha dato una nuova teoria sulla creazione, una nuova cosmologia sul come è giunta qui la nostra specie umana, sul come è nato questo pianeta. Nessuno può ascoltare questa storia senza sentirsi riempire di stupore e maestosità.

E tu?
Qual è la tua relazione con ciò che ti circonda? Senti un legame tra il tuo essere interiore e ciò che è all’esterno? Ti senti parte di un tutto armonico e connesso?

 

l silenzio e la pace interiore 2

C’è troppo rumore, in tv, sui social, sul cellulare, in casa, in macchina, al lavoro. Ci siamo convinti che e necessario tenere sempre occupata la mente, ma per pensare la mente ha bisogno di uno spazio rigenerante che si chiama silenzio.

San Francesco amava ritirarsi in una grotta a pregare. Un suo frate lo vedeva sempre allontanarsi e un giorno chiese al santo perché si ritirasse tutti i giorni in quella grotta. La risposta lo lasciò confuso: «Li ho trovato un grande tesoro». Il frate entrò nella grotta ma non vide nulla. E non comprese.

Il silenzio sembra quella grotta dentro la quale non c’è niente. Il silenzio sembra innaturale, e avvertito come un’assenza e una mancanza.

Il silenzio e faticoso e sfuggente. Se diminuiscono i rumori aumenta un’eco che rimbomba. All’inizio tutto sembra confuso e indistinto, e sembra che sia proprio il silenzio a ostacolare la nostra pace. Bisogna insistere per non ritornare allo schiamazzo rassicurante dei rumori e delle cose da fare. Perché solo nel silenzio impareremo ad ascoltare la verità.

L’ascolto e infatti la prima fase del lavoro interiore, come ricordava mille anni fa Simeone il nuovo teologo: «Colui che non possiede in se stesso l’attenzione e che non controlla la sua mente non può diventare puro di cuore. È impossibile acquisire la virtù in altro modo se non tramite questa attenzione». […]

Ogni volta che facciamo silenzio, la nostra anima comincia a sbocciare.

E tu?
Sei capace di fare silenzio? Cos’è il silenzio per te?

 

Pace interiore, sobrietà e semplicità

La spiritualità cristiana propone un modo alternativo di intendere la qualità della vita, e incoraggia uno stile di vita profetico e contemplativo, capace di gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo. È importante accogliere un antico insegnamento, presente in diverse tradizioni religiose, e anche nella Bibbia. Si tratta della convinzione che “meno è di più”. Infatti, il costante cumulo di possibilità di consumare distrae il cuore e impedisce di apprezzare ogni cosa e ogni momento. Al contrario, rendersi presenti serenamente davanti ad ogni realtà, per quanto piccola possa essere, ci apre molte più possibilità di comprensione e di realizzazione personale. La spiritualità cristiana propone una crescita nella sobrietà e una capacità di godere con poco.
È un ritorno alla semplicità che ci permette di fermarci a gustare le piccole cose, di ringraziare delle possibilità che offre la vita senza attaccarci a ciò che abbiamo né rattristarci per ciò che non possediamo. Questo richiede di evitare la dinamica del dominio e della mera accumulazione di piaceri.

D’altra parte, nessuna persona può maturare in una felice sobrietà se non è in pace con sé stessa. E parte di un’adeguata comprensione della spiritualità consiste nell’allargare la nostra comprensione della pace, che è molto più dell’assenza di guerra. La pace interiore delle persone è molto legata alla cura dell’ecologia e al bene comune, perché, autenticamente vissuta, si riflette in uno stile di vita equilibrato unito a una capacità di stupore che conduce alla profondità della vita. La natura è piena di parole d’amore, ma come potremo ascoltarle in mezzo al rumore costante, alla distrazione permanente e ansiosa, o al culto dell’apparire? Molte persone sperimentano un profondo squilibrio che le spinge a fare le cose a tutta velocità per sentirsi occupate, in una fretta costante che a sua volta le porta a travolgere tutto ciò che hanno intorno a sé. Questo incide sul modo in cui si tratta l’ambiente. Un’ecologia integrale richiede di dedicare un po’ di tempo per recuperare la serena armonia con il creato, per riflettere sul nostro stile di vita e i nostri ideali, per contemplare il Creatore, che vive tra di noi e in ciò che ci circonda, e la cui presenza «non deve essere costruita, ma scoperta e svelata».

