In copertina di “Diario” , settimanale diretto da Enrico Deaglio hanno messo una immagine della Madonna con scritto “Fecondazione eterologa? Maria disse si”... Sanno bene chi è il nemico da colpire, e sono oramai disposti a tutto.
del 08 maggio 2005
Sabrina Ferilli e la Madonna confuse nel patinato dei settimanali di sinistra, per promuovere la fecondazione artificiale senza diritti per gli embrioni, sono icone di uno stile conformista che poggia sulla sicurezza di sé tipica di tutte le idee correnti e volge verso un fondo disgustoso. Non tiriamo in ballo la blasfemia, perché in fondo ci vuole uno spirito religioso per saper bestemmiare.
 
 I secolaristi della bassa italiana, come gli omologhi europei, sono certi di vincere la battaglia del referendum perché hanno già vinto quella del linguaggio e della manipolazione culturale della realtà, perché sono i re del marketing editoriale, perché la loro egemonia ha radici profonde nel liberalismo integralista e intollerante che non prevede spazio per altro che non sia la loro parola incessantemente e ossessivamente ripetuta come una omelia senza bellezza, dalla culla alla tomba.
 
Da anni, hanno vinto. E non sarà purtroppo la timida e forse fin troppo scaltra strategia dell’astensione a rovesciare le sorti di questo conflitto, neanche se alla fine riuscisse a prevalere nelle urne del 12 e del 13 di giugno. Ci vuol altro.
 
Con la Madonna come esempio di fecondazione eterologa, dove il racconto della divina evasione di una vergine dal peccato originale viene appaiato al tentativo troppo umano e superomista di sostituire il credo con la provetta, i designer milanesi di Diario hanno scopiazzato il New Yorker, che aveva almeno giocato sull’ambiguità caratteristica dell’arte, riproducendo una qualunque madonna medievale, una sua clonazione e una provetta (vedi la riproduzione nel testo). Gli europei della east coast americana sono stati prudenti, era ovvio che gli emuli italiani sarebbero stati più sguaiati. E più sfortunati, perché nello stesso giorno della pseudo-sublimazione religiosa del loro messaggio, ecco che l’Espresso, il settimanale di successo che aveva usato la croce per promuovere l’aborto libero e bello, è sceso dal Calvario e ci ha più modestamente proposto non quella brava ragazza che è Sabrina Ferilli, ma uno strano oggetto tettuto, scosciato e labbruto a lei somigliante, una Santa Maria Ferilli buona stavolta per promuovere la fecondazione libera da ogni ansia per gli embrioni gettati nel lavandino o condannati all’ergastolo del freddo. Dicono di combattere per la salute delle donne, e forse lo pensano nonostante la salute delle donne abbia un mondo da guadagnare e niente da perdere nella fine del mercato libero degli embrioni, degli ormoni e del seme. In realtà fanno delle donne e della Madonna oggetti creativi di marketing, sacro o porno soft a loro non importa, allo scopo di confermare la dittatura del relativismo nel mondo nuovo, uno dei regimi culturali più ferocemente uniformi che si siano mai conosciuti.
 
 
 
Giuliano Ferrara
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