Stiamo parlando di un atteggiamento del cuore, che vive tutto con serena attenzione, che sa rimanere pienamente presente davanti a qualcuno senza stare a pensare a ciò che viene dopo, che si consegna ad ogni momento come dono divino da vivere in pienezza. Gesù ci insegnava questo atteggiamento quando ci invitava a guardare i gigli del campo e gli uccelli del cielo, o quando, alla presenza di un uomo in ricerca, «fissò lo sguardo su di lui» e «lo amò» (Mc 10,21). Lui sì che sapeva stare pienamente presente davanti ad ogni essere umano e davanti ad ogni creatura, e così ci ha mostrato una via per superare l’ansietà malata che ci rende superficiali, aggressivi e consumisti sfrenati.

(dall'Enciclopedia Laudato Si', Papa Francesco)

E tu?
Quanto ricerchi la tua pace interiore? Pensi che sia un valore per te? Come pensi fare per raggiungerla? Quando sei sobria/o nella tua vita quotidiana?

 

La creazione può essere uno stimolo per la crescita spirituale
Dalla Vita di Michele Magone, di san Giovanni Bosco

«Una sera mentre i nostri giovani erano già tutti a riposo, odo uno a piangere e sospirare. Mi metto pian piano alla finestra, e veggo Magone in un angolo dell’aia che mirava la luna e lacrimando sospirava. Che hai, Magone, ti senti male? gli dissi.

Egli che pensava di essere solo, nè essere da alcuno veduto, ne fu turbato, e non sapeva che rispondere; ma replicando io la domanda, rispose con queste precise parole:

- Io piango nel rimirare la luna che da tanti secoli comparisce con regolarità a rischiarare le tenebre della notte, senza mai disobbedire agli ordini del Creatore, mentre io che sono tanto giovane, io che sono ragionevole, che avrei dovuta essere fedelissimo alle leggi del mio Dio, io l’ho disobbedito tante volte, e l’ho in mille modi offeso. Ciò detto si mise di nuovo a piangere. Io lo consolai con qualche parola, onde egli dando calma alla commozione andò di nuovo a continuare il suo sonno»

E tu?
La creazione ti invita a una conversione di vita? Fino a che punto puoi fare tue le parole del giovane Magone?

 

Quando fare silenzio? Quanto è importante il riposo per noi?
Il riposo del settimo giorno della creazione è un modo pedagogico in cui la Parola di Dio ci insegna a vivere il riposo settimanale istituito da Dio.
E questo giorno di riposo serve soprattutto a ricordarci la supremazia di Dio su tutte le cose: sulla terra che ci è stata data, sulla nostra vita, su tutto ciò che è uscito dalle mani di Dio. Con questo giorno di riposo gli uomini e le donne non solo riacquistano le forze, ma soprattutto riconoscono la maestà di Dio nella loro vita, e riconoscono anche che tutto viene in questo mondo come dono di Dio per tutti.
Da questo riposo nasce la necessità di equilibrare con giustizia tutte le relazioni che noi uomini stabiliamo durante la nostra vita: con il creato, con gli altri e con Dio. Viviamo il giorno di riposo settimanale come un momento per glorificare il passaggio di Dio nella nostra vita?
(Dal Libro di Preghiere del Movimento Laudato Si’)

Azione

Possiamo scegliere uno dei temi seguenti per attualizzare le proposte di riflessione.

1. La pace interiore

Il Vangelo ci aiuta a vivere in armonia con noi stessi, con gli altri, con la Creazione e con Dio:

  • Quale vantaggio ha l'uomo che guadagna il mondo, ma rovina se stesso? (Lc 9,25)
    Il peccato che contamina il nostro cuore inquina la Creazione che ora implora la nostra conversione. Fai una lista di pensieri e azioni che ti aiutano ad essere in armonia con tutte le creature ed esserne "custodi" e non "possessori".
  • Tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me. (Mt 25,45)
    Non lasciamoci tentare dall'indifferenza. Lasciamoci conquistare dall'amore verso tutte le Creature, soprattutto le sorelle e i fratelli più fragili, senza dimenticare la nostra sorella e madre Terra.
  • Come in cielo così in terra. (Mt 6,10)
    In Gesù cielo e terra sono uniti: non cediamo alla tentazione di vederli come due realtà distinte. Impegniamoci a costruire il cielo sulla terra! Iniziamo riconoscendo in tutti gli esseri viventi le Creature di Dio.
  • Un povero di nome Lazzaro, stava alla porta. (Lc 16,20)
    L’accumulo delle ricchezze nasce dallo sfruttamento della Creazione e produce povertà. Alleggeriamo le nostre borse, i nostri armadi, le nostre dispense e condividiamo ciò che abbiamo con chi ha meno di noi.
  • Su, uccidiamolo e avremo noi l’eredità. (Mt 21,38)
    Il peso di desideri infiniti ci tormenta, ci uccide dentro. Liberiamoci della brama del consumo eccessivo che ci avvelena e che ci spinge a nutrire sentimenti di invidia e di  accaparramento.
  • Il primo comandamento è: Ascolta! (Mc 12, 29)
    Siamo invitati ad ascoltare. Cerchiamo di ascoltare il grido del Creato, depredato e sfruttato. E ascoltare il grido dei poveri, che pagano il prezzo più salato di una economia basata sullo sfruttamento delle risorse e non sul rispetto dei cicli naturali, oltre che dei nostri stili di vita non più sostenibili per l’ambiente.
  • Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno? (Mt 18,33)
    Ricordiamoci che abbiamo un debito ecologico nei confronti di tanti paesi che vengono sfruttati e depredati per produrre il cibo che arriva sulla nostra tavola. Difendiamoli e tuteliamoli, mangiando meno carne, frutta nostrana, alimenti prodotti e  venduti a Km0.

Riflettiamo
Quali azioni concrete ti suggeriscono questi brani del vangelo? Fai alcuni esempi pratici.

2. L’importanza del riposo. Alcuni spunti tratti da: “Il sabato e il suo significato per l’uomo moderno” di Abraham Joshua Heschel

Il “sabato” è la presenza di Dio nel mondo, aperta all’anima dell’uomo; l’anima può rispondere con l’affetto e unirsi con il giorno consacrato.

  • Sappiamo santificare il Settimo giorno?
    “E Dio benedisse il giorno e lo santificò”. Nel racconto della creazione a nessun oggetto nello spazio viene attribuito il carattere della Santità. Il sabato è fatto per celebrare il tempo, non lo spazio. Per sei giorni alla settimana noi viviamo sotto la tirannia delle cose, dello spazio. Il sabato ci mette in sintonia con la Santità del tempo. In questo giorno siamo chiamati a partecipare a ciò che è eterno nel tempo, avvolgerci dai risultati della creazione al mistero della creazione. Dal mondo della creazione alla creazione del mondo.
  • Cosa significa il riposo dal lavoro? Perché è importante?
    Il sabato quale giorno di astensione dal lavoro non è deprezzamento, ma valorizzazione del lavoro. Una divina esaltazione della sua dignità.
    “Ti asterrai dal lavoro il settimo giorno” è il seguito del comandamento “Per sei giorni lavorerai e farai tutta l’opera tua”. Il dovere di lavorare per sei giorni fa parte del Patto dell’uomo con Dio, quanto il dovere di astenersi dal lavoro nel settimo giorno. Riservare un giorno della settimana alla libertà, un giorno in cui non si usino gli strumenti che tanto facilmente sono stati trasformati in armi di distruzione, un giorno per essere noi stessi, un giorno di distacco dalla volgarità di indipendenza dagli obblighi esteriori, un giorno in cui smettiamo di adorare gli idoli della civiltà tecnica, un giorno in cui non facciamo uso del denaro, un giorno di tregua nella lotta economica con i nostri simili e con le forze della natura. Esiste forse altra istituzione che offra una maggiore speranza di progresso per l’uomo?
    Il sabato non è al servizio dei giorni feriali, sono invece i giorni feriali che esistono in funzione del sabato. Il settimo giorno è una miniera nella quale si può trovare il prezioso metallo dello spirito con cui costruire il palazzo nel tempo.
  • Riposo = benessere
    È un giorno dell’anima come del corpo, il benessere e il piacere sono parte integrante dell’osservanza del sabato. La sua benedizione deve comprendere l’uomo nella sua interezza, con tutte le sue facoltà. Menuchà, che in genere si traduce con riposo, qui ha un significato più ampio che l’astensione dal lavoro e dallo sforzo. Libertà dalla fatica, dalla tensione o dall’attività di qualsiasi tipo.
    Menuchà non è un concetto negativo, ma qualcosa di reale e di intrinsecamente positivo. Questo deve essere stato il punto di vista degli antichi rabbini, se credettero che ci volle un atto di creazione particolare perché esistesse la menuchà, senza la quale l’universo non sarebbe stato completo. Che cosa è stato creato il settimo giorno? La tranquillità, la serenità, la pace e il riposo. Nello spirito biblico la menuchà è sinonimo di felicità e silenzio, di pace e armonia.
  • Distacco dal possesso delle cose: ci riusciamo?
    La soluzione del problema più tormentoso dell’umanità non si troverà rinunciando alla civiltà tecnica, ma conquistando un certo grado di indipendenza da essa. Per ciò che riguarda i doni esterni, il possesso esteriore, il solo atteggiamento giusto e questo possedere, ma essere anche capaci di farne a meno. Nel giorno di sabato noi viviamo, per così dire, indipendenti dalla civiltà tecnologica. Ci asteniamo principalmente da ogni attività che si proponga di ricostruire o rimodellare le cose dello spazio. Il privilegio regale dell’uomo di conquistare la natura è sospeso nel settimo giorno.
  • Il riposo per raggiungere la pace interiore: ne siamo consapevoli?
    Per sei giorni alla settimana noi cerchiamo di dominare il mondo, nel settimo giorno cerchiamo di dominare il nostro io.
    Il settimo giorno è l’armistizio nella lotta crudele che l’uomo conduce per l’esistenza, una tregua in tutti i conflitti individuali e sociali, la pace tra uomo e uomo, tra l’uomo e la natura, la pace all’interno dell’uomo. Un giorno in cui è considerato un sacrilegio maneggiare soldi, in cui l’uomo manifesta la sua indipendenza da quello che è il massimo idolo del mondo. Il settimo giorno è l’esodo dalla tensione, la liberazione dell’uomo o dal suo stesso fango, l’insediamento dell’uomo quale sovrano nel tempo. Nell’oceano tumultuoso del tempo e della fatica vi sono isole di tranquillità, dove l’uomo può trovare rifugio e recuperare la propria dignità. Questa isola è il settimo giorno, il sabato, un giorno di distacco dalle cose, dagli strumenti e dagli affari pratici e di attaccamento allo spirito. Infatti, il sabato è un giorno di armonia e di pace, pace tra uomo e uomo, pace nel cuore dell’uomo e pace con tutte le cose.
    In questo giorno di riposo, siamo diventati un po’ più consapevoli della presenza di Dio nella nostra vita e della comunione universale dell’intero creato?

Riflettiamo
Quali azioni concrete ti suggeriscono questi brani? Fai alcuni esempi pratici.

 

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1 Dal libro Terra, Anima Società di Matthew Fox (vol. 2 edizioni FioriGialli)

2 "È ora di trovare pace. Diario di ecologia mentale", Federico Tartaglia

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